Il nuovo Messale, oltre alle ben note e discutibili traduzioni & aggiunte politicamente corrette secondo la moda oggi imperante, nelle intenzioni dei compilatori prevede che il celebrante canti numerose parti della Messa.
Si tratta di un’intenzione molto lodevole e, nelle istruzioni (di centinaia di pagine!), ci sono anche un paio di passaggi sorprendentemente condivisibili, anche se non fanno altro che ribadire quanto stabilito dal Concilio Vaticano II e in altri documenti ufficiali (rimasti in genere lettera morta). Mi riferisco all'affermazione che la musica è parte integrante della liturgia (e non semplice orpello come in molti ancora pensano) e che lo strumento da preferirsi per accompagnare le sacre funzioni rimane l’organo A CANNE (e non i pornofoni purtroppo così tristemente diffusi).
Mi sono però sorte spontanee alcune domanducce:
1) come faranno i nostri sacerdoti, purtroppo spesso anziani e costretti ai tripli turni e travolti da mille impegni quotidiani, dopo anni in cui non hanno mai biascicato nemmeno il semplice “Mistero della Fede”, a mettersi improvvisamente a dover imparare e cantare tutti questi interventi a loro riservati?
2) tali nuovi interventi musicali sono scritti in tonalità relativamente alte (il do alto del terzo spazio in chiave di sol è costantemente toccato): si può pensare che i nostri sacerdoti riescano a mantenere l’intonazione, senza calare, anche per frasi molto lunghe?
3) nel nuovo Messale continua, come da antica prassi, a non essere previsto l’accompagnamento del celebrante: giusto e bello, ma veramente possibile?
4) per quale motivo sono state modificate (talvolta in passaggi limitatissimi, ma sufficienti a creare confusione) melodie che, con grande fatica, erano entrate nella prassi almeno di qualche parrocchia più volonterosa e fortunata?
Sarò pessimista, ma temo che si tratti dell’ennesima buona occasione sprecata.
Dell’ennesimo volo pindarico dei teorici della liturgia che non conoscono la musica, che sembrano non essere mai stati ad una Messa (perlomeno ad una normale Messa di paese) e che pretendono risultati elevati e impegnativi senza che vi siano i presupposti per poterli raggiungere.
E soprattutto per l’ennesima volta si continua ad ignorare il problema base da cui tutto dipende.
La preparazione.
Se vogliamo davvero che i sacerdoti e/o i fedeli cantino bisogna prima che siano educati al canto (e alla musica) e poi abituati a cantare.
E questo, come ben sai, richiede un lavoro lungo, difficile e faticoso che può essere svolto solo da persone che conoscono la musica e sanno come insegnarla.
Ritorniamo cioè al solito, vecchio, trito e ritrito discorso.
Servono organisti (direttori) bravi, preparati e disposti a investire tanto, ma tanto tempo.
Gratis?