Giovanni Paolo II sulla "partecipazione attiva"

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Autore: Giovanni Paolo II

nel discorso rivolto il 9 ottobre 1998 ai Vescovi di Washington, dell'Oregon, dell'Idaho, del Montana e dell'Alaska in visita «ad limina»

Città del Vaticano
«Partecipazione attiva significa certamente che nei gesti, nelle parole, nei canti e nei servizi, tutti i membri della comunità prendono parte a un atto di culto che non è affatto inerte o passivo. Tuttavia, una partecipazione attiva non impedisce la passività attiva del silenzio, dell'immobilità e dell'ascolto: di fatto la richiede. I fedeli non sono passivi, per esempio, quando ascoltano le letture o l'omelia o seguono le preghiere del celebrante e i canti e la musica della liturgia. Queste sono esperienze di silenzio e d'immobilità, ma sono a modo loro anche profondamente attive. In una cultura che non favorisce né promuove la quiete meditativa, l'arte dell'ascolto interiore si apprende solo con difficoltà. Comprendiamo allora come la liturgia, sebbene debba essere sempre inculturata correttamente, deve anche essere controculturale».

- testo completo in inglese sul sito del Vaticano: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1998/october/documents/hf_jp-ii_spe_19981009_ad-limina-usa-2_en.html
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