Evviva i dilettanti!

Ritengo che prima di affrontare l'argomento ci si debba intendere su che cosa sono i dilettanti di musica. Esistono oltre a coloro che rovinano tutto la domenica anche altri dilettanti: si può essere dei bravi dilettanti se ci si pone un limite a quello che si vuol fare; in altre parole se ci cerca di fare bene le cose che sono alla nostra portata. Non è detto che un brano di difficile esecuzione con un disegno armonico ben costruito e senza errori sia sempre più gradevole di una semplice composizione basata su poche frasi armonizzate con semplicità. Molti grandi autori di musica e J.S.Bach è sicuramente fra questi, hanno scritto pagine indimenticabili di una semplicità sconcertante.
Ultimamente, più volte, anche attraverso articoli di questo forum, si grida allo scandalo ogni volta che si mettono a confronto maestri di musica, quelli con la "M" maiuscola che sanno evitare quinte e ottave parallele, con dilettanti della domenica che rovinano tutto.
Io confesso di appartenere alla categoria dei dilettanti e non per scelta ma per due importanti motivi: il primo dovuto al fatto che non ritengo di possedere i "numeri" per fare il professionista ed il secondo perchè, pur avendo studiato musica praticamente da sempre anche con l'ausilio di professionisti, non ho potuto farlo dedicando il tempo necessario a questa che resta la mia passione perchè la mia vita lavorativa ha preso direzioni diverse.
Però, anche in funzione del fatto che ho conosciuto molti professionisti, frequentando gli ultimi due anni anche il Conservatorio e dando esami, posso affermare che alla maggioranza dei " Maestri " di musica manca una caratteristica che viceversa spesso si trova nei dilettanti: voglio dire il cuore e il sentimento che ti fa scattare un brano o un autore: Forse la professionalità inaridisce il cuore? Oppure il raggiungimento della perfezione trasforma l'artigiano in un robot? Non saprei dirlo con esattezza ma sento che è così.
Più volte si lanciano grida di allarme nei confronti dell'organo che viene utilizzato sempre meno e spesso addirittura dimenticato nelle chiese. Francamente non credo che almeno in Italia l'organista di chiesa tornerà ad essere una professione giustamente retribuita, fatta eccezione per alcune importanti chiese, lo auspico ma mi sembra improbabile. Allora che fare? Occorre incoraggiare più gente a dedicarsi a questo strumento mettendo certamente dei paletti che sono quelli legati alla semplicità delle cose da eseguire, ma i "professionisti" non debbono ingaggiare battaglie impari contro i dilettanti; tutti sappiamo quale grande differenza corre tra un musicista e un umile dilettante. Ma quest'ultimo può essere molto utile alle funzioni religiose. L'assemblea tende a seguirlo perchè lo sente più vicino nella semplicità e perchè la passione che il dilettante riversa nella musica che esegue, sa diventare contagiosa.
Enrico
Ultimamente, più volte, anche attraverso articoli di questo forum, si grida allo scandalo ogni volta che si mettono a confronto maestri di musica, quelli con la "M" maiuscola che sanno evitare quinte e ottave parallele, con dilettanti della domenica che rovinano tutto.
Io confesso di appartenere alla categoria dei dilettanti e non per scelta ma per due importanti motivi: il primo dovuto al fatto che non ritengo di possedere i "numeri" per fare il professionista ed il secondo perchè, pur avendo studiato musica praticamente da sempre anche con l'ausilio di professionisti, non ho potuto farlo dedicando il tempo necessario a questa che resta la mia passione perchè la mia vita lavorativa ha preso direzioni diverse.
Però, anche in funzione del fatto che ho conosciuto molti professionisti, frequentando gli ultimi due anni anche il Conservatorio e dando esami, posso affermare che alla maggioranza dei " Maestri " di musica manca una caratteristica che viceversa spesso si trova nei dilettanti: voglio dire il cuore e il sentimento che ti fa scattare un brano o un autore: Forse la professionalità inaridisce il cuore? Oppure il raggiungimento della perfezione trasforma l'artigiano in un robot? Non saprei dirlo con esattezza ma sento che è così.
Più volte si lanciano grida di allarme nei confronti dell'organo che viene utilizzato sempre meno e spesso addirittura dimenticato nelle chiese. Francamente non credo che almeno in Italia l'organista di chiesa tornerà ad essere una professione giustamente retribuita, fatta eccezione per alcune importanti chiese, lo auspico ma mi sembra improbabile. Allora che fare? Occorre incoraggiare più gente a dedicarsi a questo strumento mettendo certamente dei paletti che sono quelli legati alla semplicità delle cose da eseguire, ma i "professionisti" non debbono ingaggiare battaglie impari contro i dilettanti; tutti sappiamo quale grande differenza corre tra un musicista e un umile dilettante. Ma quest'ultimo può essere molto utile alle funzioni religiose. L'assemblea tende a seguirlo perchè lo sente più vicino nella semplicità e perchè la passione che il dilettante riversa nella musica che esegue, sa diventare contagiosa.
Enrico