Le pene dell'organista alla messa nuziale

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Autore: Vinicio Loncagni organista liturgico

Sezione Articoli

Troppo spesso il rito del matrimonio in chiesa diventa una vera e propria pittoresca farsa

Un impietoso sguardo dall'alto della cantoria (o da dietro la consolle)



MATRIMONI.
 

di Vinicio Loncagni

Talvolta chi assiste ad un matrimonio non è coinvolto emotivamente, non conoscendo gli sposi.
Allora, come semplice spettatore, riesce a notare tante particolarità che sfuggono ai parenti, agli amici, al prete celebrante e agli stessi sposi.
Tanto per cominciare, la sposa arriva con la sua buona mezz'ora di ritardo, nonostante il prete raccomandi sempre puntualità, se non altro come segno di rispetto.
Lo sposo la aspetta fuori dalla chiesa ridendo sguaiatamente e scambiando battutacce con gli amici.
Nel frattempo sono già arrivati gli invitati, che bivaccano fuori dalla chiesa, riempiendo il selciato di mozziconi di sigaretta e di carte di caramelle.
Ecco il fotografo, che facendosi largo nella foresta che ha realizzato il fiorista riesce a piazzare un faro da mille watt sotto l'altare e un altro sopra il pulpito. Chissà perché viene in mente un set cinematografico dove si sta girando un film su Tarzan.

 

Finalmente arriva la sposa, a bordo della Rolls-Royce prestata dal proprietario del mobilificio che le ha completamente arredato la casa.
Fa il suo ingresso trionfale in chiesa, tra fanfare dell'organo e flash di macchine fotografiche; i parenti le si precipitano dietro, tentando di accaparrarsi i primi posti (anche se un cugino furbo si era riservato i posti migliori, occupandoli con il cappello); alcuni degli amici preferiscono restare fuori (... lì dentro non si può fumare!), altri entrano di malavoglia in chiesa.
Durante la celebrazione il prete parla da solo; nessuno ha il coraggio (o la capacità) di rispondere alle preghiere.

 

Al momento delle promesse matrimoniali un improvviso tumulto: si precipitano nei pressi dell'altare, oltre al solito fotografo con la sua assistente, mezza dozzina tra parenti e amici, armati di macchine fotografiche e di telecamere; tutti sgomitano per avere l'inquadratura migliore, ma alla fine vince lo zio del paesello, che si è portato dietro una telecamera da spalla modello Canale 5, così potrà far vedere il matrimonio alla zia che non è potuta venire.
Gli sposi leggono le promesse matrimoniali, incespicando sulle parole (non per l'emozione, ma perché non hanno mai letto prima quello che ora devono dire).
Dopo l'applauso di rito, il prete ricomincia a raccontarsi le sue storie (sembra un matto che parla e si risponde da solo), mentre il fotografo continua a fare foto riempiendo la navata di "beep": sembra di stare in uno studio di posa!


Al momento della Comunione, la fidanzata di un fratello della sposa riesce ad arrampicarsi sull'organo (ma non potevano suonare giù, su quello elettronico, che è più comodo?!) e costringe l'organista ad accompagnarla mentre ulula qualcosa che assomiglia a qualche avemaria.
 

Ecco che entrano in chiesa gli amici che erano rimasti fuori a fumare; hanno intuito che la cerimonia è agli sgoccioli,  e vengono a cercare il riso, i confetti e quant'altro da lanciare agli sposi all'uscita. Purtroppo dovranno aspettare ancora più di venti minuti, mentre il fotografo fa posare gli sposi in ogni angolo della chiesa, davanti ai candelabri, vicino agli altari, nei pressi del coro, con la mamma, con la suocera, con la zia, senza la zia, in piedi, seduti, guardatevi negli occhi, non ridete, giratevi di qua, attenzione che il bambino fa i gestacci, non così che vengono gli occhi rossi, ecc. ecc...
Un'ovazione con applausi e una tempesta di riso, per la gioia del sacrista che dovrà ramazzare il tutto, suggella la fine della celebrazione.

 

Ma io vi chiedo: si trattava davvero di una celebrazione o si era ridotta ad una farsa?

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