la codificazione ufficiale della mediocrità

Questo nuovo spazio è rivolto a chiunque svolga attività di organista a qualsiasi titolo, nonché a coloro che seguono il mondo dell'organo e della musica organistica come semplici appassionati.

Attendiamo con piacere le vostre iscrizioni e suggerimenti per dibattere qualsiasi argomento che vi stia a cuore.

In risposta alla giusta querela di Simone Campanini

Messaggioda Macinanti » 31/01/2015, 17:21

Ho conosciuto bene Oscar Mischiati, con lui ho redatto parte del censimento degli strumenti del territorio provinciale bolognese. Taciturno, appena entrava nell'organo si animava e dettava appunti. Ne nacque un archivio di dati e foto che non vide mai la luce mentre fu in vita. È stato recentemente pubblicato su l'«Organo» in tono dimesso con brutte fotografie senza che io ne sapessi nulla. E qui viene il bello, perché l'unico che ha provveduto a citarmi almeno come collaboratore, fu proprio lui, Mischiati, in un suo scritto introduttivo. Ecco: era così. Gli si possono attribuire difetti di relazione, ma non mancò mai di esprimere la verità, la sua verità, s'intende. Come quel giorno che lo salvai da una folla inferocita di signore fans del tenore Carreras che Mischiati, in piedi nella sala del Palazzo dei Congressi di Bologna, apostrofava a gran voce come «cane-torero»! Le affermazioni che cita Campanini sono realmente gravi e sono parte di quell'integralismo che ha "sterilizzato" il nostro mondo organistico. Si è fatta piazza pulita dei grandi monumenti del '900 demoliti al grido «è di fattura industriale». Stessa chiusura per i restauri: via tutte le sedimentazioni storiche, applicazione di temperamenti inesistenti, di ogni scomodità possibile, di ogni arcaicismo. E la conseguenza all’organo “museo” è la blasfemia delle chitarre che invadono le nostre liturgie.
Come poteva poi fiorire la costruzione di organi nuovi in questo mondo ingessato? E ora, ecco l'avvento dell’Hauptwerk. In una chiesa barocca del centro di Milano se ne è inaugurato uno proclamandolo Cavaillé-Coll (!) Hautwerk: l'organista allucinato si bea col cyber-sex.
Quali le colpe di Mischiati? Nessuna. Nessuna se non ci fosse stato un esercito di sudditi del dogma, di emuli (quelli che suonano come un olandese, poi come un francese, poi come un americano, senza accorgersi di avere un cervello); nessuna se si fosse continuato ad usare il pensiero; nessuna se ci fosse stato qualcuno a rivaleggiare col suo oggettivo sapere che ne faceva un punto di riferimento.
Ora urgono Concordia, Temperanza, Laicità, Libertà di pensiero e occasioni di confronto. Serve la voglia di imparare non dall'ipse dixit, ma dalla storia, scoprendo che ha lasciato tracce elastiche che si aprono ad infinite soluzioni di progresso.
Macinanti
 
Messaggi: 0
Iscritto il: 19/11/2014, 21:42

la codificazione ufficiale della mediocrità

Messaggioda esseci » 19/02/2015, 21:29

Caro Paolo Bottini,

desidero commentare le parole di Oscar Mischiati da te riportate in http://liturgiaetmusica.blogspot.it/201 ... hiati.html nelle quali mi sembra coesistano affermazioni che hanno certamente una validità oggettiva assieme ad altre, invece, del tutto soggettive, ma che l'autore propone come indiscutibili.

Ad esempio, è evidente che il dottor Mischiati non amava negli organi l’estetica tardo-romantica, tuttavia egli si permetteva di definire «infimo» il gusto di coloro che invece tale estetica apprezzano!

Sappiamo, inoltre, che egli deprecava la «manomissione e la distruzione di centinaia di insigni strumenti» ottocenteschi da parte della cosiddetta “riforma ceciliana” la quale, invece, non può essere stigmatizzata i maniera assoluta: è naturale che ad un certo punto anche gli organisti italiani, posti davanti al confronto con le scuole d’oltralpe, iniziassero ad auspicare una adeguamento dei canoni costruttivi a quanto, da secoli, si faceva nel resto d’Europa (a partire dalla, pur non entusiastica, “risposta” di Luigi Lingiardi alla lezione dell’organaria francese coeva: non si dimentichi che le cinque tastiere di Saint-Sulpice sono del 1862, quando l’anno precedente in Italia Luigi Lingiardi sperimentava il suo nuovissimo “organo-orchestra” a Trino Vercellese e solo nel 1882 i Serassi costruivano un, all’epoca rarissimo tre tastiere a Ragusa Ibla e per questo definito “organum maximum”).

Il mondo stava cambiando in tutti i suoi aspetti con un rapidità mai vista fino ad allora: è ovvio che anche per l'organo a canne venne sentito il desiderio di adeguarlo al mutamento dei gusti.

Pienamente d'accordo, invece, sugli abusi, laddove, cioè, un manufatto di qualità è stato sostituto o malamente tramutato in un oggetto che poco ha a che vedere con l'arte di costruire organi.

È stato un male aver perso tanti insigni organi? Certamente sì, se al loro posto si è realizzato qualcosa di scarsa qualità, ma questo giudizio, con le dovute eccezioni, risente pesantemente dei gusti personali ed è per questi aspetti che non mi posso ritrovare totalmente in accordo con le idee di Mischiati, idee che non mi fanno arrabbiare, invece mi deludono e mi ricordano una quantità di occasioni mancate, poiché ogni lavoro in cui egli veniva coinvolto (cioè praticamente tutti...) andava eseguito secondo la sua personale estetica, del recupero a tutti i costi dell'"antico" ed eliminazione di tutto ciò che era stato realizzato, diciamo, a partire dall'"epoca" ceciliana in poi, fossero anche le proporzioni di 1 a 10.

Ad ogni modo, proprio grazie soprattutto all'instancabile opera di Oscar Mischiati (e credo nessuno ne disconoscerà mai i meriti), sono state recuperate centinaia di organi *realmente* storici in tutta Italia, ritengo tuttavia che la lettura di questo genere di scritti vada affrontata oggi con un profondo e maturo spirito critico.

Simone Campanini,
organista del Duomo di Parma
esseci
 
Messaggi: 0
Iscritto il: 04/02/2015, 0:14

Re: la codificazione ufficiale della mediocrità

Messaggioda Cinghiale » 23/02/2015, 9:06

Oggi, a differenza di altre epoche, almeno a parole, abbiamo imparato a rispettare l'evoluzione temporale delle opere d'arte, nell'ambito delle diverse Scuole Nazionali; tuttavia, nelle altre Nazioni, l'evoluzione è esistita e rappresenta quasi un continuum, senza punti di brusca frattura, giacché l'Organo a più tastiere era un dato acquisito, mentre, in Italia, si è seguitato a costruire Strumenti ad una o, al più, due tastiere, con pedaliera di limitate prestazioni non già per ignoranza, bensì perché i nostri predecessori ritenevano quanto succedeva all'estero solamente una superflua complicazione. La cosiddetta riforma Ceciliana ha apportato danni perché si sono voluti introdurre ex abrupto elementi fino ad allora estranei, con i ben noti risultati sotto l'occhio e, soprattutto, sotto l'orecchio di tutti: a parziale giustificazione va il motivato intendimento d'arte, perseguito da Maestri di notevole spessore; falcidie di ben altra ferocia si sono perpetrate tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, con l'elettrificazione indiscriminata, sovente ad opera di operai che nulla hanno a che vedere con gli artisti organari. Resta comunque il fatto che, se, sullo Strumento nuovo, vi è piena libertà d'azione, l'opera d'arte del passato deve essere, giustamente, tutelata e questo vale anche per un Gandini od un Vegezzi Bossi a trasmissione pneumatica, Strumenti che rappresentano l'espressione di un movimento artistico che, indipendentemente dall'essere in sintonia con il nostro gusto personale, deve essere considerato; ben diverso è il caso di una selvaggia elettrificazione ai danni di un Serassi o di un Callido, magari accompagnata dalla sostituzione delle file di mutazione, specie se in terza, con fondi di stretta misura.
Veramente esecrabile spacciare gli elettrofoni per Organi: trattasi, appunto, di elettrofoni, il cui uso è da limitarsi all'esecuzione di quelle partiture che li richiedano espressamente; tanto è vero che il fu Rev. M.o Corrado Moretti, nella sua nota opera sull'Organo Italiano, stigmatizza come improprio il termine Organo riferito a questi oggetti.
Cinghiale
 
Messaggi: 0
Iscritto il: 08/10/2013, 22:14

Re: la codificazione ufficiale della mediocrità

Messaggioda filippo » 26/02/2015, 22:37

al di là di tutto, e ora lavorandoci pure nel campo veramente vario e interessante dell'arte organaria, devo purtroppo constatare che in Italia la pletora di strumenti dissimulati dietro i cori, dietro addirittura quadri, dentro casse o nicchie o loculi stride con i grandi strumenti di aspetto imponente e dignitoso che invece abbondano in Europa... e con tutta la buona volontà, definire testimonianze artistiche o di pregio i numerosi strumenti degli anni 50-90 concepiti in Italia senza una dignità architettonica, vuoi per vincoli artistici o per mera volontà di occultare l'orgnanoi mi sembra eccessivo.. Viaggiando per la francia e ammirando strumenti favolosi esteticamente e architetturalmente .. mi dolgo dei tanti "trattori" all'italiana con consolle in formica e plastica, corpi d'organo dissimulati dietro cori, chiusi in orrendi cassettoni o allocati a cielo aperto con mostra di canne a palizzata, senza cassa... ecco.. volerli pure assurgere a strumenti "artistici" mi sembra veramente eccessivo..
filippo
 
Messaggi: 0
Iscritto il: 06/03/2014, 10:18


Torna a Benvenuto nella nuova piazza dedicata agli organisti e agli appassionati d'organo italiani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti