Luigi PICCHI

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[Luigi Picchi ritratto all'organo del Duomo di Como nel 1932 (gentile concessione della Casa Musicale Edizioni Carrara di Bergamo)]

 

 

Luigi PICCHI nacque a Sairano, in terra lomellina e in provincia di Pavia, il 27 settembre 1899.
 

Ebbe dal padre Faustino, autodidatta ed organista, le prime nozioni musicali, mentre toccò ai maestri pavesi Giovanni Baroni e Franco Vittadini prepararlo per l’ammissione nel 1909 al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
 

Interrotti gli studi nel 1917, perché avviato alle armi come “ragazzo del ‘99”, Picchi conseguì nel luglio 1924 il diploma in Composizione.
 

La prima fase dell’attività musicale lo vide impegnato in concerti e nel mondo operistico di provincia, ma anche nella composizione: pagine strumentali e vocali, una Messa da Requiem (1922), i commenti musicali alla Passione di Cristo (1925) su testo di don Ennio Bernasconi.
 

La presenza a Como nel 1928-29 per concordare con il librettista Giuseppe Adami gli ultimi ritocchi al dramma lirico Stellina e l’Orso, offrì a Picchi l’occasione di partecipare al concorso per il posto di organista della Cattedrale.
 

I contrasti sorti nella Commissione furono superati con il conseguimento da parte di Picchi della Licenza Superiore in organo, per cui l’Amministrazione del Duomo affidò a lui la carica di organista nel maggio 1929 e nel gennaio successivo quella di Maestro di Cappella.
 

A Como la vocazione autentica del maestro, quella per la musica sacra, poteva trovare la sua realizzazione: fin da bambino egli aveva avuto modo di svolgere il servizio liturgico sull’organo di Sairano e, giovane alunno del Conservatorio, aveva continuato questa attività in paesi dell’entroterra milanese: Vigano Certosino, Cernusco sul Naviglio e Trezzo d’Adda.
 

Nacquero anche le pagine per organo, apparse ne «L’Organista italiano» (1922-26) e ne «I Maestri dell’Organo» (1931) di Vittorio Carrara, il quale ebbe il merito di intuire e di valorizzare le capacità di Picchi: sostanza artistica, praticità, funzionalità liturgica.
 

Nel 1932 l’editore bergamasco gli affidò la direzione del nuovo periodico «L’Organista liturgico», condotto fino al 1943.
 

Accanto alla musica per organo Picchi produsse, assecondando le esigenze della Cappella Musicale, di semplici gruppi corali e di assemblee popolari, musica vocale: mottetti vari e messe (Cristo risusciti, 1932-24; Italica, 1940; Christus vincit, 1941); non mancò la musica educativa (bozzetti teatrali, canti scolastici) e le opere didattiche (La Scuola moderna di Teoria e Solfeggio, 1941-44).
 

La corretta interpretazione del testo della messa e la fedeltà agli ideali ceciliani portarono Picchi alla novità della Missa Misericors Deus (1949), pubblicata da Ricordi con le messe in onore di S. Nicolao della Flüe (1947) e di S. Pio X (1954) e con le raccolte di Canti Natalizi (1947) e Canti Pasquali (1950-54).
 

Nel 1954 Picchi dette vita a Como ad una nuova rivista di musica organistica, «Laus Decora», uscita nell’arco di un decennio e affiancata dalle pubblicazioni delle Edizioni Musicali “Schola”, che del maestro fecero conoscere una consistente serie di composizioni vocali (canti e mottetti vari, la messa Rex Pacificus, 1945; In onore di Maria Vergine Assunta, 1950; e Auxilium Christianorum, 1960) oltre a diversi canti scolastici e ad opere didattiche (Nuovo Corso di Solfeggio, 1954; e Metodi teorico-pratici per lo studio dell’Armonio e del Pianoforte, 1956).
 

La ripresa della collaborazione con l’editrice Carrara coincise con l’attuazione della riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, alla quale Picchi si era avviato come precursore con la sua coerenza interpretativa ed il coinvolgimento dell’assemblea dei fedeli (i canti de Il popolo alla messa, 1953, in collaborazione con don Luigi Agustoni e don Silvano Albisetti).
 

Il successo maggiore in questo campo fu realizzato con la Messa Vaticano II (1965) seguita dalla Messa dei Defunti (1966) e dalla Messa Apostolica (1968).
La produzione organistica vide le pagine destinate alle nuove annate di «Laus Decora» (1966-67) e alla rivista «I Fiori dell’Organo» (1968-70).

 

Picchi si spense improvvisamente, colpito da una crisi cardiaca, nella notte fra l’11 e il 12 agosto 1970.

 

 [profilo biografico a cura di Alessandro Picchi]

 

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Luigi Picchi learned the rudiments of music from his father Faustino, a self-taught organist, and later studied with the Pavia-based teachers Giovanni Baroni and Franco Vittadini in preparation for admission to the Giuseppe Verdi Conservatory in Milan in 1909. 

The first phase of his musical activity saw him engaged in the concert and operatic life of the province as well as composing: instrumental and vocal works, a Requiem Mass (1922) and musical accompaniments for the Passione di Cristo (1925) to a text by Don Ennio Bernasconi. 
In Como, Picchi’s true vocation, for sacred music, was able to be realized: as a boy he had had the opportunity to play for liturgical services on the Sairano organ and, as a young student at the Conservatory, he had continued this activity in villages in the surroundings of Milan. 

He also composed pieces for organ which were featured in L’Organista italiano (1922–26) and I Maestri dell’Organo (1931), journals issued by the Carrara music publishing house of Bergamo, whose founder Vittorio Carrara was astute enough to sense and appreciate Picchi’s talents: his artistic substance as well as the playability of his music and its suitability for the liturgy. In 1932 Carrara entrusted him with the editorship of a new journal, L’Organista liturgico, which he held until 1943. 

Alongside his music for organ Picchi also composed vocal works for use by the cathedral choir as well as amateur choral groups and public assemblies, including various motets as well as masses (Cristo risusciti, 1932; Italica, 1940; Christus vincit, 1941) and also educational music (theatrical sketches, school songs) and theoretical works (Scuola moderna di Teoria e Solfeggio, 1941–44). 

His wish to set the text of the mass in an appropriate manner together with his faithfulness to Cecilian ideals led Picchi to the innovations of his Missa Misericors Deus (1949), published by Ricordi together with the masses in honour of San Nicolao della Flüe (1947) and San Pio X (1954) and his collections of Christmas Carols (1947) and Easter Songs (1950–54). 

In 1954 Picchi established a new journal on organ music, Laus Decora; operating from Como, it was issued over the course of a decade with associated publications from the Schola music publishing house and introduced readers to a wide range of vocal compositions by Picchi, including various songs and motets, the masses Rex pacificus (1945), In onore di Maria Vergine Assunta (1950) and Auxilium Christianorum (1960) as well as various school songs and educational works (Nuovo Corso di Solfeggio, 1954; Metodo teorico-pratico per lo studio dell’Armonio e del Pianoforte, 1956). 

The resumption of his collaboration with the Carrara publishing house coincided with the implementation of the liturgical reforms as stipulated by the Second Vatican Council, of which Picchi had already been a precursor in his interpretative consistency as well as his involvement of the assembly of the faithful, namely in his songs for Il popolo alla messa, 1953, written in collaboration with Don Luigi Agustoni and Don Silvano Albisetti. His greatest success in this field was the Messa Vaticano II (1965) followed by the Messa dei Defunti (1966) and the Messa Apostolica (1968). 

Picchi’s organ output included compositions written for later editions of Laus Decora (1966–67) as well as for the journal I Fiori dell’Organo (1968–70). 

 

[profilo biografico di Luigi Picchi in lingua inglese a cura di Robert Sargant, come riportato nella relativa pagina internet della casa discografica «Brilliant Classics»]

 

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Un'ampia selezione delle opere per organo di Luigi Picchi è stata incisa da Paolo Bottini per la casa discografica «Brilliant Classics»