Le sonate per organo del giovane PUCCINI

Tu sei qui

Domenica, 28 Luglio, 2024 - 19:00
chiesa parrocchiale Santa Croce
piazza Indipendenza
Macerata MC
Italia

interpretate da Paolo Bottini al "Callido" di Santa Croce in Macerata

Sezione Concerti

Interpreti: Paolo Bottini, organo

Organizzatore / Partners:
Accademia Organistica Elpidiense in collaborazione con Macerata Opera Festival

 

Programma del concerto di Paolo Bottini all'organo "Callido" (1804) chiesa di Santa Croce in Macerata il giorno 28 luglio 2024 ore 19 nell'ambito del cinquantennale dell'attività dell'Accademia Organistica Elpidiense (in collaborazione con il Macerata Opera Festival):

 

Giacomo PUCCINI (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924)

 

Composizioni originali per organo [*]

 

[Preludio, Adagio e Marcia in sol maggiore] [16, 3 e 18]

 

Largo, [Intermezzo] e [Fugato] senza pedali in sol maggiore] [7, 2 e 12]

 

[Ripieno] e Allegro vivace in re maggiore [17 e 19]

 

[Marziale] e Tempo di Valzer [8]

 

Marcia [21]

 

Elevazione per organo [56]

 

Postcomunio [47]

 

Pastorella gravida [57]

 

Offertorio [46]

 

[*] i numeri tra parentesi quadre si riferiscono all'elenco dei brani così come pubblicati nel volume II/2.1 della Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini (Carus-Verlag 56.003) nel 2017 a cura di Virgilio Bernardoni; i titoli, invece, tra parentesi quadre sono libera attribuzione dell'esecutore a brani originariamente mancanti di intestazione.

 

§ § §

 

Giacomo Puccini organista

 

di Paolo Bottini

 

È sicuramente ancora ben poco noto – non solo al grande pubblico ma anche ai musicisti – che il celeberrimo operista Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) ebbe giovanili significative esperienze in qualità di organista di chiesa, sia come esecutore che come compositore: lo testimoniano, oltre le cronache (Giacomo era figlio, nipote e pronipote di musicisti di chiesa), una serie di 57 pezzi composti tra il 1870 e il 1880 circa, raccolti e pubblicati nel 2017, a cura di Virgilio Bernardoni (dal 1999 professore di Musicologia e Storia della musica presso l’Università degli studi di Bergamo), nel volume II/2.1 della Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini (Carus-Verlag 56.003) in collaborazione con il Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca.

 

Già nel 2017 il compianto organista olandese Liuwe Tamminga aveva inciso e pubblicato per «Passacaille» le più significative composizioni del giovane lucchese, ma è recente l'incisione integrale a cura di Paolo Bottini in un doppio c.d. per «Da Vinci Classics».

 

Tutti questi brani originali per organo di Puccini risentono sicuramente dell'imperante clima operistico rossinian-verdiano, soprattutto in quelli che non hanno precisa destinazione liturgica (molti non portano nemmeno un titolo), ma anche in quelli pensati espressamente per accompagnare parti della messa (Offertorio, Elevazione, Postcommunio, versetti per Kyrie e Gloria) o del vespro (diversi sono i versetti in varie tonalità concepiti per l'alternanza col canto gregoriano).

 

Diversi brani nacquero per l'uso di tal Carlo Della Nina, di professione sarto, che svolgeva servizio d'organista presso la chiesa di San Giusto a Porcari (presso Lucca) e al quale il giovane Puccini impartiva lezioni.

 

In età matura, all'apice dei successi operistici, ecco cosa scriveva Puccini a Carlo Paladini il 26 novembre 1920: «Pensa cosa avrei potuto fare io se non indovinavo il Terno al Lotto delle mie opere! non ero buono a nulla altro. – insegnare? che cosa? – o se non so nulla, io – suonare l’organo? sì, con quella mano agile che mi rimpasto! maestro di banda? Avrebbero finito per suonarmi il tamburo sulla pancia, con quella autorità che ho».

 

Nella sua carriera di organista a Lucca e dintorni il giovane Puccini aveva a disposizione strumenti tipici di scuola toscana: basati su un Principale di 8 piedi, con unica tastiera di 45 tasti e prima ottava corta, piccola pedaliera a leggìo che comandava non più di dodici canne di Contrabassi di 16 piedi, con pochi registri “da concerto” (Cornetto, Trombe); tuttavia questi brani – brillanti e tutt'altro che castigati, per niente influenzati da quella «ricerca estetico-religiosa di uno stile liturgico acconcio, già in atto al tempo dei primissimi esordi pucciniani, e poi incentivata con intransigente esclusivismo religioso nell’ultimo quarto del secolo dal “movimento ceciliano”» (Bernardoni) – recando vivide tracce del coevo gusto teatrale, ben si prestano ad essere “concertati” anche su organi di più ampia mole, come quello (veramente eccezionale, data la mole e la triplice tastiera), che si può ascoltare nella chiesa dei Ss. Bartolomeo e Stefano a Bergamo, edificato nel 1884 dalla ditta bergamasca “Locatelli”.

 

Al lettore desideroso di conoscere approfonditamente il Puccini organista, nonché il mondo organistico da egli frequentato con assiduità per un decennio del periodo della sua formazione musicale, si suggerisce il volume Giacomo Puccini organista / Il contesto e le musiche a cura di Fabrizio Guidotti uscito nel 2017 per i tipi di Olschki in cui, oltre ai saggi di Aldo Berti, Gabriella Biagi Ravenni e dello stesso Guidotti, è ospitato quello dell'illustre musicologo e organista Luigi Ferdinando Tagliavini su Giacomo Puccini e l'organo.