[L'organo "Mascioni" op. 1066 (1984) del Duomo di Cremona; cliccare sull'immagine per ascoltarne la voce]
La storia della "Fabbrica d'organi Mascioni" è strettamente legata al lavoro e alla vita dell'omonima famiglia che di padre in figlio si tramanda l'amore per questa attività. Dopo la soppressione napoleonica degli ordini religiosi (1803), due fratelli, Padre Pasquale e Giuseppe Mascioni, conventuali, tornano nella loro patria, Cuvio, in Valcuvia. Entusiasti e conoscitori della musica, consigliano ad un loro giovane nipote, Giacomo, di dedicarsi all'arte organaria. Questi, dopo un periodo di formazione musicale a Varese e di apprendistato presso gli organari Chiesa, apre a Comacchio di Cuvio la "Fabbrica d'organi Mascioni". È l'anno 1829. L'attività in questi primi anni si svolge nelle zone limitrofe raggiungendo le valli del vicino Canton Ticino, in Svizzera. Ben presto Giacomo è aiutato nell'arte da tre figli: Bernardo, Gaspare, Anacleto. Con essi costruisce strumenti anche notevoli secondo lo stile lombardo dell'epoca: somieri "a vento", trasmissioni meccaniche spesso complesse. Nel 1883 il nipote di Giacomo, Vincenzo, figlio dodicenne di Bernardo, inizia il tirocinio in fabbrica; alla morte prematura del padre e degli zii Vincenzo assume la direzione della fabbrica sviluppandone l'attività, cogliendo le esigenze dell'epoca e dominandole con la sua solida personalità artistica. Sotto la sua guida, con l'aiuto dei figli maschi: Giacomo, Ernesto, Giovanni, Angelo, Vincenzo, Tullio e dei collaboratori assunti tra la gente locale, spesso anche essi presenti di padre in figlio, la Ditta cresce d'importanza raggiungendo livelli tecnici d'avanguardia e notorietà mondiale. Dagli anni Settanta, in sintonia con i tempi, si è tornati all'uso delle trasmissioni meccaniche e ad un nuovo modo di "architettare" il suono e le strutture. Oggi la ditta è condotta dai figli di Ernesto: Eugenio, Enrico, Mario e dai nipoti Andrea e Giorgio. Da sei generazioni i Mascioni continuano una tradizione familiare che li ha portati, in un secolo e mezzo di attività, alla costruzione di più di mille organi e negli ultimi decenni ad un intensa opera di restauro di strumenti antichi.