- «... scusa, ma tu che LAVORO fai?» - «L'ORGANISTA» - «No, intendo cosa fai per guadagnarti da vivere!»
Giusto vent'anni or sono il M.° Mario Verdicchio, docente di Organo Principale presso il Conservatorio di Musica di La Spezia, si faceva promotore, assieme a due colleghi del medesimo Istituto, di una "lettera-petizione" a favore della stipula di un Contratto Nazionale di Lavoro per Musicisti di Chiesa, lettera che fu sottoscritta da 449 persone.
L'antefatto da cui scaturì questa iniziativa era il seguente: nel febbraio del 2002 l'AIOC (Associazione Italiana Organisti di Chiesa) era giunta a Roma al tavolo della tanto sospirata firma del suddetto contratto (era lo scopo per cui il sodalizio nacque nel 1994 a Pistoia), ma nell'imbarazzo generale tutto fu bloccato proprio seduta stante a motivo, sostanzialmente, della debole rappresentatività dell'AIOC presso la CEI: ci consideravano un misero mucchietto di organisti contro una falange di parroci!
Nel frattempo si sono diffusi nei Conservatori (per gli auspici della CEI stessa risalenti già al 2001!) corsi accademici professionalizzanti di organo ad indirizzo liturgico, con la sempre più evidente impossibilità per i neo-laureati di aspirare a svolgere un incarico professionale regolarmente retribuito presso qualsivoglia ente ecclesiastico (con qualche eccezione, in diverse parrocchie di Milano, ad esempio, o in qualche Cattedrale che sia gestita non direttamente dal Vescovo bensì da una Fabbriceria o da un'Opera)!
Se la professionalità dei musicisti nel culto divino della Chiesa cattolica non è indispensabile (come pare evidente a tutti, dato che i musicisti professionisti regolarmente assunti a contratto e pagati in Italia non sono la regola ma l'eccezione)... cui prodest?!
E dunque la massima «Chi serve l'altare, viva dell'altare» (san Paolo) non vale per l'organista?...
Per leggere il testo della lettera-petizione e vedere l'elenco dei sottoscrittori, cliccare il seguente collegamento internet https://www.organieorganisti.it/il-mest ... lontariato .