Suonata dalle mani giuste, la sorprendente freschezza dell'invenzione delle sonate di Scarlatti emerge con non meno brillantezza al pianoforte storico, oltre che ovviamente al clavicembalo. Quindi perché non anche all'organo?
Di Scarlatti conosciamo solo tre, delle sue 555 (o più) sonate per tastiera sopravvissute, specificamente destinate all’organo. Eppure anche sugli strumenti del suo tempo, nelle chiese e nelle cappelle di tutta Europa, in particolare la sua nativa Italia e la sua patria adottiva, la Spagna, la ricca tavolozza di colori offerta da un organo dà vita a queste opere senza alcuna paura di offuscarle.
Nell'utile nota del libretto che accompagna questa nuova registrazione, l'organista Nicola Reniero spiega che la sua selezione di 19 sonate si concentra su esempi polifonici e altri tipi di sonata in cui prevale la melodia. Lo fa, tuttavia, senza trascurare il principio secondo cui nella musica di Scarlatti quasi tutto è vocale e teatrale: l'introduzione è come il sipario che si alza, i temi sono i personaggi e le varie sezioni del pezzo sono come scene di un dramma senza parole.
Reniero ha scelto di evitare effetti scontati (per esempio suonando passaggi rigorosamente “in eco”) che sarebbe un modo convenzionale per introdurre un contrasto tra le frasi: "Ho cercato invece di enfatizzare l'originalità delle armonie". L'album si chiude con il più spettacolare di tutte le fughe di Scarlatti, K417 in re minore. È un pezzo sbalorditivo non solo a causa del finale parossistico e del cambio di scena inaspettato che arriva a metà del pezzo, ma soprattutto per l'energia sconfinata che la pervade.
Per questa nuova registrazione, Reniero suona l'organo del Duomo di Desenzano del Garda, un grande strumento a due manuali di origine seicentesca (Matteo Cardinali, 1655), ampliato da Giuseppe Bonatti a inizio ‘700 e poi ulteriormente ingrandito dai Fratelli Serassi (1835-1837), che è stato restaurato e parzialmente ricostruito da Marco Fratti nel 2014. L'opuscolo include le specifiche complete degli organi e fotografie.
Questa nuova registrazione presenta una selezione di sonate di Scarlatti eseguite all’organo.
Ai tempi di Scarlatti era consuetudine suonare la musica per tastiera su qualsiasi strumento a tastiera disponibile: clavicembalo, spinetta, fortepiano e anche organo. Ci sono diverse caratteristiche in un numero di sonate che indicano un uso specifico dell'organo: l'uso di una linea di basso indipendente, l'apparente dialogo tra i due manuali dell'organo, l'uso di forti contrasti strumentali. Diverse sonate sono in realtà chiamate fuga e ben si prestano a un’esecuzione all'organo. [traduzione dall'originale in inglese presente nella pagina internet https://www.brilliantclassics.com/articles/d/d-scarlatti-sonatas-1/ ]