La Messa Solenne o Messa di Gloria di Giuseppe Verdi appartiene al gruppo di composizioni giovanili identificate nel fondo musicale della Biblioteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e Monte di Credito su Pegno di Busseto a cura di Dino Rizzo. Il ritrovamento consente di illuminare la zona d’ombra della formazione musicale del Maestro bussetano e il rapporto con la musica liturgica.
Accolto a “bottega” da Ferdinando Provesi nel 1825, all’età di dodici anni Verdi aiuta il suo insegnante nello svolgimento dell’attività di maestro di cappella e organista della Collegiata di San Bartolomeo di Busseto. L’attività di copista gli permette di conoscere la teoria musicale, la tecnica ed estensione degli strumenti e delle voci oltre ad indagare l’organizzazione del discorso musicale. Il completamento e il riadattamento per nuovi organici vocali-strumentali delle partiture abbozzate da Provesi consentono a Verdi di esercitarsi nella “composizione ideale”.
Nel 1829, terminato l’apprendistato, Verdi possiede il mestiere. Dall’analisi dei brani collocabili in questo periodo, un Laudate pueri per soli, coro e orchestra, due Tantum ergo rispettivamente per Basso e Tenore, e un Qui tollis per tenore con clarinetto concertante, si può constatare che Provesi ha impresso in Verdi i modi del melodramma rossiniano, se pur con eleganti sfumature melodiche ed orchestrali caratteristiche di Haydn e Mozart.
I documenti dell’epoca ci informano come il clero abbia ostacolato l’esecuzione di queste musiche all’interno dei riti religiosi, perché “teatrali, lascive, guerresche”, perché prive di “sano contrappunto”, ma soprattutto per l’assenza del “gusto Filosofico”. In esse, infatti, il testo latino non è indagato nel suo significato sacro ed è trascurata qualsiasi relazione tra la parola e la musica.
Vincenzo Lavigna, maestro al cembalo al Teatro alla Scala di Milano e professore di solfeggio al Conservatorio di Milano, apre il secondo periodo di formazione musicale del giovane Verdi, collocabile fra il 1832 e il 1835. Le lezioni di Lavigna e la frequentazione del teatro milanese annullano in Verdi l’ambizione per la carriera di maestro di cappella. Tornato a Busseto, i nuovi brani liturgici, scritti per soddisfare le richieste pressanti dei filarmonici, mostrano la convivenza fra il precedente linguaggio musicale e i progressi milanesi. Un esempio lo offre la Messa solenne anche se l’assenza dei manoscritti del Qui sedes ad dexteram Patris e del Quoniam tu solus sanctus non permette un ascolto completo. I due Kyrie, il Gloria in excelsis Deo e il Cum sancto Spiritu, appartengono alla prima stesura avvenuta nel giugno 1833.
Approfittando di una pausa bussetana durante il primo anno di studi con Lavigna, Provesi e Barezzi obbligarono Verdi a scrivere una Messa per il 24 agosto, festa di San Bartolomeo patrono di Busseto. Esecuzione accantonata causa la morte di Provesi sopraggiunta il 23 luglio e all’assenza di Verdi, tornato a Milano. Ancora una volta Verdi utilizza un fascicolo abbozzato dal suo vecchio insegnante. In occasione della prima esecuzione, avvenuta il 15 settembre 1835, Verdi ne compie la revisione. Oltre ad alleggerire l’orchestrazione, sostituisce i brani del Christe e del Qui tollis per coro a quattro voci, con brani di propria composizione che esigono la presenza di solisti. Sorprende l’impiego del soprano nel Qui tollis: è la prima esecuzione femminile documentata avvenuta nelle chiese bussetane.
L’ascolto ininterrotto della Messa permette di avvertire il passaggio dall’influenza dello stile rossiniano dei brani appartenenti alla prima stesura, all’influenza dello stile belliniano della revisione - nel Christe, nell’introduzione dell’oboe, è riconoscibile un ricordo della prima battuta di Casta diva - oltre ad evidenziare una maggiore varietà armonica. Nel Christe il nuovo stile è identificabile nella modulazione presente nella seconda delle tre parti, mentre nel Qui tollis è riscontrabile nella modulazione della seconda entrata del coro.
[...] la Messa Solenne fu ripresa la seconda domenica dell’ottobre 1837 in una trasferta della Filarmonica Bussetana nella parrocchiale di Croce Santo Spirito, comune di Castelvetro Piacentino. Esecuzione recensita dalla «Gazzetta privilegiata di Milano» il giorno 25 dello stesso mese: «Sulle dieci e mezzo di quel giorno da tutti i buoni benedetti con eletta musica del Sig. Giuseppe Verdi da Busseto, fu celebrata la Messa solenne. E dissi eletta musica, quale cioè a sacra cerimonia conveniva; perché in essa erano le armonie sì bene accomodate alla significazione de’ sacri concetti che ti destavano nell’animo i sentimenti più vivi della pietà e della Religione. La quale cosa diciamo a tutta lode del Sig. Verdi, che noi pensiamo discostarsi del vero colore (ed è vaghezza ai non pochi anche egregi maestri) che nelle sacre funzioni introducono musicali concetti, propri solo a ricreare gli spiriti, come s’usa ai Teatri».
Movimenti
1. Kyrie: Kyrie eleison (Coro)
2. Kyrie: Christe eleison ( 2 Tenori)
3. Kyrie: Kyrie eleison (Coro)
4. Gloria: Gloria in excelsis (Coro)
5. Gloria: Qui tollis peccata mundi (Soprano, Coro)
6. Gloria: Cum Sancto Spiritu (Coro)