Amazing Grace – Orgelmusik von Grimoaldo Macchia - Giorgio Parolini - 1 c.d. Motette-Psallite

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Amazing Grace – Orgelmusik von Grimoaldo Macchia

1 c.d. Motette – Psallite 15040

Organo Bonato (2013), Chiesa Parrocchiale di S. Anastasia, Villasanta, Italia

Presentazione/recensione a cura di Alberto Pedretti

 

 

«Per questa grazia, infatti, siete stati salvati mediante la fede; questo non viene da voi ma è grazia di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.» (San Paolo, Lettera agli Efesini 2,8-9)

«Chi sono io, Signore Dio, perché Tu mi abbia condotto fin qui? E quasi fosse poco ai tuoi occhi, o Dio, ora parli della casa del tuo servo nel lontano avvenire (Secondo Libro di Samuele 7, 18-19)

«Mi hai fatto contemplare come una successione di uomini in ascesa, Signore Dio!» (Primo Libro delle Cronache 17, 17)

 

 

Partiamo col dire che il CD è bellissimo... un caleidoscopio di colori... ghirlande di note coloratissime si susseguono mentre l'organista affronta pagina dopo pagina le composizioni dell'autore.

 

L'interesse della registrazione nasce dal fatto che un celebre organista italiano, Giorgio Parolini, dedichi un CD ad un compositore italiano balzato alla ribalta delle cronache musicali degli ultimi anni, Grimoaldo Macchia, per una delle più prestigiose etichette discografiche tedesche votate alla musica organistica, la Motette-Ursina. Se scorriamo negli anni il catalogo di questa casa discografica fondata nel 1976, gli unici nomi italiani a comparire sono quelli di Roberto Micconi, Luigi Benedetti ed Emanuele Vianelli, Andrea Marcon e Luca Scandali e, più recentemente, Davide Paleari. Un onore quindi, per il nostro Giorgio Parolini arricchire il prestigioso e raffinato catalogo Motette-Ursina Verlag.

 

Bastano poche note del CD per capire che ci troviamo finalmente davanti ad un grande organo da concerto italiano, uno strumento al quale non manca nulla e che offre all’interprete tutte le risorse possibili ed immaginabili, e che si sposa in maniera meravigliosa al repertorio scelto. Non si tratta di un organo liturgico adattato al concertismo, né di un organo per così dire “da concerto” collocato in acustiche asciutte ed oppressive. Siamo a Villasanta, comune italiano di 14.021 abitanti dell’operosa Provincia di Monza e Brianza, nella Chiesa di Santa Anastasia. L’edificio è il risultato di due ampliamenti della preesistente chiesa parrocchiale, le cui dimensioni erano quelle dell’attuale navata centrale fino all’inizio del transetto. Con il primo ampliamento completato nel 1884, furono aggiunte le due navate laterali, ma la lunghezza rimase pari a circa la metà di quella attuale. L’organo Prina (1886) che si trova oggi sulla tribuna di controfacciata, e la cui rimozione si era prospettata negli anni ’30 del secolo scorso, è perfettamente funzionante ed anch’esso recentemente restaurato nel 2002 dai F.lli Pirola di Sovico. Esso fu costruito per questo primo ampliamento della chiesa, con una volumetria di molto inferiore a quella attuale, ragion per cui, fin dai primi disegni preliminari per il secondo progetto di ampliamento, fu presa in considerazione l’ipotesi di dotare il tempio di uno strumento più adeguato. Verso la metà degli anni ’50, l’organo Prina divenne inservibile e fu ventilata l’ipotesi di utilizzarne il materiale per realizzare uno strumento da collocarsi nelle due cantorie in transetto. Fortunatamente questa ipotesi non ebbe seguito e si preferì optare per la costruzione di un nuovo strumento da collocare nell’abside, dietro l’altare maggiore, per l’accompagnamento corale. Fu così che nel 1961 la ditta Balbiani Vegezzi-Bossi di Milano posò il piccolo strumento tuttora esistente e perfettamente funzionante.

 

Il maestoso strumento protagonista del CD è stato costruito dall'organaro veronese Diego Bonato, che in passato aveva già fornito alla parrocchia un piccolo organo positivo per la Chiesa di S. Alessandro, su progetto fonico di Paolo Oreni. L’organista di Treviglio si offrì pubblicamente di disegnare un grande strumento per le due cantorie vuote al termine di un concerto sull’organo Prina. Questa proposta, accompagnata da grande entusiasmo, segnò il punto d’avvio per la realizzazione di un progetto pensato decenni addietro e mai concretizzatosi. L’organo Kleuker-Steinmeyer della Tonhalle di Zurigo, progettato dall’organista francese Jean Guillou, fu un importante punto di riferimento per la progettazione.

 

Lo strumento si articola in due corpi contrapposti, ciascuno su di una cantoria a ridosso delle pareti di fondo del transetto; il materiale fonico è accolto all'interno delle casse gemelle, con mostra composta da canne in metallo di Principale 16', con bocche a scudo, delle quali alcune sporgenti in alto. Nella cantoria di sinistra si trovano GO, Positivo e parte del Pedale, mentre nella cantoria di destra trovano spazio Recitativo, Solo, Tuba Magna 16’ e Tuba Episcopalis 8’ e parte del Pedale, sormontate dalle Chamades 16’, 8’ e 4’. Due sono i poderosi 32’ affiancati dalla Gran Quinta 10 2/3’.  Al suo interno pulsa materiale fonico proveniente da ben due strumenti dismessi dell’organaro inglese Nicholson di Portsmouth, che ne arricchiscono il carattere spiccatamente eclettico. Fu Diego Bonato a recarsi in Inghilterra per valutare lo stato e l’idoneità dei materiali dei due strumenti. L’ottima qualità riscontrata ed il prezzo estremamente contenuto fecero si che entrambi venissero acquisiti dalla parrocchia e trasportati nel laboratorio dell’organaro. La maestosa e moderna consolle a terrazze è mobile ed indipendente, ed è situata a pavimento nella navata centrale. Essa dispone di quattro tastiere di 61 note (Do1-Do6) e pedaliera concavo-parallela di 32 note (Do1-Sol3). I registri, le unioni, gli accoppiamenti e gli annullatori sono azionati da placchette a bilico poste su più gradoni, ai lati dei manuali. Alla consolle è collegato elettronicamente anche l'organo Balbiani Vegezzi-Bossi, che ne costituisce la sezione Corale. Questo è un altro aspetto assolutamente eccezionale del progetto, che in altri casi avrebbe portato all’eliminazione di questo prezioso prodotto dell’organaria Italiana della seconda metà del secolo scorso. Paolo Oreni fu nominato organista titolare del futuro nuovo organo e fu incaricato di supervisionarne la costruzione. L’organista del teatro alla Scala di Milano, Lorenzo Bonoldi fu anche nominato in qualità di co-titolare.

 

Il nuovo strumento è a trasmissione elettronica e conta 91 registri (65 reali) su quattro tastiere e pedaliera per un totale di oltre 5.006 canne; l’inaugurazione si tenne con una serie di tre concerti tra il 5 e il 26 ottobre 2013 da Paolo Oreni e Jean Guillou. A seguito del collaudo nel marzo 2014, furono considerate auspicabili alcune modifiche all‘intonazione, sicché l’organo fu rivisto in alcune caratteristiche dall'organaro Philip Klais di Bonn su mediazione dello stesso Guillou. Durante il primo festival dell’ottobre 2014, organizzato da Daniele Tobio nel ruolo di direttore artistico dell’associazione “Amici del Grande Organo di S. Anastasia”, Jean Guillou venne nominato titolare onorario dello strumento e Lorenzo Bonoldi divenne organista residente. Bonoldi lasciò poi l’incarico agli inizi del 2016.

A testimonianza del valore e della versatilità di questo prezioso strumento, va detto che al suo attivo si contano già numerose incisioni discografiche ad opera tra gli altri di Domenico Severin (Syrius), Fausto Caporali (Fugatto), Vincent Crosnier (Augure), Alessandro Bianchi (Elegia) ed appunto Giorgio Parolini (Motette-Psallite).

 

Dopo questo obbligatorio excursus sulla storia dello strumento, veniamo finalmente ai due protagonisti della registrazione discografica, ed al rapporto che li lega, partendo dal bravissimo Giorgio Parolini.

 

È sempre un piacere potersi esprimere in maniera positiva su di un esponente della scuola organistica italiana e Giogio Parolini ha dimostrato nel corso degli ultimi decenni di essere un organista particolarmente versatile e dall’ampio repertorio, nel quale grande importanza riveste la musica contemporanea, con prime esecuzioni di opere di Eugenio Maria Fagiani (“Veni Creator Spiritus” e “Tre Parafrasi Gregoriane”), di Lionel Rogg (“Passacaille pour Clavecin”), di Denis Bédard (“Suite du Premier Ton”) e proprio di Grimoaldo Macchia, del quale ha eseguito la Partita-Suite sopra “Abide with me” (registrata nel presente CD); Macchia negli anni successivi gli dedicò altre composizioni, che si ritrovano nel programma.

 

Se è raro trovare registrazioni discografiche di interpreti italiani per etichette straniere, ancor di più è trovare un programma completamente dedicato ad un compositore nostrano. Tuttavia, come dicevamo all’inizio, quello di Grimolado Macchia,  è un nome che ha finito per diventare negli ultimi anni una costante in molti programmi concertistici ed in progetti discografici sia in Italia che all’estero. Gli appassionati si saranno sicuramente imbattuti nelle sue composizioni scorrendo il programma di festival organistici, nei cataloghi di case editrici di settore o nei programmi di CD. È infatti ormai consolidato il legame che lo unisce ad alcuni concertisti dedicatari delle sue pagine e che ne promuovono costantemente le opere (Ivan Ronda, Giorgio Parolini, Marco Lo Muscio, Kevin Bowyer, Carson Cooman...), e che hanno finito per diventarne vero e proprio veicolo promotore.

 

Dice Giorgio Parolini nella prefazione al CD:

«La registrazione nasce dalla mia voglia di dare voce ai compositori contemporanei, senza però perdere di vista quello che la tradizione ci ha lasciato. Le tracce "Amazing Grace" sul CD sono collegate tra loro per tessere una sorta di trama che supporta ciò che viene offerto all'ascoltatore. L'intero programma è stato ideato dal compositore italiano Grimoaldo Macchia e composto su un tema ben preciso: ci sono temi "secolari" (BACH, Cielito Lindo) e temi "spirituali", che includono canti gregoriani - tipici del cattolicesimo - e corali ed inni della liturgia protestante ed anglicana. Inoltre, tutti questi brani, scritti su temi "spirituali", coprono la durata del l'intero anno liturgico.»

«Alla fine due criteri hanno portato alla scelta del programma: i brani qui presentati sono stati composti su un periodo relativamente lungo di circa 6/7 anni; il secondo aspetto è la varietà di forme e linguaggi che influenzano la composizione e la percezione dal punto di vista dell'ascoltatore: abbiamo brani con una struttura ed un linguaggio complessi ed articolati, ed altri per i quali sono stati utilizzati un linguaggio ed una struttura più semplici e sono quindi immediatamente accessibili e comprensibili, in modo che questo progetto soddisfi ogni esigenza di "intenditori e appassionati", come dice Carl Philipp Emanuel Bach, e può quindi servire come un piccolo mezzo per introdurre nuovi ascoltatori al mondo dell’organo.»

 

Gran parte dei brani che compongono il programma sono alla loro prima registrazione mondiale.

 

L’apertura del CD è affidata alle ghirlande di suoni della Toccata on “Amazing Grace” (2015), celebre spiritual americano, il cui testo fa riferimento a diversi passi biblici, tra i quali quello di S.Paolo (Lettera agli Efesini 2,8-9), trattato da Grimoaldo Macchia alla stregua delle numerose improvvisazioni su questo corale ascoltate negli anni da celebri interpreti e compositori statunitensi, da Diane Bish a Dan Miller, a Fred Swann. Il brano è strutturato in quattro parti, con il tema che passa dalle poderose ance dei manuali ai 32’ del pedale. Dopo un breve passaggio modulante il tema torna al manuale per poi concludersi nell’armonizzazione finale del corale in organo pleno.

 

Evocation and Chorale on Eventide (2018) è in realtà il tradizionale inno cristiano inglese “Abide with me” risalente alla metà del 1800, composto da Henry Francis Lyte (1793 – 1847) nel 1847, ma il più delle volte cantato con la melodia “Eventide” dell’organista inglese William Henry Monk (16 March 1823 – 1 March 1889), resa celebre dai brani ad essa dedicati da musicisti del calibro di Hubert Parry (1848–1918), Ralph Vaughan Williams (1872 –1958) , Leo Salkeld Sowerby (1895 – 1968), ecc. La versione di Grimoaldo Macchia prevede un primo trattamento della melodia in stile evocativo su di un Principale 8’, mentre la seconda parte, introdotta da un crescendo, è una armonizzazione del maestoso corale supportata dai poderosi registri di 32’ del pedale.

 

A seguire, sullo stesso tema, ascoltiamo la Partita-Suite sopra “Abide with me”, composta nel 2017 e dedicata a Giorgio Parolini, che ne eseguì la prima. L’opera, particolarmente articolata, abbraccia entrambe le forme musicali citate nel titolo, seguendone le evoluzioni stilistiche susseguitesi nei secoli. In totale si contano dodici movimenti così articolati: Praeludium, incentrato sul dialogo tra le Ance del GO e del Recitativo – Choral, classica armonizzazione del tema – Duet, tra Cromorno 8’ alla mano sinistra e Flauti di 8’, 4’ e 2’ alla destra – Canzona, dove la melodia cantata dall’Oboe 8’ è accompagnata dai registri di fondo con armonie quasi dissonanti che fluttuano tra maggiore e minore – Fanfare, in classico stile americano, con alternanza tra ripieni ed ance ad alta pressione – Improvisation con l’utilizzo del pedale doppio alternato alle note pizzicate dello stesso, mentre la mano destra è affidata ai registri di mutazione che trovano terreno fertile in questo strumento in pieno stile Guillou – Bicinium waltz, il cui titolo deriva dalla trasformazione ritmica della melodia dagli originali quattro movimenti ai tre tipici del walzer, caratterizzato da cascate di note alla mano destra – Scherzo, con il tema presentato al pedale e contrapposto al Flauto da concerto 8’ del GO – Badinage, piccolo scherzo a due voci – Prayer, dove la melodia è sorretta da accordi alla mano sinistra sulla Voce Celeste 8’Alla Passacaglia, con tema sottolineato nella metà inferiore della pedaliera, le due voci alla mano sinistra che creano un canone per diminuzione e figurazioni libere al soprano; Toccata, un perpetuum mobile con tema alla mano sinistra e pedale che alterna salti e canone con la mano sinistra, sotto gli arpeggi della mano destra che conducono al fff finale con Tube e Chamades. Il brano è una dimostrazione della dimestichezza di Macchia con la varietà di forme musicali di diverse epoche e stili, così ricorrente nella sua produzione.

 

La Toccata en Koraal over “Vom Himmel hoch” (2012), così come Christmas Pastorale e Stille Nacht Suite sono contenuti nel secondo volume dell’autore, intitolato “The Joy of Christmas” (2013), una raccolta contenente 21 brani composti sui temi natalizi di tutto il mondo. La Toccata è costituita da una introduzione che porta al corale in canto fermo, accompagnato da un andamento in quartine che prepara all’armonizzazione finale del corale stesso in organo pleno.

 

Christmas Pastorale on “Once in Royal David’s City”, “Hark! The Herald Angels sing”, dedicata a Giorgio Parolini, è incentrata sulle due melodie citate nel testo. Lo schema è un A – B – A, C – D – C. Il primo movimento è una sorta di “lullaby” che evoca il dondolio della culla mentre la melodia si alterna su registri evocativi, Oboe 8’, Flauti e Cornetto. Nella seconda parte, a cui si aggiunge il Cromorno 8’, si percepisce il trattamento evocativo dei registri ad imitazione della Zampogna e del Piffero dei pastori.

 

La “Stille Nacht” Suite, composta per il concorso “200 Jahre Jubiläum Stille Nacht” si articola in cinque movimenti: FanfareMéditationScherzoRicercareToccata. Anche in questo caso i giochi di colore la fanno da padroni, con numerosi cambi di tastiera e sfoggio delle meravigliose ance dell’organo di Villasanta.

 

In Paradisum fu scritto da Grimoaldo Macchia nell’agosto del 2015 in occasione della prematura scomparsa del compianto organista inglese John Scott, trasferitosi a St.Thomas, Fifth Avenue, NYC dopo gli anni a Londra nella St.Paul’s Cathedral. Il brano rende omaggio anche al violinista e compositore inglese Franck Bridge (1879 – 1941) ed al suo celebre Adagio in E Major, il cui tema ricalca la melodia gregoriana che apre la Messa per i defunti. Il brano si apre sulle tenui sonorità dell’organo, il tema è In Paradisum, a simboleggiare la notizia del lutto. Il crescendo centrale richiama lo strazio del pianto e della disperazione. Il diminuendo che segue riporta alla melodia iniziale e si conclude su di un accordo vuoto, privato del terzo grado, a rappresentare la grave perdita.

 

La Choralfantasie “Christ ist erstanden” (2018) si basa sull’omonimo corale cantato il giorno di Pasqua. L’inizio giubilante è a guisa di Fanfara e porta ad una sezione di carattere improvvisativo basata sulle prime note del tema e culmina in una sezione centrale più meditativa. Una sorta di fugato conduce alla Toccata finale, costituita da arpeggi sul basso affidato al pedale. Curioso l’utilizzo del Doppio pedale dell’organo di Villasanta che permentte di spezzare la pedaliera e utilizzare due diverse regitrazioni nelle due sezioni.

 

Aus den “Méditations sur le theme Regina Coeli” (2013) è il brano che si caratterizza per la scrittura più moderna all’interno dell’antologia scelta da Parolini. Basata sull’antifona gregoriana “Regina Coeli”, si tratta di una trascrizione dall’autore al termine di una improvvisazione al più grande organo della Svizzera, nel Benediktinerkloster di Engelberg. La composizione risente dello stile francese contemporaneo e dei suoi colori. Il brano venne rivisitato in occasione del Diploma in Kirchenmisiker di Macchia presso la Musichochschule di Zurigo. La pagina è pervasa dalla gioia della Resurrezione. Interessante l’utilizzo di cluster sulla Voce celeste 8’ nella parte centrale.

 

Paraphrase on Anthiphona “Ave Maria” (2016) riprende la forma della “Parafrasi”, caratteristica del Medioevo e del Rinascimento, riesplorata poi nel Romanticismo, dove si incentrò sui temi operistici. Dal momento che il tema è particolarmente delicato, la parafrasi fa largo uso dei registri più delicati dello strumento, Voix céleste 8’, Viola 8’, Flauto 8’ e Bordone 8’, mentre il solo è affidato al Principale 8’.

 

Schweitzerland Suite über “Lobe den Herren” (2015) è una composizione organizzata in forma di Suite e basata sul celeberrimo corale noto nel mondo anglosassone come “Praise the Lord, the Almighty” (Psalm 150). Il brano risale al periodo trascorso dall’autore come Hauptorganist della “Katholische Kirche St.Georg und Zeno” di Arth, da qui il titolo, ed è dedicato all’organista che precedette Macchia in quella posizione, Kurt Erich Tschan. I movimenti sono cinque: Fanfare – Trio – Aria – Allegro Fugato – Toccata. Splendida la Toccata concluiva, in forma di Rondò, dove la classica forma con tema in canto fermo al pedale viene dapprima abbandonata in favore di una sezione nella quale il tema rimbalza tra la Tuba episcopalis 8’, le Ance del GO ed il pedale, per poi sfogarsi nella classica Toccata in forma di arpeggi sulla melodia in pedale doppio, prima dell’ultima esposizione in soprano.

 

Mein Herr un Mein Gott” (2014) esprime in musica l’essenza della omonima preghiera, in particolare sul testo di Niklaus von Flüe (1417 –1487) su melodia di Josef Gallus Scheel (1879-1946), Domkapellmeister in St. Gallen. Anche in questo caso il corale variato nacque da una improvvisazione dell’autore che la trascrisse per poi pubblicarla per l’edizione tedesca “Are Musik Verlag”. L’introduzione è affidata ai tenui registri di Viola celeste 8’ e Viola di gamba 8’ e conduce ad un solo di Principale 8’. Una ripresa dell’incipit conduce poi ad una versione abbellita e variata del corale, affidata al Cornetto.

 

The flight of the Bumblebach - Scherzo on BACH (2017) è uno scherzo virtuosistico in forma di walzer pensato come bis per concerto. Il titolo evoca il celebre brano di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov ed è un lieve e piacevole scherzo incentrato sul tema BACH.

 

La Toccata Mexicana uber “Cielito lindo” (2017) è un omaggio al calore del popolo messicano. Scritto in ¾, richiama ritmicamente la celebre Toccata in F di Widor ed è pensata in forma ABA dove A rappresenta la classica successione di accordi ribattuti con tema affidato ai registri di 32’ del pedale, mentre la più articolata sezione B si caratterizza per una presentazione ed una rielaborazione dell’incipit del ritornello, dapprima in forma di tema, sorretto da accordi ribattuti della mano sinistra, quindi in forma di dialogo sopra note ribattute del pedale. Che dire, una degna conclusione per questa cavalcata sulle note di Grimoaldo Macchia allo strepitoso organo di Villasanta, del quale Giorgio Parolini illustra ogni sfaccettatura esaltandone la tavolozza di colori.

 

Un plauso, davvero, a questi due musicisti Italiani.

 

Fantastica la presa del suono. Il libretto è molto ricco, in pieno stile Motette, ed è arrichito, cosa davvero rara, dalla traduzione italiano. Bellissime le foto di Interprete e strumento.

Consigliatissimo.