Il suono dell'organo in Quaresima e Avvento

Al numero 313 dell'Ordinamento Generale del Messale Romano sta scritto: “In tempo d’Avvento l’organo e altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore. In tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima), le solennità e le feste”.
Noto con amarezza e dissenso come la tutta italiana cultura dell'eccezione e della deroga invalga anche nei più colti e tradizionalisti ambienti organistici.
Lo testimonia il proliferare, consenziente clero, di numerose iniziative liturgiche, para-liturgiche o concertistiche in tempo di Quaresima come di Avvento. Queste attività infatti, peraltro lodevoli in altri tempi liturgici, erodono ulteriormente i valori, i significati e le tradizioni che noi organisti dovremmo vivificare, appiattendo la presenza dell'organo ad una mera notificazione di presenza, nell'inconscio timore che presto ci si possa addirittura dimenticare di esso. “Purchè l'organo non taccia!”. E l'esperienza del deserto-silenzio con tutte le sue implicazioni liturgiche, musicali ed extra-musicali? E i veli quaresimali che un tempo coprivano in questi giorni le canne dell'organo e ne attutivano il suono? E le vecchie celeste e le campane di legno del Venerdì Santo? Perchè piuttosto non recuperare proprio in questi giorni il più quaresimale suono di un armonium altrimenti dimenticato? Allora sì che il silenzio dell'organo in Quaresima sarà assordante come i suoi trionfi musicali nella gioia della Resurrezione.
Noto con amarezza e dissenso come la tutta italiana cultura dell'eccezione e della deroga invalga anche nei più colti e tradizionalisti ambienti organistici.
Lo testimonia il proliferare, consenziente clero, di numerose iniziative liturgiche, para-liturgiche o concertistiche in tempo di Quaresima come di Avvento. Queste attività infatti, peraltro lodevoli in altri tempi liturgici, erodono ulteriormente i valori, i significati e le tradizioni che noi organisti dovremmo vivificare, appiattendo la presenza dell'organo ad una mera notificazione di presenza, nell'inconscio timore che presto ci si possa addirittura dimenticare di esso. “Purchè l'organo non taccia!”. E l'esperienza del deserto-silenzio con tutte le sue implicazioni liturgiche, musicali ed extra-musicali? E i veli quaresimali che un tempo coprivano in questi giorni le canne dell'organo e ne attutivano il suono? E le vecchie celeste e le campane di legno del Venerdì Santo? Perchè piuttosto non recuperare proprio in questi giorni il più quaresimale suono di un armonium altrimenti dimenticato? Allora sì che il silenzio dell'organo in Quaresima sarà assordante come i suoi trionfi musicali nella gioia della Resurrezione.