Knud Jeppesen

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Knud JEPPESEN (Copenaghen, 15 agosto 1892 – Riskov, 14 giugno 1974) ha dimostrato talento musicale precoce all'età di 10 anni quando fu incoraggiato da Hakon Andersen e Paul Hellmuth, anche se era in gran parte autodidatta. Completata l'istruzione primaria nel 1911, prima lavorò a Elbing e Liegnitz (Germania orientale) come allenatore e direttore d'opera. Ha trovato lavoro a Berlino nel 1914, ma è tornato in Danimarca a causa dello scoppio della guerra. A Copenaghen è diventato allievo di eminenti compositori danesi quali Carl Nielsen e Thomas Laub e ha studiato musicologia all'Università di Copenaghen con Angul Hammerich. Passò l'esame organistico al Royal Danish Conservatory of Music nel 1916. A causa del pensionamento di Hammerich, nessuno era nella facoltà dell'università per esaminare l'opera di Jeppesen; pertanto ha presentato la sua tesi all'Università di Vienna, dove è stata rivista da Guido Adler e Jeppesen ha ricevuto un dottorato nel 1922.
Fu organista della chiesa di Santo Stefano a Copenaghen dal 1917 al 1932 e alla chiesa Holmen dal 1932 al 1947. Ha insegnato teoria musicale presso l'Accademia danese danese di musica dal 1920 al 1947, anche al suo consiglio di amministrazione. Nel 1946 è stato nominato al nuovo posto di professore di musicologia presso l'Università di Aarhus, dove ha fondato (nel 1950) un Istituto di Musicologia che ha diretto fino al 1957. Tra i suoi studenti figurano i compositori Vagn Holmboe (a Copenhagen) e Bent Lorentzen (ad Aarhus). Dopo il suo pensionamento nel 1957, Jeppesen ha risieduto in Italia, permettendogli di fare diverse scoperte nelle biblioteche italiane, culminando nel suo magnum opus, La frottola (1968-70), uno studio approfondito e bibliograficamente aggiornato di frottole, il principale genere di musica popolare tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. Dal 1927 fino alla sua morte è stato attivo nella Società Musicologica Internazionale, in qualità di presidente dal 1949 al 1952. È stato anche membro (dal 1963) dell'Accademia dei Lincei.
Il nome di Jeppesen è associato invariabilmente allo studio del contrappunto musicale, in particolare nello stile di Palestrina, di cui era il principale studioso. Il suo volume del 1930 "Lo stile polifonico vocale del XVI secolo" è stato un libro di testo standard sia nella versione in tedesco (1935) che in qualla inglese (1939). La sua tesi di dottorato è stata ampliata nel 1923 e apparsa in inglese nel 1927 col titolo "Lo stile di Palestrina e la dizzonansa" - un'opera che il New Grove cita come «il più illustre e influente esempio di analisi stilistiche in questo momento».
I suoi scritti pubblicati riguardano soprattutto la musica dei compositori italiani e danesi del XVI e XVII secolo. Jeppesen ha effettuato molte ricerche di riferimento, individuando manoscritti e stampe antiche e approntando edizioni con annotazioni e commenti. Nel 1962 finì il primo catalogo tematico completo dell'opera di Palestrina. Tra le sue realizzazioni furono la scoperta di dieci masse precedentemente sconosciute di Palestrina nel 1949.

 

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