«Ad ogni chiesa il suo maestro di cappella» (don A. Parisi)

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«Ad ogni chiesa il suo maestro di cappella» (don A. Parisi)

Messaggioda Moderator Fori » 25/02/2021, 12:07

Nel febbraio del 2001 il sacerdote barese Antonio Parisi, consulente musicale della CEI e docente di solfeggio in Conservatorio, pubblicava sulla rivista «Vita Pastorale» lungimiranti auspici riguardo l'attività di organisti e maestri di cappella nelle chiese italiane: Paolo Bottini, all'epoca segretario nazionale della Associazione Italiana Organisti di Chiesa, presenta, vent'anni dopo, un sommario resoconto delle vicende liturgico-musicali e organistiche succedutesi nel frattempo, chiedendosi se il "sogno" di don Parisi possa mai veramente divenire realtà... Per leggere il contributo di Paolo Bottini - ed eventualmente commentare - cliccare http://liturgiaetmusica.blogspot.com/20 ... pella.html .
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Re: «Ad ogni chiesa il suo maestro di cappella» (don A. Pari

Messaggioda lorenzo » 27/02/2021, 13:49

Bravo Paolo!
Se tutti noi organisti avessimo almeno la metà della tua tenacia avremmo già raggiunto grandi traguardi.
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Re: «Ad ogni chiesa il suo maestro di cappella» (don A. Pari

Messaggioda Dante » 01/03/2021, 1:00

Purtroppo è anche inutile ripeterlo... è un sogno e tale rimarrà per moltissimi anni, forse per sempre. La chiesa cattolica, specialmente quella italiana, è totalmente disinteressata all'ambiente musicale e alla musica come altra modalità di catechesi (figuriamoci di cultura). Suono da oltre 20 anni per più di 3 diocesi differenti (ho iniziato come organista amatoriale, successivamente con diploma diocesano e ad oggi con diploma di conservatorio vecchio ordinamento) e noto che la linea è la stessa per tutti: ormai i don io li chiamo semplicemente gli impiegati di Dio. Sono i primi a non essere interessati ad essere pastori, e quelli che fanno i pastori pascolano sé stessi. L'assemblea è utile per pagare i lavori necessari in comunità e per avere la classica cerchia ristretta che serve ad incensare azioni/scelte di dubbia necessità. Di abusi liturgici ne ho visti di tutti i tipi, figuriamoci quanto interessa avere un organista dedicato.
La cosa più raccapricciante è vedere quante azioni fiscalmente più che discutibili accadono dentro le mura sacre delle chiese senza che nessuno apra bocca, a cominciare dallo Stato che dovrebbe (se non interessato al lavoro della gente) almeno a ricavare denaro dalle tasse dei lavoratori... e non solo. E sicuramente quante persone dell'arma che sono a conoscenza di tutto ciò ma che lo permettono come se nulla fosse.
E' chiaro che chiesa e Stato sono una bella coppia interessata a tutt'altro che a riportare una degna musica in chiesa.
E' un bel sogno immaginare di avere un ruolo di questo tipo dove viene premiata la capacità e la competenza e dove veramente il musicista da chiesa può fare catechesi con la sua musica, ma purtroppo rimarrà tale.
Peccato... più per l'assemblea che per le orecchie tappate dei nostri impiegati di Dio.

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