Roberto Olzer in concerto

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Mercoledì, 30 Aprile, 2025 - 20:45
chiesa parrocchiale Ss. Faustino e Giovita
Villa d'Almè BG
Italia

al "Serassi" op. 322 (1809)

Sezione Concerti

Interpreti: Roberto Olzer

Organizzatore / Partners:
Circolo ACLI in collaborazione con la Parrocchia di Villa d’Almè

 

MERCOLEDÌ 30 APRILE 2025, ALLE ORE 20.45, 

L’ORGANISTA E JAZZISTA ROBERTO OLZER

SI ESIBIRÀ ALL'ORGANO "SERASSI" (1809) DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI VILLA D’ALMÈ (BG), 

PROPONENDO UN ORIGINALE CONCERTO INCENTRATO INTERAMENTE SU CELEBRI CANZONI – DALLE MELODIE NAPOLETANE FINO AI PINK FLOYD – ARRANGIATE IN CHIAVE JAZZ  

 

*comunicato-stampa a cura della Direzione Artistica dell'evento*

 

Il Circolo ACLI, in collaborazione con la Parrocchia di Villa d’Almè, propone un singolare concerto d’organo intitolato “Primo Libro di Canzoni per sognare”. L’evento, inserito nella rassegna musicale “Villa in musica 2025”, si terrà mercoledì 30 aprile (con inizio alle ore 20.45) allo strumento ad unica tastiera costruito dai Fratelli Serassi nel 1797 [rifatto dalla medesima ditta nel 1809 come op. 322] per la Chiesa parrocchiale dei Ss. Faustino e Giovita. 

Si tratta, in effetti, di una vera e propria carrellata nell’universo della canzone del Novecento, che a partire da alcune celebri melodie napoletane toccherà vari generi, dal pop al rock alla canzone d’autore, con qualche spiccata incursione nel musical e nella musica per film. Il tutto arrangiato e riletto secondo moduli cari alla prassi del jazz e affidato a uno specialista del genere, il maestro Roberto Olzer. Il recital, che quattro anni fa aveva debuttato con grande successo nell’ambito della settima edizione di «Box Organi. Suoni e parole d’autore» di Lallio (Bg), rassegna tra classica, jazz e letteratura ideata e diretta da Alessandro Bottelli, ha l’obiettivo di portare questo affascinante e complesso strumento più a contatto con la vita di tutti. A cominciare dal titolo stesso della serata, che intende parafrasare le antiche pubblicazioni musicali dei maestri del Cinque-Seicento, quando con i loro libri di canzoni per sonar definivano un genere e rimarcavano uno stato, quello derivato da una forma vocale, appunto la chanson, che ora assumeva sembianze del tutto autonome, esclusivamente strumentali. 

A tenere le fila di questo affascinante puzzle sonoro, sarà l’infaticabile Roberto Olzer, organista e jazzista di sperimentata esperienza, che ha scelto di raggruppare il vasto materiale a disposizione inanellando una serie di otto suites tematiche, dai titoli significativi: Swinging Suite, Neapolitan Suite, Pop Suite (con brani di Mia Martini, Luigi Tenco, Antonella Ruggiero), Musical Suite (da La La Land, The Phantom of the Opera e West Side Story), South America Suite, Pink Floyd Suite, Kolossal Suite (Il codice Da Vinci, Il gladiatore, 1492: Conquest of Paradise), Rock Suite (The Winner Takes it all degli ABBA, Who Wants to live forever dei Queen e, per finire, Jump dei Van Halen). 

«La prassi di suonare, di improvvisare, in stile jazz, all’organo, – scrive il musicista – ha da ormai un secolo una sua storia, e in Fats Waller la sua figura più famosa ed emblematica. Ricalcando le sue orme, verranno affrontati i brani in programma di natura più schiettamente jazzistica, in particolare alcuni celebri standard jazz, come Honeysuckle Rose abbinati ad altrettante canzoni del cosiddetto ‘Swing italiano’, che attorno alla metà del secolo scorso occhieggiava divertito alle sonorità provenienti d’oltreoceano. Accanto a loro ho voluto selezionare altri titoli, raggruppandoli in suites omogenee, di tutt’altra estrazione, dalle musiche per musical, a quelle per film, alle canzoni di musica italiana per così dire più ‘sanremesi’, alla canzone napoletana o a quelle di tradizione latinoamericana, al pop ‘internazionale’, a temi e assoli di musica rock. La sfida è nel trovare un punto di incontro tra questi generi così lontani dal repertorio organistico abituale e le peculiarità per natura più congeniali all’organo: la polifonia, il contrappunto, l’imitazione, gli impasti armonici. Ma anche il vedere come l’uso della tavolozza timbrica dell’organo, così come di soluzioni ritmiche inusuali, possano offrire una prospettiva nuova, insolita, di temi che fanno parte ormai della nostra memoria collettiva. Una menzione particolare, dal mio punto di osservazione, alla suite dedicata ai Pink Floyd, per l’amore che mi lega alla loro musica fin dall’adolescenza, e perché la loro visionarietà sinfonica si avvicina, molto più che nelle opere di altre band, al mondo organistico».

 

Ingresso libero e gratuito. Per informazioni: 388 58 63 106