Musicista di formazione classica, Ferruccio Bartoletti applica, con originale intuito, la sua capacità di improvvisatore a un ambito dal quale l’organo sembrava escluso: il cinema.
Quello che Bartoletti propone, in realtà, non è altro che la figura dello strumentista improvvisatore che, nelle sale cinematografiche del primo novecento, dava uno sfondo sonoro ai film muti, basando espressivamente i suoi interventi sulla narrazione filmica.
Metropolis, di Fritz Lang, è l’unico film non espressamente religioso tra quelli proposti da Bartoletti: ma nella distopia di questa città industriale dove la dimensione umana è sacrificata alla potenza tecnologica e alla ricchezza, i riferimenti a episodi biblici come la Torre di Babele o a figure come l’apocalittica Meretrice di Babilonia sono espliciti nel raffigurare un sistema dove l’umanità è annullata dalle ragioni dell’economia e della produzione e solo nel ritrovato rapporto con Dio (la scena finale avviene in una cattedrale) intraprende il proprio riscatto.