Ti loderò tra le genti

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Sabato, 21 Gennaio, 2017 - 16:00
oratorio Curia Vescovile
Piazza Paolo VI
04100 Latina LT
Italia

Incontro di presentazione di un nuovo volume contenente moduli e accompagnamenti per il canto del salmo responsoriale

Organizzatore / Partners:
Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno.
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Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno
Ufficio Liturgico diocesano

 
Incontro di presentazione del volume di Marco Di Lenola

"Ti loderò tra le genti". Ritornelli moduli e accompagnamenti per il canto del salmo responsoriale (Armelin, Padova 2016)
 
21 gennaio 2017, ore 16
Curia Vescovile
Piazza Paolo VI
04100 Latina
 
Interventi a cura di
 
prof. mons. Claudio Palumbo
Direttore della Scuola di Teologia S. Pietro Celestino
Diocesi di Isernia-Venafro

 
don Antonio Centola
Responsabile della Scuola di Musica Sacra
Arcidiocesi di Gaeta

 
Conclusioni
S.E.R. Mons. Mariano Crociata
Vescovo diocesano
 
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Marco Di Lenola
"Ti loderò tra le genti"
Ritornelli moduli e accompagnamenti per il canto del salmo responsoriale
Armelin, Padova 2016.
 
Contiene i salmi domenicali, delle feste e delle solennità principali dei tre cicli liturgici con i testi tratti dal nuovo Lezionario. 
 
La raccolta (229 pagine) contiene, inoltre, indicazioni dell'autore per il canto dei moduli salmodici, l'indice dei ritornelli e l'indice dei salmi e degli altri riferimenti scritturistici presenti nella raccolta.
 
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Introduzione di Sua Ecc. mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno. 
 
Il canto è una dimensione fondamentale dell’umano, una modalità espressiva che lo denota in ma- niera inconfondibile e una manifestazione incomprimibile del suo essere edel suo sentire. Lo richiama l’Ordinamento Generale del Messale Romano quando collega il canto alla gioia del cuore o quando cita S. Agostino, per il quale «il cantare èproprio di chi ama» [Discorsi 336, 1]. Tutti i sentimenti, quando raggiungono un grado di particolare  intensità, hanno bisogno di trovare forme espressive in grado di dirne l’umana verità. L’arte si è sempre incaricata di trovare le modalità più adeguate per rispondere a tale profonda istanza, e tra di esse un posto eminente occupa il canto.
Nell’esperienza religiosa il sentire umano raggiunge la più profonda intensità, in una circolarità inesauribile con la coscienza di verità e con la responsabilità della libertà. La fede cristiana ha conosciuto e maturato tale intensificazione in modo tutto speciale nel corso dei secoli. Il canto ha svolto in essa un ruolo fondamentale, a partire dal luogogenerativo della sua esperienza ecclesiale, e cioè la liturgia, nella quale, in particolare, va rilevato l’intreccio intimo che sussiste tra divino e umano. Essa si presenta nellaforma di una prestazione umana, ma in realtà realizza in modo eminente ciò che la tradizione benedettina definisce opus Dei [Regola 43]. Lo si vede specialmente nella Liturgia della Parola, costitutiva della Celebrazione eucaristica e di ogni altra celebrazione sacramentale, e prima ancora nella Sacra Scrittura, che alla liturgia fornisce inlarga misura il contenuto. Parola di Dio in parola umana, la Scrittura testimonia quanto Dio vuole comunicare al suo popolo e ai suoi fedeli attraverso la storia, le parole e lafede di uomini e donne che si sono lasciati ispirare e guidare da lui. La testimonianza scritturistica possiede, perciò, una intrinseca struttura dialogica e fa vedere la dinamica essenziale della rivelazione nella sua correlazione con la fede. La rivelazione accade là dove qualcuno la accoglie con fede, nella comunità dei credenti. La rivelazione pertanto abbraccia costitutivamente la risposta del credente. Dio non ha parlato veramente finché non ha trovato risposta nella fede dell’orante che della sua Parola anela a nutrirsi e avivere; questo perché la risposta di fede è essa stessa parte integrante dell’opera di Dio che si rivela. La Chiesa è la creazione divina di una umanità che ha cominciato ad accogliere, credere, rispondere.
Di questa dinamica teologica vive la Liturgia della Parola, nella quale si attua ritualmente il parlare di Dio e il rispondere del credente. Nell’unica Parola di Dio troviamo leparole con cui Dio si comunica e l’uomo gli risponde nella maniera più conforme al suo essere creaturale e credente, e insieme conforme alla divinità del creatore e salvatoreche a lui ha deciso di donarsi.
Nel salmo responsoriale si condensa la risposta del credente e della comunità tutta a Dio che parla e comunica la sua sapienza e bontà. In esso troviamo dunque laconsonanza con quanto Dio insegna, la disponibilità verso quanto esige e indica, la lode e il ringraziamento, la richiesta di perdono e di aiuto, il dolore e lo sconforto dellacreatura che messa alla prova invoca e grida a Dio, e di seguito l’espressione di tutto ciò che il credente con la sua comunità vive, sperimenta, soffre.
L’indicazione che il salmo responsoriale nella liturgia festiva sia pregato cantando corrisponde dunque all’esigenza di caricare di tutto il suo significato la rispostadell’assemblea liturgica a Dio che parla. Vi riscontriamo davvero la gioia dell’incontro con Dio in Gesù Cristo, l’amore ricevuto e ricambiato con colui che ha donato il proprio Figlio offrendolo in sacrificio sulla croce, il cumulo di tutti i drammi dell’esistenza e della storia, del dolore e della gioia di cui è intrisa la storia dell’uomo, nella certezza che soloin Dio trovano risposta tutte le domande, pace tutti i conflitti, comunione tutte le divisioni, appagamento tutti i bisogni, le attese, le speranze. Nella risposta del salmo responsoriale c’è l’intensificazione dell’esperienza universale della comunità credente con i suoi drammi e le sue esperienze esaltanti di grazia e di santità.
Le composizioni musicali del maestro Marco Di Lenola si inseriscono perfettamente in questo
contesto con il pregio di elaborare e proporre un repertorio completo e organico di canto dei salmi responsoriali per i cicli festivi dell’intero anno liturgico. Il loro stile ha un carattere non solo conforme alle esigenze della liturgia, ma si presenta come una soluzione di grande equilibrio fra una forma classica che viene dalla tradizione e le formule melodiche di più recente invenzione, consentendo all’assemblea di partecipare attivamente alla celebrazione. Un pregio che si unisce a quanto detto consiste nella possibilitàche la struttura delle composizioni offre di eseguire la partitura a vari gradi di complessità di voci e strumenti, dalla voce solista fino alla completa polifonia di voci.
Siamo grati al maestro Di Lenola per quest’opera che arricchisce il patrimonio musicale liturgico italiano e offre un contributo originale alla recezione della riforma liturgica conciliare.