LETTERA AGLI ORGANISTI ITALIANI
Cari organisti,
ho grande stima per voi e vorrei tanto poter riparare l'ingiustizia con cui vi tratta la società in Italia.
Lo sapete bene, infatti, che voi siete una categoria pressoché sconosciuta: il mondo per lo più vi ignora o non si cura di voi!
In questi nostri tempi, poi, intrisi come sono di materialismo, le persone vanno in delirio per i campioni dello sport, osannano i divi della televisione e della musica pop, ma non sanno apprezzare la vostra nobile arte, che rimane completamente sconosciuta ai più. Ammetterete, infatti, che di rado vi è chi si appropinqua, in occasione di messe o di concerti www.organistaconcertista.it, a rivolgervi un complimento...
Anche per questo siete una categoria mal retribuita, proprio dal punto di vista della mera gratificazione personale ancor prima che di quella economica (spesso, quest'ultima, del tutto assente): in proposito, lasciando pure i confronti con le sicuramente migliori consuetudini d'oltralpe, è certo che voi avete scelto un ramo dell'arte musicale che è oggi forse il più, come dire, disinteressato.
Eppure voi siete una categoria che merita un grande rispetto, perché rendete un prezioso servizio alla Chiesa www.organistadichiesa.info, avendo una parte di prim'ordine nello svolgimento del culto sacro, in quanto detenete quasi il potere di esercitare un vero e proprio benefico influsso nell'animo dei fedeli... sempre che qualcuno - come non di rado oggi accade - non vi abbia, più o meno cortesemente, allontanato a vantaggio di turbe di giovani "animatori" con chitarra e repertori canzonettistici!
Sì, perché l'uditorio tutto, anche suo malgrado, subisce la vostra azione e molti movimenti profondi e nobili dell'anima li deve a voi, che con le vostre armonie potete scuotere le più intime fibre del cuore, raccogliendo così tutte le voci, tutti i gemiti, tutti i sospiri dei fedeli e li elevate al cospetto dell'Altissimo mediante le multiformi sfumature del re degli strumenti!
Ecco, mi sentivo di presentarvi di tutto cuore queste parole di stima, ma ora permettete che ve ne rivolga alcune di raccomandazione.
Il fatto è che la nobiltà della vostra arte vi impone anche dei gravi doveri, che a mio parere sono fondamentalmente due: buona preparazione tecnica e senso di responsabilità.
Non mi soffermo troppo sul primo: è logico che l'organista deve conoscere la propria arte e quindi deve aver compiuto studi adeguati (non sono mai troppi!) e mantenersi in costante esercizio.
Insisto invece sul secondo dei doveri: senso di responsabilità.
Ho già detto quale influsso possa esercitare la vostra musica nell'animo dei fedeli: è certo un onore, ma non è forse anche una bella responsabilità?! Il suonatore d'organo, allora, dovrebbe cavare dal suo strumento le più soavi, celestiali melodie.
E che dire se egli, invece, ne traesse delle profanità che ammiccano alla canzone pop?!
O se, affidandosi all'ispirazione - che forse non ha o non l'ha corredata di sufficiente preparazione tecnica - presume di improvvisare bistrattando il ritmo, rabberciando povere melodie, stanche, stentate, monotone e magari infarcite di stonature? In tal modo l'organista verrebbe a turbare la solennità del rito, ad urtare la sensibilità dei presenti, a distrarli e molestarli.
L'organista cosciente del proprio dovere, invece, avrà cura di preparare diligentemente i suoi pezzi (non affidarsi ad una lettura a prima vista balbettata e storpiata) scegliendoli dal repertorio della musica veramente artistica.
Ho accennato sopra all'improvvisazione... Pratica veramente difficile che richiede eccezionali doti e, almeno, una forte preparazione tecnica. Dunque, cari organisti, non buttatevi troppo presto nel praticare questa difficile disciplina musicale (pure oggi così rara tra i musicisti "classici") se prima non avete affrontato sistematici studi! Siate piuttosto umili: la letteratura organistica, antica e moderna, è piena di pezzi più o meno facili che, correttamente eseguiti, sapranno ugualmente soddisfare l'uditorio.
Ma un'ultima non meno importante qualità per l'organista liturgico www.organistaliturgico.it è per me sicuramente la fede... sì: a mio parere solo una persona di fede e di preghiera potrà svolgere al meglio il compito! Certo, come volete che l'oratore commuova il suo uditorio se egli stesso non è mosso dai più intimi convincimenti riguardo i misteri della fede che è chiamato ad esornare con la sua arte?! Qui potrete approfondire questo aspetto per me imprescindibile https://www.organieorganisti.it/la-santita-dell-organista.
Bene, cari organisti, vogliate infine gradire il mio più cordiale saluto, assieme all'augurio che presto molti di voi - avendo con sacrifici compiuto regolari studi e ottenuto un titolo accademico - possano veder equamente riconosciuto anche dal punto di vista economico il proprio talento musicale a servizio della Chiesa, a norma del canone 231 del Codice di Diritto Canonico https://www.organieorganisti.it/la-retribuzione-dei-laici-che-svolgono-un-servizio-ecclesiale e a tutto vantaggio del decoro della sacra liturgia che «è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia» (SC 10).