Padre Narciso da Milano, Musiche per strumenti a tastiera, 1 c.d. S&P Studio – Marco Doni, organo e cembalo

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Padre Narciso da Milano, Musiche per strumenti a tastiera, 1 c.d. S&P Studio – Marco Doni, organo e cembalo

 

È un disco fuori commercio [*] la registrazione che Marco Doni consacra alla musica per strumento da tasto di padre Narciso da Milano. Si tratta di un progetto nato intorno alle iniziative per il centenario dell’organo di Felice Ondei – con interventi di Edoardo Rossi – della Chiesa di San Giovanni Battista in Trenno (quartiere di Milano). Proprio questo strumento, datato 1912, è quello utilizzato nell’incisione discografica vestendo di abiti sonori particolari le opere tastieristiche del religioso milanese. All’organo di Ondei si somma anche un cembalo con il quale viene eseguito il Minuetto che chiude il disco.

 

Tutta la produzione di padre Narciso è racchiusa in un manoscritto datato 1769 conservato presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, nel Fondo Foà. Esso, compilato dal misterioso copista Giuseppe Magni, è stato parzialmente edito per la prima volta da Michelle Bernard nel 1994 [1]. In questa edizione, però, non venivano pubblicati le Cadenze e i Versetti (nonché il Minuetto) che Doni ha registrato.

 

«La figura di padre Narciso da Milano è rimasta per secoli nell’ombra» recita, a ragione, l’incipit del testo del libretto redatto dallo stesso Doni. Ma vi è di più. Recentemente, infatti, l’identificazione tradizionale di padre Narciso con Giuseppe Burocco da Monza (avanzata da Bernard e ripresa da Doni nel suo testo) è stata messa in discussione da Matteo Marni [2]. Poiché Burocco prese sì il nome religioso di padre Narciso – ma padre Narciso «da Monza» – è molto probabile, alla luce della poca documentazione d’archivio superstite, che l’identità dell’organista autore della musica del manoscritto del Fondo Foà sia ancora da individuare. Per ora, è stato possibile collocare la sua data di nascita nel primo decennio del Settecento e quella di morte post il 1762. È noto, inoltre, che risiedette in S. Angelo a Milano e che nel 1740 fu parte della commissione per la nomina del secondo organista del Duomo sedendo, tra gli altri, con Giovanni Battista Sammartini. Nel 1762 collaudò poi l’organo della parrocchiale di Oggiono (LC).

 

Il corpus delle sue composizioni è prezioso in quanto getta luce sulla prassi organistica milanese settecentesca, un ambito per il quale non molta musica scritta è arrivata fino a noi. Doni ne è consapevole – lo evidenzia nel libretto – e il suo disco ne dà prova. Sembra mancare, ancora oggi, però, una registrazione dell’omnia di padre Narciso su uno strumento a lui coevo. Mancano anche studi sul suo stile compositivo in relazione al contesto in cui operò. Insomma, il lavoro su questo autore è solo all’inizio.

 

Federico Terzi 

 

[*] è comunque possibile ottenerlo scrivendo tramite il modulo-contatti del presente sito internet

[1] Edizione disponibile in rete su Petrucci Music LibraryEsiste anche un’edizione Armelin a cura di Maurizio Machella.

[2] M. Marni, Storia, teoria e pratica della musica nei conventi francescani dell’Italia settecentesca: il caso di Milano, in «La musica nel Settecento francescano», a cura di Alberto Annarilli, Universitalia, Roma 2023, pp. 11-44.

 

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