CONSIDERAZIONI SUL LAVORO DEL MUSICISTA DI CHIESA OGGI (IN FORMA DI DECRETO), di L. Purchiaroni

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D.P.C.M. [Documento Pro Cappelle Musicali]

 

CONSIDERAZIONI SUL LAVORO DEL MUSICISTA DI CHIESA OGGI, IN FORMA DI DECRETO

 

di Luca Purchiaroni (2021)

 

PREMESSO CHE:

La musica è stata sempre e sempre sarà un elemento “cardine” della liturgia (Pii X Pontificis Maximi Acta, vol. I, p. 77; C.E.Vat. II, Cost. sulla sacra Liturgia SC, 120).

Più pontefici si sono espressi sulla musica liturgica: “bisogna purificare il culto da sbavature di stile, da forme trasandate di espressione, da musiche e testi sciatti e poco consoni alla grandezza dell’atto che si celebra” (Giovanni Paolo II, Udienza Generale del 26/02/03, in Osservatore Romano del 27/02/03, p. 4); “L’aspetto musicale delle celebrazioni liturgiche (…) non può essere lasciato né all’improvvisazione, né all’arbitrio dei singoli, ma deve essere affidato ad una bene concertata direzione nel rispetto delle norme e delle competenze, quale significativo frutto di un’adeguata formazione liturgica” (Chirografo per il centenario del motu proprio “Inter sollicitudines” di Pio X, Roma, 22/11/03); papa Francesco ricorda come Paolo VI sottolineasse che “la musica si integra con la liturgia e da essa ricava le caratteristiche fondamentali”, e che bisogna “coltivare il sensus ecclesiae, il discernimento della musica nella liturgia”, al pari di Benedetto XVI, il quale ha “esortato a non dimenticare il patrimonio musicale del passato, a incrementarlo e innovarlo” con nuove composizioni” (incontro con le Scholae Cantorum dell’Ass. Italiana di Santa Cecilia nel 140°, Aci Stampa, 28/09/19).

Il Codice di Diritto Canonico attribuisce al ministero dei laici un’adeguata remunerazione, se questo ha un carattere di assiduità e specifica competenza (CDC 231).

“Attualmente, i riti liturgici esigono un efficace coinvolgimento di musicisti professionisti” (Ufficio Liturgico Nazionale, bozza di proposta per l’istituzione di un corso accademico di “Musica per la liturgia e per le attività culturali ecclesiali” nei Conservatori; Roma, 10/04/01).

Viene auspicato un continuo rinnovamento del repertorio musicale e quindi la necessità di comporre nuove musiche per la liturgia (MUSICAM SACRAM Istruzione del «Consilium» e della Sacra Congregazione dei Riti, p. 59).

 

CONSIDERANDO CHE:

La musica aggrega la comunità e ne eleva la sensibilità e la spiritualità, agisce beneficamente negli strati sociali meno avvantaggiati.

La musica di qualità attrae grandi e piccini e può contrastare il disaffezionamento verso la Chiesa e la dispersione religiosa.

In passato la Chiesa investiva sul capitale umano: si individuava un giovane talento e si pagava per la sua formazione professionale, prima di assumerlo come “maestro di cappella”.

Oggi la Chiesa, avendo la possibilità di scegliere tra molti professionisti già formati, si risparmierebbe quest’ultimo onere.

 

Quella dell’organista stipendiato dalla Chiesa è una realtà che ha radici antiche ma che purtroppo in Italia è pressoché scomparsa dal dopoguerra (oltralpe e oltreoceano continua a esistere, seppure in modo diversificato per ogni Paese). In questo campo, bisogna riconoscere che la Chiesa protestante ha superato quella cattolica, ponendo la musica in cima alle esigenze di una comunità che si riunisce per motivi religiosi e assegnandole, così, il giusto valore attraverso un adeguato riconoscimento economico, oltre che morale. All’estero (per non andare a cercare troppo lontano basti vedere la Svizzera), ogni chiesa bandisce un concorso per ricoprire il ruolo dell’organista o quello del direttore di coro, offrendo un contratto persino a tempo indeterminato e, spesso, anche un alloggio.

Ripristinare la figura professionale dell’organista o del maestro di cappella in una chiesa oggi, rappresenterebbe un recupero importante delle tradizioni più nobili, soprattutto in un Paese come il nostro, che è stato un faro per molti secoli in campo musicale. Significherebbe, oltretutto, dare un senso di concretezza al futuro dei tanti giovani che intraprendono lo studio di questo difficile quanto meraviglioso strumento.

Non curare questo aspetto sarebbe come se la Chiesa cattolica riconoscesse la propria inferiorità culturale nei confronti di quella protestante. Cosa peraltro già visibile, se consideriamo la costruzione di nuovi organi, la costituzione di formazioni corali e orchestre a servizio del culto, l’assunzione di musicisti titolati e, non ultimo, la distribuzione di libretti ad uso liturgico con i canti scritti su pentagramma, oltre al testo.

 

 

ECCO I POSSIBILI SERVIZI CHE UN MAESTRO DI MUSICA PUÒ OFFRIRE:

Valorizzare l’organo suonandolo in modo consono a ciascuna occasione (liturgica ed extra-liturgica), iniziando dal preludiare adeguatamente la liturgia fino al postludium, secondo lo spirito indicato dall’Istruzione del «Consilium» e dalla Sacra Congregazione dei Riti (Musicam Sacram, 1967), n. 65 e 671.

Animare la liturgia coinvolgendo l’assemblea: “tra i fedeli esercita un proprio ufficio liturgico la schola cantorum o coro, il cui compito è quello di eseguire a dovere le parti che le sono proprie, secondo i vari generi di canto, e promuovere la partecipazione attiva dei fedeli nel canto. Quello che si dice della schola cantorum vale anche, con gli opportuni adattamenti, per gli altri musicisti, specialmente per l’organista.” (Sacrosanctum Concilium n. 112; “Principi e norme per l’uso del Messale Romano”, n. 63).

Accompagnare un coro.

Dirigere un coro, con l’obiettivo di animare la liturgia.

Prendersi cura dello strumento, mantenendolo efficiente e provvedendo a segnalare eventuali necessità di manutenzione.

Comporre musica corale e/o strumentale per la liturgia, dai Salmi responsoriali ai brani dell’Ordinarium e del Proprium (MUSICAM SACRAM Istruzione del «Consilium» e della Sacra Congregazione dei Riti, p. 59).

Fornire qualsiasi consulenza musicale, dalla progettazione/restauro di un organo alla creazione di un festival musicale.

OLTRE ALL’IMPLEMENTAZIONE DELL’ATTIVITÀ PASTORALE (Sacrosanctum Concilium n. 19) ATTRAVERSO SERVIZI QUALI:

Formare un coro parrocchiale, compreso un coro di voci bianche.

Formare nuovi organisti.

Realizzare significativi percorsi culturali attraverso concerti, rassegne corali, vespri musicali, inserendo la parrocchia in un circuito nazionale e/o internazionale.

 

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1“È indispensabile che gli organisti e gli altri musicisti, oltre a possedere un’adeguata perizia nell’usare il loro strumento, conoscano e penetrino lo spirito della Sacra Liturgia in modo che anche dovendo improvvisare, assicurino il decoro della sacra celebrazione, secondo la vera natura delle sue varie parti, e favoriscano la partecipazione dei fedeli”.

 

Autore: 
Luca Purchiaroni
Qualifica autore: 
Organista, clavicembalista, compositore