Alessandro Esposito

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Profilo biografico di

ALESSANDRO ESPOSITO

(Bergamo 7-VI-1913; Firenze 14-IX-1981)

a cura di

Lorenzo Ancillotti

 

Alessandro Esposito nasce a Bergamo, nella Parrocchia di Sant’Andrea, il 7 giugno dell’anno 1913, da una famiglia di modeste origini.

 

Fin dalla primissima infanzia dimostra un’evidente vocazione musicale e, con sacrificio, il padre lo indirizza agli studi presso l’Istituto “G. Donizetti”, dove il giovane Alessandro segue le lezioni di organo e di armonia tenute da Agostino Donini e quelle di pianoforte con Alfredo Rossi Vezzani.

 

Studia anche Oboe con Guido Zavadini e, per qualche anno, suona questo strumento in orchestra. Prosegue gli studi al Conservatorio “G. Verdi” di Milano nella classe di organo di Alceo Galliera e in quella di composizione di Renzo Bossi. L’elenco dei titoli che Esposito consegue testimoniano la serietà e il continuo bisogno di allargare i confini della propria cultura musicale: si diploma privatamente in pianoforte nel 1933, in organo e composizione organistica nel 1937, in composizione nel 1940 e in Musica corale l'anno successivo.

 

Non appena conseguito il titolo accademico, è nominato organista titolare della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo.

 

Mai stanco di perfezionarsi, all’inizio degli anni ‘40 frequenta i corsi di Fernando Germani presso l’Accademia Chigiana di Siena, dove, in seguito, sarà egli stesso stimato insegnante e ammirato concertista.

 

Nel 1941 vince il concorso per la cattedra di organo presso il Conservatorio di Bolzano e, per un decennio, frastagliato dalle vicende belliche, vi svolge la sua attività didattica. Nel medesimo periodo presta un altalenante servizio di organista presso la chiesa di Sant’Ambrogio a Milano.

 

Nel 1952 ottiene il trasferimento al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze e nel capoluogo toscano rimarrà per il resto della vita: acquisterà una casa e si accompagnerà a Maria Luisa Bagnoli, anch’ella organista e docente di canto gregoriano presso il medesimo istituto.

 

Esposito ricoprirà la carica di organista della Cattedrale di Santa Maria del Fiore fino al 1973 e, in questa veste, si impegnerà per la realizzazione del grande organo sinfonico. La capitale del Rinascimento stimola vivacemente l'impegno culturale e artistico del Maestro, che entra in contatto con intellettuali come Giorgio la Pira e Roberto Longhi, con compositori del calibro di Luigi Dallapiccola, Vito Frazzi e i più giovani Carlo Prosperi e Sylvano Bussotti.

 

Dai primi anni '60 l'attività concertistica s'intensifica notevolmente, consacrandolo come uno dei più celebri solisti italiani, con circa 1.200 concerti.

 

Ancora oggi, molti fiorentini ricordano che, grazie a Esposito, i concerti per organo diventarono una sorta di evento "pop", ai quali accorreva tutta la città.

 

Si contano anche numerosi recital in Germania, Olanda, Inghilterra, Spagna e Francia, la terra a lui più congeniale: tiene concerti in Provenza, a Tolosa, Lione e Grenoble per poi approdare a Parigi, dove ha occasione di suonare a la Madeleine, a Saint Eustache, a Saint Sulpice, al Sacré-Coeur, a la Trinité e di fare la conoscenza di Marcel Dupré, Jehan Langlais, Olivier Messiaen, Gaston Litaize e Marie-Claire Alain. Esposito rimane estasiato dal mondo musicale della capitale francese ed assimila dai colleghi d’oltralpe non tanto la tecnica, quanto uno stile improvvisativo, che segnerà il carattere della maggioranza delle sue composizioni.

 

L'impegno culturale di Esposito si manifesta particolarmente nella revisione critica e nella conseguente pubblicazione di pagine di Azzolino Bernardino della Ciaja e di Bernardo Pasquini; in una serie di concerti, in collaborazione con il musicologo Mario Fabbri, contribuisce a far conoscere la produzione di Francesco Feroci. Dati i successi dei suoi recital e la sua instancabile volontà divulgativa, s’impegna ad adattare all'organo l’Arte della fuga di J. S. Bach e la esegue più con un inaspettato successo popolare.

 

Le sue doti interpretative si manifestano in Bach (del quale più volte propone l'opera integrale), negli autori italiani antichi dei secoli XVI e XVII e, particolarmente, nella scuola francese tra '800 e '900. Ogni concerto si rivela per Esposito un'imperdibile occasione di divulgazione e questa incessante ricerca di musiche "nuove" lo porta a essere il primo in Italia ad eseguire per la Rai le Meditazioni sul mistero della Trinità di Olivier Messiaen e altre opere di Dupré, Langlais, Ligeti e Demessieux.

 

Le antologie organistiche, pubblicate prevalentemente per le edizioni Carrara di Bergamo dal 1959 al 1978 sono autentiche raccolte di tesori musicali dal '500 al tardo '800, ma sopratutto inestimabili vademecum per l'organista che presta servizio alle funzioni religiose. Ancora oggi, a distanza di molti anni, le raccolte curate da Esposito sono libri che ogni organista italiano custodisce gelosamente nel proprio scaffale.

 

È doveroso ricordare Esposito anche per il contributo in qualità di progettista e consulente al restauro di almeno ottanta strumenti in tutta la penisola, alla continua ricerca di una mediazione tra storicità e innovazione.

 

Affetto dal morbo di Parkinson si ritira dall’insegnamento alla conclusione dell’anno 1978 e viene a mancare il 14 novembre del 1981. I funerali solenni si svolgono presso la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria. Leonardo Pinzauti, uno dei più autorevoli critici musicali italiani della seconda metà del ‘900 lo definisce come «Uno dei più grandi organisti del nostro tempo. […] Con la sua tecnica superlativa, la sua cantabilità melodica era giustamente equiparato ai grandi organisti francesi e tedeschi. […] La città di Firenze saluta commossa un autentico monumento alla musica organistica».

 

Il corpus delle composizioni edite di Alessandro Esposito ammonta a una trentina di lavori che si sviluppano dal 1954 al 1971 e tra questi figurano la Toccata-Studio (1956), le variazioni sull’antifona Cantantibus organis, la raccolta Fioretti alla Madonna (1958), la Comunione su Regina Coeli (1970) e molto altro. I lavori di Esposito sono editi da Zanibon di Padova, Carrara di Bergamo, SAT di Vicenza, Schola di Como. Nel 2002 l'allieva Mariella Mochi ha inciso tutta l'opera completa per organo per l'etichetta Discantica di Milano.