[L'organo "F.lli Lingiardi" op. 145 (1865) della chiesa parrocchiale arcipretale dello Spirito Santo in Croce Santo Spirito presso Cremona; cliccare sull'immagine per ascoltarne la voce!]
Anche per gli organi avviene come per il crollo del ponte "Morandi" a Genova il 14 agosto 2018: «Alla manutenzione, l'Italia preferisce l'inaugurazione» [*].
Faccio riferimento a questo tragico evento in quanto spesso anche nel mondo organario, dopo l'inaugurazione di un nuovo strumento o di un restauro, raramente si pensa all'ordinaria manutenzione della macchina, per non parlare della manutenzione extra-ordinaria (ovvero almeno ogni ventennio bisognerebbe dare una vera e propria "spolveratina" con totale smontaggio del materiale fonico, regolazione delle catenacciature, controllo delle pelli, trattamento antitarlo etc. etc.!)...
Ciò è dovuto al fatto che nella realtà ecclesiale italiana non è previsto che vi sia un responsabile ufficialmente nominato dalla parrocchia che si occupi primariamente del decoro di canto e musica nella liturgia e poi anche, appunto, della tutela e valorizzazione del patrimonio organario, innanzitutto di quello di valore storico (ovvero di quegli strumenti che ricadono sotto una legge di tutela dello Stato al compiere del cinquantesimo anno dalla inaugurazione): tutto è lasciato alla più totale anarchia, o meglio autarchia di ogni singolo parroco (in quale - non dimentichiamolo - è in ultima analisi plenipotenziario in fatto sia di liturgia che di amministrazione dell'ente parrocchia).
Così gli organi sono lasciati a prender polvere per decenni come nemmeno un quadro o una statua (che invece vengono regolarmente quanto meno spolverati dalle pie donne di turno), fino a che si giunge al momento che essi rantolano ed è un miracolo se qualcuno riesce a raccogliere fondi più ingenti per un intervento straordinario che, invece, un'ordinaria manutenzione procrastinerebbe!
Il risultato è sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti: organi da tempo dimenticati giacciono sepolti da polvere, calcinacci, alterati da interventi maldestri, addirittura strumenti di recente edificazione lasciati semi-abbandonati a favore di più "liturgici" elettrofoni e utilizzati solo per un concertino l'anno...
Dopo il fallimento di un'associazione nazionale di organisti di chiesa, forse sarebbe di miglior vantaggio per il mondo organistico italiano la costituzione di un'associazione di organisti professionisti che si occupi esclusivamente della valorizzazione del patrimonio organario e non della musica liturgica, aspetto che, in definitiva, compete unicamente alla Chiesa (alla quale - ormai siamo rassegnati a constatarlo - nulla interessa, a livello meramente pratico, della effettiva qualità di questo importante aspetto della sua vita cultuale).
Grazie per la cortese attenzione e cordiali saluti.
Paolo Bottini
Cremona, il 7 dicembre 2018
[*] (L. Longanesi, La sua signora, Longanesi, Milano 1955)
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