Buon giorno a tutti!
Mi affaccio per la prima volta in questo forum e quindi ringrazio gli organizzatori per avermene data la possibilità.
Tre anni fa un caro amico, organista di professione, mi chiamò dalla mia parrocchia: avrebbe acquistato un organo a canne d'occasione, in modo da avere un suo strumento dove poter studiare e ci offriva di collocarlo (a sue spese) nella cantoria della chiesa, lasciandocene pieno e libero uso per le attività liturgiche e chiedendo, in cambio, il libero accesso per lo studio quando non in contrasto con le attività suddette. Si proponeva, in fine, di corrispondere alla parrocchia una cifra da definire a titolo di rimborso delle spese "elettriche e di riscaldamento".
Oggi il parroco ed il mio amico sono giunti alla firma di una scrittura privata ed il mio amico, a cose ormai fatte, si è visto presentare un conto di 750 Euro all'anno.
Al di là dell'infondatezza della cifra, dico io, di cosa stiamo parlando?
Possibile che nessuno si renda conto del REGALO che la parrocchia ha ricevuto? Lo strumento, con due tastiere, pedaliera ed una ventina di registri reali, quanto potrebbe valere "al nuovo"? Non c'erano degli scritti conciliari che invitavano le chiese a tenere nella massima considerazione l'uso dell'organo a canne? Quale logica ci può essere dietro? Ci sono forse dei precedenti?
Chiedo cortesemente a chiunque abbia notizie e/o competenze di aiutarmi a capire...
Massimo Dac