Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Questo nuovo spazio è rivolto a chiunque svolga attività di organista a qualsiasi titolo, nonché a coloro che seguono il mondo dell'organo e della musica organistica come semplici appassionati.

Attendiamo con piacere le vostre iscrizioni e suggerimenti per dibattere qualsiasi argomento che vi stia a cuore.

Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda Pier Paolo Donati » 06/02/2016, 21:33

Da qualche tempo nella rivista che dirigo, «Informazione Organistica», si vanno pubblicando contributi e documenti per una storia del restauro degli strumenti storici a tastiera, anche alla luce delle leggi emanate in Italia sulla tutela dei beni culturali.

Nell’articolo che potete leggere cliccando il seguente collegamento http://win.organieorganisti.it/Newslett ... oantri.pdf , riferisco a futura memoria le azioni poste in essere contro l’applicazione della legge 1089 del 1939, ed altri episodi che rendono conto di quale fosse l’aura del tempo e quali le ragioni di un cambiamento del gusto musicale.

Se la storia è maestra di vita, quando si voglia contrastare l’attuale deriva va tenuto conto di quello che è accaduto in passato; anche se i cambiamenti imposti nell’organizzazione degli uffici centrali e periferici della tutela dimostrano come oggi le condizioni per porre in valore l’insostituibile patrimonio musicale italiano, parte rilevante della civilta occidentale, siano se possibile ancora peggiorate.

Sui temi che interessano il Forum, non si vede salire all’orizzonte un futuro radioso né per gli organi storici né per gli organisti; difatti, per quanto l’AIOC si sia battuta dal 1994 ad oggi, la Gerarchia continua a non dar segno di voler tornare a servirsi degli organi nella celebrazioni dei riti.

Avendo visto all’opera il ‘meccanismo’ della tutela dall’interno, avendo fatto parte della Commissione Nazionale per il restauro degli organi storici insediata nel 1991 presso il Ministero dei Beni Culturali, sono giunto alla conclusione che per frenare la tendenza che sta portando all’estinzione la professione d’organista ci si debba appellare ai competenti uffici amministrativi e giurisdizionali per far rispettare il dispositivo di legge che vincola le opere d'arte al pubblico godimento. Tradotto: i quadri, gli affreschi e le statue si debbono poter vedere; gli organi si debbono poter ascoltare.

D’altra parte, anche la sempre più diffusa tendenza ad istituire un biglietto d’ingresso per accedere ai luoghi di culto ricchi di opere d’arte, tra cui sono compresi gli organi storici, offre materia da sottoporre alla valutazione degli uffici sopra citati. Certo, sarà anche necessario il sostegno di un movimento d’opinione; per questo, in accordo con il direttore del Forum e affiancato da amici e colleghi scrivo queste righe per chiedere la vostra opinione.

Pier Paolo Donati
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Re: Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda Tonino » 09/02/2016, 10:41

Egregio Professor Donati,

se Lei ritiene - come credo sia giusto - correggere finalmente la "distorsione storica" per la quale si è fino ad oggi creduto che per suonare la musica del grande Frescobaldi il meglio del meglio siano il tardo-gotico organo di S. Petronio in Bologna e i superstiti organi degli Antegnati, penso di interpretare il desiderio di tanti lettori se Le chiedo di voler cortesemente meglio esplicare quale sia la strada da intraprendere, dato che nel Suo scritto Lei ne ha dato solo un piccolo accenno...
Tonino
 
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Re: Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda Pier Paolo Donati » 09/02/2016, 12:53

Gentile Signor Tonino,
qui posso solo dar cenni. A Roma si praticavano organi e cembali «all’ottava bassa», come quello di Santa Maria in Trastevere che Frescobaldi suonava nel 1607. A seguito del suo restauro da parte dell’ICR, durante i concerti di inaugurazione tenuti nel 1998 da G. Leonhardt e da L. F. Tagliavini, si sentì bene quanto le pagine più note del ferrarese variassero di senso mutando di veste sonora. A Roma si praticavano i ‘tasti spezzati’, e si poteva disporre di strumenti ‘enarmonici’ o ‘cromatici’; qualche organo poteva offrire due tastiere, e avere un autonomo registro di pedale; diffusi anche Flauti coperti e registri «a cannello», oltre ad ance a tuba corta o con «trombe di piombo alte»: indicazioni di un mondo sonoro di cui si era perso il ricordo, e che le nuove ricerche portano in luce. Su questi strumenti gli effetti tardorinascimentali e gli affetti del primo Barocco acquistano se posti a confronto un significato più prossimo al ‘suono storico’ desiderato. Una volta ebbi ad illu
strare il concetto che lo strumento storico è il miglior maestro; per dire che da lui discendono le prime ed inequivocabili indicazioni di prassi esecutiva.
Un cordiale saluto. Pier Paolo Donati
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Re: Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda faustocaporali_ » 11/02/2016, 8:57

L'organo è alla fine della sua storia? Il restauro di uno strumento sembra sancire che l'attuale epoca non ha nulla di originale da dire e dunque che occorre rifare la storia già percorsa. In altre parole è l'affermazione che il presente è morto e che bisogna riconoscersi in un passato mitico. Ne consegue che più si restaurano strumenti e più si impedisce il presente e si uccide il futuro. Infatti, la cultura organistica vive praticamente di riesumazioni di musiche del passato e dunque di oggetti artistici che rispondono a sensibilità di altre epoche e persone. La contemporaneità non può che ignorare un mondo che si astrae dalla sua disponibilità nel volergli imporre modelli e valori che non le corrispondono e di cui ha abbondantemente sostituti.
Il cortese lettore può approfondire leggendo per intero il mio riscontro allo scritto di Pier Paolo Donati cliccando il seguente collegamento http://win.organieorganisti.it/Newslett ... porali.pdf . Grazie per la cortese attenzione.
faustocaporali_
 
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Re: Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda Pier Paolo Donati » 12/02/2016, 11:46

Sono grato a Fausto Caporali per l’attenzione, ma vedo che non mi sono espresso con chiarezza. Non ho inteso fare «una disamina spassionata dello stato presente dell’organo italiano per perpetuare a futura memoria le cause del generale “calo di interesse per i problemi della conservazione e della tutela”», ma riferire delle «azioni poste in essere contro l’applicazione della legge 1089 del 1939», allegando «episodi che rendono conto di quale fosse l’aura del tempo» per non perdere dati utili ad «una storia del restauro degli strumenti storici a tastiera» in preparazione. Non ho scritto con «provocazioni un po’ supponenti» su «come si deve essere organisti» o su «cosa si deve suonare», ho osservato che gli eredi di Merulo e dei Gabrieli, «di Girolamo Frescobaldi e di Antonio Vivaldi le cui musiche Giovanni Sebastiano amò tanto da trascriverle, non paiono tutti in grado di porre nel valore che merita l’immensa ricchezza del lascito; che oltre alle intavolature per organo e cembalo comprende gli strumenti»; eredità che può ancora assicurare il pane a l’organista se ci si vorrà «appellare ai competenti uffici amministrativi e giurisdizionali per far rispettare il dispositivo di legge che vincola le opere d'arte al pubblico godimento». D’altra parte, già Enrico 51 nel giugno 2015 scriveva nel Forum: «occorrerebbe obbligare i responsabili delle varie chiese a mettere a disposizione gli strumenti a persone qualificate […] si sentirebbe più spesso suonare l’organo e anche qualche giovane si appassionerebbe»; e ad agosto 2015 Maurizio da Modena precisava: «Chiedete alle Belle Arti, ai Ministeri della cultura che obblighino questi personaggi ad una maggiore disponibilità; di fare visite fiscali agli organi restaurati e lasciati ammuffire».
Accusato impropriamente di provocazione, osservo che caso mai è la frase «L’organo è stato ucciso dai restauratori» ad assumere tale caratteristica; difatti, non mi risulta che essi abbiano contrastato le arti del nostro tempo «magnifiche e progressive, che soddisfano il senso estetico attuale», ma lasciato che venissero applicate dove si è creato «il nuovo» e non si è mantenuto «il vecchio», come a Cremona. Circa l’organo di Naumburg, ho avuto il privilegio di tenervi un concerto prima e dopo il ripristino: a mio giudizio l’opinione dei colleghi tedeschi è fondata; per Frescobaldi, nella basilica romana dei XII Apostoli si progetta uno strumento con caratteristiche desunte dalla ricerca storica, a cui forse si vorrà riconoscere una qualche utilità.
Non sapremo mai come suonava un Antegnati uscito dalle mani di Graziadio, come non sapremo mai quali fulgori cromatici arricchissero un quadro di Giorgione uscito dal suo pennello; per questo si pone il ‘suono storico’ tra virgolette e si guarda un dipinto tenendo conto della ‘patina del tempo’. A meno che non si voglia seguire le idee dei Futuristi, che cento anni fa esordendo con Uccidiamo il Chiaro di luna intendevano distruggere i musei. Pier Paolo Donati
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Re: Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda Pier Damiano Peretti » 12/02/2016, 19:58

“Al cortese lettore...”

A mio parere Pier Paolo Donati riapre un dibattito che in epoca organisticamente “postideologica” si sperava ormai archiviato (=riforma e controriforma nell’organaria italiana...), sollevandone anche di nuovi (=quale organo per Frescobaldi?). Da addetto ai lavori mi permetto di dire la mia, indirizzando al Professore una replica che spero essere di interesse comune: si può leggere cliccando il seguente collegamento http://win.organieorganisti.it/Newslett ... oantri.pdf .

Ringrazio per l’ospitalità, oltre che per l’attenzione di chi vorrà leggere.

Pier Damiano Peretti
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Re: Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda Pier Paolo Donati » 13/02/2016, 13:06

Caro Peretti concordo con Lei, a cominciare dallo strumento musicale come mezzo espressivo dove «cogliere l’attimo in cui il pensiero oltrepassa la materia», per giungere a trascenderlo. L’ho sperimentato ai tempi universitari improvvisando alla Dave Brubeck o in stile fugato secondo le inclinazioni dei clientes del piano bar dove ‘arrotondavo’; l’ho toccato con mano quando alla fine del restauro convertivo in suono la pagina del Cinquecento sull’organo rinascimentale oggetto delle nostre cure.
Nell’accettare di buon grado l’invito a riflettere, assicuro quindi che le chimere del ‘suono originale’ e della ricerca organologica non mi fan velo; ma si mondi della cenere il capo, ché l’abbinamento organo di San Petronio-Frescobaldi era il pretesto per ridire come il mondo sonoro di primo Seicento fosse diverso da quello trasmessoci dalla musicologia tradizionale: intenta a pestare nel mortaio la «sostanza d’un buon Organo» con dieci o nove registri ad anima (Barcotto 1652), a coltivare il mito degli Antegnati ‘solitaria stella’, a diffondere la leggenda del Grande Costruttore fiammingo, senza cui il misero maestro italiano sarebbe rimasto nell’ignoranza.
Anch’io ritengo labile il legame tra Frescobaldi e gli organi del tempo: la sua speculazione è tra le espressioni più alte di una delle civiltà musicali europee, quindi resta assoluta. Volevo ripetere che negli organi di Venezia, Ferrara, Firenze, Roma vi sono (o vi erano) Raddoppi che danno profondità e ‘calore’ di suono ignoti alle manifatture lombarde; che negli organi all’ottava bassa si praticavano tutte le tessiture, compresa quella del sedici piedi, che i colori delle ance non erano ignoti al ferrarese.
Sull’odierno «cambio di prospettiva nel gusto musicale», vi è una nota nella replica a Caporali; sulla «monocultura dell’antico che non ha riscontro in altri paesi europei» va detto che il numero di strumenti storici presenti nel Paese non è paragonabile a quello d’Oltralpe, e che tra gli scritti di Giorgio Vasari e quelli di Emilio dei Cavalieri si trovano le basi della storiografia musicale, non solo di quella figurativa; e questo accade in Italia e non in Europa.
Lei parla di globalizzazione. Ogni epoca ha in serbo una corona di spine; ma come di solito capita, non tutti ne han cinta la fronte. Tra chi all’estero tiene alto il prestigio della ricerca e della cultura e chi in Patria si affanna v'è forse il rapporto di uno a mille. Per tentar di lenire le piaghe inferte da quegli aculei agli organisti nostrani ho proposto di appellarsi ai «competenti uffici amministrativi e giurisdizionali per far rispettare il dispositivo di legge che vincola le opere d'arte al pubblico godimento». Cominciamo ad opporsi alla dissennata globalizzazione chiedendo il rispetto di quanto disposto, formando allo scopo un movimento d’opinione.
Caro Peretti, è stato un piacere leggerLa. Auspico anch’io un’occasione d’incontro e intanto La saluto da Firenze con cordialità. Pier Paolo Donati
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Re: Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda Moderator Fori » 29/04/2016, 11:28

Per ulteriore approfondimento, segnaliamo il testo integrale della relazione di Francesco FINOTTI al III Convegno sull’organo italiano (Treviso, settembre 1998) intitolato "Creatività nell’organaria contemporanea, ovvero: dell’organo eclettico": lo si può leggere cliccando il seguente collegamento http://win.organieorganisti.it/Newslett ... o-1998.pdf .
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Re: Sul Giovanni Sebastiano 'de noantri'

Messaggioda Pier Paolo Donati » 05/05/2016, 8:25

Poesiola organologica
dedicata www.forumorganisti.it
nella ricorrenza del 3° mese dell’Appello all’Unione ivi lanciato
e nel bicentenario (meno cinque) del fatale 5 Maggio
Petrus&Paulus de Florentia


I
Tutti pensan che l’organo
Non torni al fasto antico?
Allor la guancia porgano
A quanto già il nemico
Si appresta loro a infliggere
Che questo ben gli stà.

II
Non credon più che il musico
Ritorni alla sua gloria?
Lasciamo che nel ludico
solismo senza storia
Ancor per poco credano
Che presto finirà.

III
Noi siam come pulviscolo
Da soli contiam poco!
Tutto per noi è un ostacolo
E non troviamo loco
Per non farli procedere
In tanta iniquità.

IV
A noi manca l’anelito
Per non restar sommersi
Per far che d’ogni palpito
La forza si conversi
In moto da far cedere
La somma autorità.

V
In quanto siamo deboli
Questa sembra nemica!
Non ci mostriam cedevoli
E con virtude antica
La forza che fa vincere
Infine tornerà.

VI
Dobbiamo alfin comprendere
Che quando insieme e uniti
Possiamo anche pretendere
Di essere sentiti.
Cessi il servile encomio
E oltraggio finirà.
Pier Paolo Donati
 
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