Carlo ORO (Chioggia, 17 novembre 1980 - 6 maggio 2020) ha iniziato a studiare musica sin da bambino, avvicinandosi a numerosi strumenti: la chitarra classica (con qualche incursione nel moderno), il pianoforte, il violoncello e infine l'organo a canne e il clavicembalo. I suoi insegnanti sono stati: per la chitarra, Marco Zambon e Piergiorgio Simoni; per il pianoforte:,Pietro Perini, Cristina Mantovani, Claudia Desiderio; per il violoncello, Gianluca Saccari, per l'organo: Emilio Traverso (con il quale ho studiato all'Istituto di Musica Sacra di Genova, approfondendo anche gli studi di liturgia, canto gregoriano e direzione di coro), Ruggero Livieri, Giovanni Feltrin; per il clavicembalo, Paola Nicoli Aldini.
Ha inoltre partecipato a seminari e masterclass di pianoforte, organo e didattica della musica con: Konstantin Bogino, Marian Mika, Jean Guilleau, Michael Radulescu, Ludger Lohmann, Andrea Macinanti, Annibale Rebaudengo.
Si è laureato in Organo e composizione organistica al Conservatorio di Rovigo con il massimo dei voti sotto la guida di Giovanni Feltrin, presentando una tesi sul compositore francese Alexandre Guilmant.
Musicista di chiesa dall'età di 11 anni, dopo aver prestato servizio di organista in molte chiese (tra le tante esperienze, quella nella chiesa di Santa Maria Assunta a Padova, dotata di un ottimo "Mascioni"), per diversi anni è stato organista della Cattedrale di Chioggia, ove ha seguito i lavori di restauro dell'organo Callido-Malvestio-Zanin e ha pubblicato, per le edizioni Nuova Scintilla, il libro L'organo della Cattedrale di Chioggia, scritto a quattro mani con mons. Vincenzo Tosello. Qui ha promosso e organizzato rassegne organistiche e ho tenuto in prima persona cicli di concerti.
Ha fondato e diretto per anni il Coro "Vittore Bellemo", una nutrita compagine di cantori che si sono uniti per dare solennità alle celebrazioni liturgiche della Diocesi di Chioggia e per fare memoria di un sacerdote-compositore locale contemporaneo di Perosi, monsignor Vittore Bellemo.
Particolarmente votato alla didattica, ha seguito numerosi allievi, alcuni dei quali hanno studiato con profitto nei Conservatori e nei Licei musicali.
È stato altresì organista della chiesa di San Giovanni Battista a Chioggia, dove ha fondato e diretto il coro polifonico parrocchiale, impegnato oltre che nella liturgia, anche in concerti e rassegne, specie in collaborazione con il Coro Bellemo.
Per alcuni anni ha lavorato nella redazione del settimanale della diocesi di Chioggia "Nuova Scintilla", sia in qualità di grafico editoriale che in quella di giornalista (rubrica musicale, recensione di libri e di eventi culturali).
Interessanto alla storia della musica e argomenti di carattere musicologico, pone particolare attenzione al repertorio sacro e alla musica liturgica cattolica e anglicana.
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In memoria di Carlo Oro
La notte tra il 5 e il 6 di maggio 2020, si spegneva all'età di soli 40 anni non ancora compiuti, il Maestro Carlo Oro di Chioggia, Organista, direttore di coro, appassionato didatta, musicista di ampia conoscenza, cultore della bellezza, raffinato intellettuale, colto, sensibile e dotato di numerosi talenti.
Ho vissuto con lui un profondo legame di amicizia e una feconda condivisione della cultura musicale che egli coltivava con grande entusiasmo.
Voglio riportare qui alcune delle sue parole, che egli ha scritto per presentarsi nel suo sito internet:
"Uno dei contrassegni salienti della mia vita è la sete di cultura e, come conseguenza, il desiderio di trasmettere agli altri la mia personale, per quanto limitata, conoscenza. Tra le mie discipline d'elezione c'è senz'altro la musica, che mi ha sempre accompagnato, scandendo tutte le fasi della mia esistenza. Sono testimone diretto del fatto che la musica comunica con noi esseri umani.Nel corso della vita ho ascoltato musica, ho studiato musica, ho insegnato musica, ho diffuso musica e ho tentato di trasmettere la passione per la musica alla gente con la quale di volta in volta sono entrato in contatto".
Posso testimoniare che Carlo Oro era veramente un musicista innamorato dell'arte musicale e dotato di una grande capacità di comunicare questa sua passione ai suoi studenti, ai suoi amici e a tutte le persone che ha incontrato e con le quali ha collaborato nel corso della sua breve ma intensa esistenza.
Dopo essere stato mio allievo nella classe di Organo al conservatorio Pollini di Padova, egli ha frequentato il corso accademico al conservatorio di Rovigo sotto la guida del Maestro Giovanni Feltrin, laureandosi brillantemente con una tesi sull'organista e compositore francese Alexandre Guilmant.
La nostra amicizia e la stima reciproca che ci hanno sostenuti in questi anni, hanno fatto di Carlo un amico speciale per me.
Egli, aveva la capacità di donare il suo ascolto, la sua comprensione, la sua gratuita amicizia, senza giudicare ma piuttosto entrando in empatia e cercando di portare il suo sostegno e incoraggiante consiglio.
Attento, sensibile, raffinato, altruista, sempre sorridente, una persona capace di donare ricchezza interiore.
Con gratuità e senza che ci fosse da parte mia alcuna richiesta, si era offerto di collaborare nella mia classe di organo al conservatorio di Rovigo, donando la sua competenza e passione per la didattica, in particolare dedicando il tempo ai ragazzi più giovani frequentanti la scuola media, favorendo così il mio lavoro di prassi esecutiva con gli studenti dei corsi accademici.
Ho potuto apprezzare che con i giovani apprendisti dello studio della Musica, Carlo non aveva solamente un talento didattico, era anche dotato di una sensibilità speciale che gli permetteva di entrare in empatia con gli studenti.
Era un fratello maggiore che riusciva a comunicare il suo insegnamento, la sua preparazione, la sua competenza, nello stesso tempo donava affetto, ascolto, amicizia, empatia, regalando ai giovanissimi allievi una grande carica interiore.
Con loro parlava, scherzava, rideva senza venire meno all'impegno responsabile della docenza.
Dal suo curriculum si apprende che prima di dedicarsi allo studio dell'organo, Carlo ha frequentato lezioni di chitarra, pianoforte e violoncello.
La sua cultura musicale spaziava dalla musica più antica a quella dei nostri giorni, dimostrando di conoscere, a volte anche in modo molto approfondito, musica sinfonica, cameristica, sacra, profana anche di autori meno conosciuti.
L'organo, il suo strumento preferito, lo aveva portato verso l'approfondimento della musica sacra nella tradizione Cattolica e Anglicana.
Carlo, nutriva un amore particolare per l'Inghilterra dove vi è una consolidata tradizione di musica liturgica corale, professionalmente eseguita anche in secondarie chiese di provincia.
Nella città di Chioggia dove abitava, si dedicava con cura a diffondere la Musica insegnando a numerosi allievi, suonando l'organo nelle chiese, esercitando l'attività di direttore di coro, promuovendo, se pur con difficoltà, eventi culturali.
In particolare ha curato il restauro dell'organo della cattedrale, uno strumento che ha subito diverse trasformazioni nel corso della sua storia, prendendo con gli ultimi lavori, la fisionomia di uno strumento moderno, versatile a servizio della letteratura organistica di differenti stili ed epoche.
Carlo aveva una salute piuttosto fragile che ha limitato il suo slancio verso le sue grandi passioni, in particolare amava molto viaggiare sempre con l'obbiettivo di raggiungere luoghi dove trovare cultura e tanta Musica di notevole spessore.
Anche l'attività concertistica, cosa che avrebbe potuto sostenere egregiamente, è stata limitata dalla sua fragilità.
Il suo animo sensibile, colto e raffinato, soffriva moltissimo quando incontrava difficoltà e incomprensione negli ambienti dove egli con tanta passione e senza risparmio di energie, si concedeva con l'obbiettivo e la speranza di diffondere la cultura musicale, veicolo di crescita spirituale, strumento utile per formare, edificare e raffinare i sentimenti dell'animo umano.
Dopo la sua tragica e prematura scomparsa, ho avuto l'occasione di parlare con diverse persone che hanno conosciuto e frequentato Carlo Oro, con le quali ho potuto condividere senza riserve, le grandi qualità umane, culturali, musicali e didattiche che gli appartenevano e che in prima persona ho condiviso in un'amicizia speciale che non potrò mai dimenticare.
Penso a quando ritornerò al conservatorio di Rovigo per riprendere la mia attività di insegnamento, sentirò fortemente la mancanza di Carlo Oro.
Il suo sorriso, la sua affabilità, la sua umanità e la sua straordinaria sensibilità e competenza musicale, non potrò mai dimenticarle.
Egli ha formato diversi alunni che hanno frequentato e stanno frequentando alcuni conservatori tra i quali il Venezze di Rovigo.
"Grazie Carlo per le preziose eredità che ci hai donato"!
Auguro a me stesso e ai suoi alunni, di portare avanti responsabilmente l'impegno di Carlo e di ricordarlo suonando, studiando e lavorando con l'entusiasmo, la competenza e la serenità che ci ha regalato ogni volta che abbiamo condiviso l'arte musicale e la nostra amicizia.
"Ciao Carlo, grazie di tutto!
Che la tua spiritualità, la tua bellezza interiore, la tua anima di vero uomo e vero musicista ci accompagnino per tutti i giorni della nostra vita".
Con grande gratitudine e riconoscenza,
il tuo inseparabile amico
Ruggero Livieri