Duomo di Cremona, domenica 8.VI.2025 ore 16,30
nell'ambito della rassegna concertistica "Ponti fra popoli e culture"
Kalyanjit Das (INDIA) sitar
Nicolò Melocchi flauto bansuri
Fausto Caporali all'organo "Mascioni" (1985) della Cattedrale di Cremona
Letture a cura di Maria Antonietta Parrella
PROGRAMMA
Peace piece (da Bill Evans) improvvisazione
Friede auf Erden (da Arnold Schönberg - solo organo)
Basso antico (da Monteverdi – improvvisazione)
Casualities of war (da E. Morricone)
Mit Fried und Freud (J. S. Bach – solo organo)
A love supreme (da Coltrane – improvvisazione)
Passacaglia (da Haendel – solo flauto bansuri)
Amazing grace (solo sitar)
Is give peace a change (da J. Lennon – improvvisazione)
March with me – Peace piece (da Vangelis/B. Evans)
La pace inizia nel momento in cui si superano le distanze, ci si confronta, si accetta il diverso e si promuove il bene dell’umanità e delle persone. Questo concerto vuole immaginare queste dinamiche attraverso un ricco simbolismo; innanzitutto vi sono tradizioni lontanissime che si affiancano e provano a suonare insieme, la musica occidentale così imbevuta di personalismo e di diversità e quella orientale legata ad archetipi sempre identici da tempo immemorabile. L’organo lascia da parte la sua retorica grandiosa per colloquiare e parlare più spesso sottovoce, ascoltando e proponendo i suoi timbri in modo da fondersi con gli altri strumenti. Il sitar e il flauto bansuri da parte loro eseguiranno alcune melodie occidentali antiche e moderne seguendo una partitura, e cioè alla maniera europea e non secondo la tradizione orale orientale. Il flusso musicale sarà ininterrotto, come se fosse una meditazione senza contorni; ma su di esso si staglieranno nette le parole di un pensatore occidentale, don primo Mazzolari; queste parole spesso diventeranno un “rosario” ossia un rimasticare parole, un ripetersi interiore ed esteriore che vuole rappresentare un af-fidarsi continuo. La tonalità sarà quasi sempre identica, a significare la certezza dell’appoggiarsi su una speranza sempre uguale, che non viene mai meno. Sul fondamento stabile della tonalità di Re maggiore si alterneranno tanti stili e tante epoche (bassi antichi, Bach, Schönberg, Morricone, jazz), a ricordare l’idea che tante persone e tanti popoli credono e hanno creduto nell’idea della pace. Quasi tutti i brani sono pura improvvisazione, quindi sono spirito che si manifesta mediante la creazione di bellezza, armonia che unisce le persone che si riconoscono in temi famosi (Inno alla gioia, We shall overcome, Fratello sole sorella luna, Blowing in the wind, e tanti altri che verranno citati) in un linguaggio semplice, popolare e subito comprensibile da chiunque.