La musica sacra: riflessioni di Paolo Bottini

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Autore: Paolo Bottini Segretario "Associazione Italiana Organisti di Chiesa"

all'indomani dell'elezione di Benedetto XVI

26100 Cremona CR
Italia

 

 

Cari Lettori,

chi crede nel profondo che la liturgia è "culmen et fons" (1) della vita cristiana, è in piena sintonia con il Santo Padre Benedetto XVI il quale, da Cardinale, si è pronunciato apertis verbis sulla questione in diverse occasioni, tra le quali desideriamo citarVi in calce alcune tra le più interessanti e "profetiche".

Osiamo credere che tra i primi grandi atti del nuovo Romano Pontefice - sapiente teologo, fine liturgista e grande appassionato di musica (2) - non mancherà una migliore applicazione della riforma liturgica uscita dal Concilio Vaticano II mediante una purificazione da quelle sbavature di stile già sottolineate dal compianto predecessore (cfr.
www.cantateinniconarte.it), come già preannunciato con l'uscita dell'istruzione "Redemptionis Sacramentum" giusto un anno fa (v. anche http://win.organisti.it/abusiliturgici_commento.htm) e a giusto completamento di quell'importante pronunciamento chirografo di Giovanni Paolo II circa la musica sacra.

Noi tutti musicisti di chiesa - organisti e direttori di coro - dobbiamo chiedere al Papa un clero più colto (e non solo dal punto di vista musicale): da parte nostra il punto chiave su cui si dovrà porre l'accento è proprio la formazione musicale dei futuri sacerdoti - auspicata chiaramente da Giovanni Paolo II nel sopra citato chirografo ma purtroppo ridottasi, nei seminari italiani, al minimo indispensabile, se non talora abolita! - e, non di meno, la formazione liturgica dei futuri musicisti di chiesa.

 

Inoltre, dico che dovremmo discostarci da chi desidera istigare battaglie di retroguardia a favore del ripristino esclusivo del Messale di San Pio V, anzi mi auguro che ognuno approfitti di quanto ha affermato Benedetto XVI il giorno dopo l'elezione (3) per riflettere in maniera ulteriormente approfondita su tutti i documenti promulgati dal Concilio Vaticano II (naturalmente, in particolare, il cap. VI di "Sacrosanctum Concilium" che riguarda la musica) per scorgervi tantissimi motivi di progresso tali da far accantonare qualsiasi nostalgia verso il rito ante-conciliare.

Intanto, per difendere l'uso del latino e del gregoriano non c'è bisogno di andare a scomodare il Concilio Tridentino, perché anche i documenti attuali dicono che il latino è la lingua propria della Chiesa di rito latino e che il gregoriano non solo è il canto proprio della chiesa e che va preferito, a parità di condizioni, al resto, ma che una musica è liturgica solo nella misura in cui guarda a questo sublime modello. Più di così cosa volete?!

Credo che, per i musicisti in genere e per gli organisti in particolare, la nuova liturgia offra delle splendide occasioni, a patto però che il musicista si immerga in essa, come facevano gli antichi maestri, e la interpreti, senza voler cantare o suonare cose che con la liturgia del giorno o del tempo non c'entrano per niente, anche se scritte da Girolamo Frescobaldi.

Il disastro del mondo organistico sono, purtroppo, quegli organisti che non conoscono bene la liturgia o, addirittura, che non sono credenti. Il musicista di chiesa, è bene non dimenticarlo, oltre ad essere bravo, è prima di tutto un ministro della liturgia e, se non è credente e quindi non in consonanza con il mistero che si celebra, ciò che fa, anche se artisticamente perfetto, per forza prima o poi suonerà falso, come nel caso di un sacerdote che celebri senza credere in quello che compie.

Per un efficace e naturale inserimento dell'organista nell'azione liturgica, non si insisterà, quindi, mai abbastanza sulla pratica della improvvisazione organistica (v.
www.improvvisazioneorganistica.info che tenga conto del tempo liturgico, dei testi della liturgia del giorno e dei canti che si fanno.

Tempora bona venient!

 

Note:

(1) "[...] la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutto il suo vigore" (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, n. 10)

(2) "Oltre che superdottore di teologia, infatti, Ratzinger di musica sa parecchio. In proprio e per grazia di famiglia. Suo fratello, Georg, è stato per trent'anni, fino al 1994, maestro della Cappella del duomo di Ratisbona, la stessa dove aveva studiato Lorenzo Perosi, il predecessore di Bartolucci alla Sistina." (Sandro Magister)

(3) Anch'io, pertanto, nell'accingermi al servizio che è proprio del Successore di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire nell'impegno di attuazione del Concilio Vaticano II, sulla scia dei miei Predecessori e in fedele continuità con la bimillenaria tradizione della Chiesa. Ricorrerà proprio quest'anno il 40.mo anniversario della conclusione dell'Assise conciliare (8 dicembre 1965). Col passare degli anni, i Documenti conciliari non hanno perso di attualità; i loro insegnamenti si rivelano anzi particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove istanze della Chiesa e della presente società globalizzata.
(tratto dal discorso di Benedetto XVI durante la 'missa pro ecclesia' del 20 aprile 2005 nella Cappella Sistina alla presenza dei Cardinali elettori)
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