Pregare due volte

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Autore: Francesco Rossi

Intervista al segretario AIOC M° Paolo Bottini

Organisti e altri artisti musicali nella liturgia

Un sodalizio tra quanti suonano l'organo in chiesa per veder riconosciuta la loro professionalità e perfezionare la formazione. È lo scopo dell' "Associazione italiana organisti di Chiesa" (Aioc), fondata nel 1994, i cui aderenti si sono incontrati a Roma il 17 e 18 luglio scorsi per la 4a Assemblea nazionale degli organisti e degli operatori musicali nella liturgia. Ai partecipanti è giunto il messaggio augurale del card. Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che ha ricordato la "grande importanza che riveste il canto sacro e la musica nella liturgia, e inoltre anche il suono dell'organo a canne e il conseguente accompagnamento musicale". Nell'occasione, sono state rinnovate le cariche associative: confermato nell'incarico di segretario il cremonese Paolo Bottini, è stato eletto presidente dell'associazione Giancarlo Parodi, docente di organo al Pontificio Istituto di musica sacra di Roma. A margine dell'appuntamento associativo, Bottini ha parlato al SIR dell'associazione e del ruolo dell'organista nella liturgia.

 

Di cosa si occupa l'"Associazione italiana organisti di chiesa"?

 

 

"L'associazione è nata per rispondere all'esigenza di una maggiore professionalità della musica nell'ambito liturgico. Ci rivolgiamo a chiunque svolga in maniera continuativa un servizio liturgico, come organista o direttore di coro, e abbia alcune competenze di base che, come associazione, abbiamo lo scopo di incrementare. Vogliamo valorizzare il musicista di chiesa come figura professionale giuridicamente riconosciuta e pienamente inserita nel tessuto ecclesiale. Il duplice riconoscimento, come professione e come ministero liturgico effettivo, è la conditio sin qua non per arrivare a un miglioramento della qualità della musica al servizio della liturgia".

 

 

Quali attività organizzate?

 

 

"L'associazione promuove corsi per una formazione liturgica e musicale dei soci. Essi prevedono, da ottobre a maggio, lezioni che si tengono a cadenza mensile a Cremona, presso la nostra sede nazionale, in un giorno del fine settimana. Il più importante è il corso d'improvvisazione, unico in Italia dedicato appositamente agli organisti di chiesa. L'improvvisazione consiste nella creazione di musica estemporaneamente, senza seguire uno spartito musicale. Questa pratica è caratteristica degli organisti che fanno un servizio liturgico, e risponde all'esigenza del rito. Essa cambia a seconda dei momenti, dei sentimenti, delle emozioni suscitate dal rito, della lunghezza dei silenzi ecc. L'organista deve sempre sapersi inserire o escludere in maniera ‘elastica', senza essere legato a una partitura".

 

 

Quali argomenti sono stati affrontati nell'assemblea?

 

 

"Abbiamo avuto due relatori principali. Il primo, Carlo Dell'Orto, organaro e organista liturgico, ha fatto un'analisi tecnica sull'uso dell'organo, indicando cosa l'organista debba conoscere della ‘macchina'. L'organo, infatti, è uno strumento complesso e bisogna saperlo usare; inoltre, in Italia c'è una grande varietà di tipologie di strumenti, per cui si può dire che paese che vai, organo che trovi. Franz Comploi, organista titolare del duomo di Bressanone, ci ha poi parlato della situazione liturgico-musicale del Sud Tirolo, dove è forte l'influenza della tradizione austriaca per la musica liturgica".

 

 

Qual è il rapporto tra la musica e l'assemblea?

 

 

"La musica è parte integrante del rito liturgico. Non vuol essere una mera decorazione, bensì un sussidio che eleva lo spirito e la mente e, offrendo un'emozione, rende giustificazione al detto di sant'Agostino: Chi canta prega due volte. Inseriti in un rito, la musica e il canto danno una magnificazione di quello che il rito stesso esprime in quel momento".

 

 

Fra i più giovani, diversi all'organo preferiscono altri strumenti, come la chitarra, che a loro parere permettono un maggiore coinvolgimento. È così?

 

 

"È così nella misura in cui l'organista è incompetente. Se, invece, è bravo e sa inserirsi in maniera professionale nel rito, sa anche educare un'assemblea di ragazzi a cantare persino senza chitarra. Paradossalmente, anche le ‘canzonette' possono essere accompagnate dall'organo, oltre che dalla chitarra o da altri strumenti a corda. Mentre canti meno ritmici, come i corali o il gregoriano, dalla chitarra non possono essere accompagnati...".

 

 

 

 

Note:

Testo pubblicato nel notiziario del S.I.R. (Servizio Informazione Religiosa) n. 54 del 20 luglio 2007, pag. 9 - http://www.agensir.it
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