Prospettive sinfoniche - 1 c.d. «Motette» di Davide Paleari

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Prospettive Sinfoniche – Davide Paleari an der Balbiani/Mascioni Orgel vom Dom San Lorenzo, Voghera, Italien – Motette CD 15010 – Musiche di Ch. Tournemire, L. Vierne, S. Marcianò, G. Merkel, J. Reubke

 

Davanti a un nuovo CD così variegato nella scelta dei brani vengono subito alla mente le discussioni sul tema del rapporto fra compositore e interprete; da tempo si persegue la comune convinzione che vada sempre rispettata l’intenzione dell’autore e che occorra fare il possibile affinché l’esecuzione sia fedele al testo scritto e allo stile di un’epoca; una corrente un po’ più marginale si pone in maniera istrionica e personale rispetto all’opera, lasciandosi coinvolgere dall’ispirazione per far emergere la propria creatività al di là di storicismi e attinenze. Dunque, è la musica che serve all’interprete o è l’interprete a servirsi della musica? In realtà la risposta sarebbe semplice se solo si pensasse che oggi il musicista-interprete è in realtà un attore che si riveste di panni altrui e di volta in volte ne assume l’identità; essendo poi il nostro con tutta evidenza il tempo dell’”Uomo senza qualità”, ne deduciamo che si ha bisogno di un passato che ci renda portatori di senso, non avendone uno in tasca; questa premessa può spiegare come possono convivere sotto le mani di un esecutore dei tempi moderni anime così diverse e pressoché agli antipodi come un Vierne e un Reubke, un Tournemire e un Marcianò; è l’essenza della nostra cultura che vi fa capolino, quella per cui andiamo a raccogliere informazioni e a ricreare dal di dentro il tale o tal altro autore, ne riviviamo accenti, sovrapponiamo espressività, ripercorriamo tracce. Così in questo CD un ascoltatore può trovare il gesto sommamente retorico di un’improvvisazione di mestiere di Charles Tournemire accanto alle giocose e sempre leggere pagine a tinte acquerello di un Louis Vierne minore, le dure e aride linee di una Sonata di Sergio Marcianò o le placide cantabilità accademiche di un Gustav Merkel vicino ai tormentati vagabondari romantici di J. Reubke. Tante poetiche in un solo sguardo, come è nella cifra del nostro tempo, quella per cui conosciamo le epoche passate, le comprendiamo tutte e le portiamo a costituire o a sostituire quello che abbiamo da dire.

Decisamente Davide Paleari si pone sul solco della vulgata interpretativa del consolidato modo tradizionale di restituire le partiture lontano da sorprese o novità comunicative inedite; il decorso è ben curato, i suoni sono quelli codificati, tutto è regolare e pulitamente presentato. Trattandosi di un giovane dell’ultima generazione non è poco, essendo il linguaggio sinfonico un materiale che necessita di ampie capacità tecniche e di sicura tenuta discorsiva. L’organo del Duomo San Lorenzo di Voghera (Balbiani Vegezzi Bossi 1962-Mascioni 2013, III 74) si è prestato magnificamente alle sollecitazioni romantiche e moderne; il libretto in tedesco, italiano e inglese offre un’essenziale presentazione personale del contenuto.

 

Fausto Caporali 

 

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