Il concerto dell'organista italiano medio

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Attendiamo con piacere le vostre iscrizioni e suggerimenti per dibattere qualsiasi argomento che vi stia a cuore.

Il concerto dell'organista italiano medio

Messaggioda samueleave » 28/06/2014, 9:07

Lancio una provocazione.
A leggere i programmi della maggioranza dei concerti d'organo proposti in Italia dall'Organista Italiano Medio viene noia e fastidio: brani dei soliti grandi di primo, secondo e terzo Barocco (se siamo fortunati non solo italiano), un obbligatorio tributo a Bach, e conclusione con un Padre Davide da Bergamo quale sintesi ed apogeo della Storia della Letteratura Organistica. E questi programmi vengono proposti ogni mese, ogni anno.... Capisco la grande prevalenza di organi storici nel nostro territorio ma possibile che il '900 sia così ignorato soprattutto da chi dovrebbe fare opera di divulgazione e promozione culturale a 360 gradi? E ci sono copiose opere di '800 e '900 che si potrebbero eseguire anche su organi a 1 manuale e prima ottava corta. Sinceramente, a meno di non andare ad ascoltare grandi interpreti di chiara fama eseguire i grandi autori classici, non perdo il mio tempo per concerti con programmi così insipidi e monotoni. Non mi stupisco se dopo qualche ciclo di concerti siffatti la formula venga a noia anche al pubblico. Il concertista di medie capacità ma che fa onestamente il suo lavoro deve impegnarsi a far conoscere i repertori meno conosciuti ed eseguiti e soprattutto la musica colta del suo tempo. Ma, ancora una volta, non è un problema di tecnica esecutiva ma di cultura.
samueleave
 
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Re: Il concerto dell'organista italiano medio

Messaggioda samueleave » 25/10/2014, 8:52

Un recente concerto, visto il buon successo di pubblico e critica, ha confermato alcune mie convinzioni in merito e cioè la necessità di:
1. di rinnovare le proposte musicali senza timori (se la musica e l'esecuzione sono buone anche il contemporaneo funziona e il pubblico addirittura si stupisce che qualcuno ancora scriva musica e che esista qualcosa oltre agli eterni classici !!);
2. di integrare più forme espressive (lettura interpretata, arti figurative e musica ad esempio);
3. di restituire ruolo e dignità agli organi nelle chiese ("l'organo filosofo" di Widor...!) proponendo riflessioni in musica su temi necessariamente sacri
(misteri della fede, tempi liturgici, sacre scritture etc...). Da cui segue il ruolo MINISTERIALE dei concerti (d'organo) nelle chiese e non solo della musica liturgica. Nel luogo sacro per eccellenza, circondati da opere d'arte sacra stratificate da secoli di storia, la proposta musicale dei concerti non può che essere al servizio della religione. A tal proposito invito tutti a (ri)leggere la Lettera della Sacra Congregazione per il culto divino del 5 novembre 1987: "I concerti nelle chiese".
samueleave
 
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Re: Il concerto dell'organista italiano medio

Messaggioda Bombardone93 » 23/11/2014, 21:13

Parole sante quelle scritte da Samuele Ave! Segnalo, per completezza, un collegamento al documento "I concerti nelle chiese" promulgato nel 1987 dalla Sacra Congregazione per il Culto Divino: http://win.organieorganisti.it/concerti ... chiese.htm .
Bombardone93
 
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Re: Il concerto dell'organista italiano medio

Messaggioda pal5 m+a » 25/11/2014, 22:44

Non sono organista né musicista ma appassionato della musica d'organo e vedo che pure il sig. Samueleave è uno di quegli organisti che hanno contribuito all'abbandono della musica per organo. La colpa non è della musica per organo ma del modo di organizzare un concerto: poca intraprendenza, fretta, sudditanza a qualche parroco, squallore. Spesso non vi degnate neppure di presentare i brani scelti oppure se lo fate usate fretta e sciatteria. Non vi concedete al pubblico, un poco di teatralità non guasterebbe, non insegnate i brani nel loro momento storico, non date al pubblico la minima spiegazione tecnica : suonate, ricevete applausi solo perché si fa così e poi via a casa. Samueleave dice che è problema di cultura: siete voi i primi a non darla e noi ascoltatori rimaniamo come prima: ignoranti. Sono argomenti tecnici difficili ma piano piano possono entrare nella piccola nostra cultura. Anche la parte tecnica dell'organo può suscitare interesse, addirittura qualche giovane potrebbe approfondire: ma col vostro modo di fare non credo proprio. Concedetevi al pubblico prima del concerto, rispondete alla domande, soddisfate la curiosità di noi ascoltatori e piano piano anche la musica d'organo riavrà il piedistallo che merita. La teatralità seria giova e molto in tutte le espressioni artistiche e non. Se non siete in grado di farlo personalmente fatevi accompagnare da qualche competente, vedrete che gli applausi di fine concerto non saranno solo di prassi. ciao maurizio
pal5 m+a
 
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Re: Il concerto dell'organista italiano medio

Messaggioda samueleave » 07/12/2014, 2:04

Le critiche di Maurizio sono serie e pertinenti e per questo ti ringrazio: credo che stia alla professionalità di ogni artista trovare le soluzioni più adeguate per ogni tipo di pubblico, luogo ed evento; con la doverosa precisazione che la chiesa non è un teatro e che a teatro non sempre gradirei che il musicista mi facesse l'esegesi di quanto suonerà. Appunto per poter dire alcune parole sulla musica di Messiaen e per dare spazio a letture alternate ai brani musicali mi trovo a dover fare alcuni tagli sulla partitura originale di uno dei suoi grandi cicli. Il tutto per far durare il concerto in quei 50-60 minuti di attenzione che si possono al massimo pretendere da un pubblico che lo ascolta per la prima volta. Vi chiedo: è lecito se il fine è quello di appassionare il maggior pubblico alla (sua) musica? o vado a far violenza proprio a quel senso di atemporalità che vuole creare? In generale avrete capito che vorrei discutere se, quando e come si possano "tagliare" le partiture.
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Re: Il concerto dell'organista italiano medio

Messaggioda samueleave » 30/09/2015, 22:28

Dopo qualche anno di frequentazioni dei programmi dei concerti che si consumano nella nostra piccola Italia mi si rende evidente che la principale causa della tanto lamentata decadenza della figura di organsita di Chiesa è l'organista di Chiesa stesso. Mi spiego: fatte le debite eccellenti eccezioni vengono troppo spesso proposti: 1.raffazzonati concerti "antologici" di debole filo logico, 2. brani a tema pasquale in tempo d'avvento e viceversa, 3. pot-pourri di sacro, profano e provocatorio, 4. scambi di concerti (e di favori) tra rassegne.
Se l'organista di Chiesa non sa promuovere l'arte sacra con programmi (concertistici, liturgici e paraliturgici) conformati al tempo liturgico, alla fede, al luogo ed alla tradizione che ha il dovere morale e professionale di rappresentare è naturale e giusto che la Chiesa se ne sbarazzi: come potrebbe trovare nelle miriadi di queste mediocri proposte musicali il più piccolo valore di pastorale e di fede?
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Re: Il concerto dell'organista italiano medio

Messaggioda samueleave » 17/11/2015, 23:07

ops! dimenticavo nell'elenco precedente: 5. programmi di sala con curricula fitti fitti lunghi tre pagine e programmi/note al programma (se per miracolo presenti) striminziti; 6. annunci di concerti nei quali c'è ben in evidenza chi suona ma mai che cosa!
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Re: Il concerto dell'organista italiano medio

Messaggioda samueleave » 10/01/2017, 0:52

Per passare alla "pars construens" di questo topic vorrei proporre di stilare a beneficio di tutti una sorta di elenco delle possibili "tipologie" di concerto - evento musicale per organo realizzabile in chiesa nel pieno rispetto di normative e tradizione. In attesa di altri contributi mi viene in mente: concerto antologico con brani in ordine cronologico; concerto tematico per tema religioso, per tempo liturgico, per tema iconografico; concerto monografico su un compositore, una forma musicale o una melodia; concerto con letture o riflessioni; lezione-concerto esplicativa dello strumento organo, di un compositore, di una forma musicale; elevazione musicale; azione liturgica o paraliturgica con programma musicale.
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