Poco più di mezzo secolo fa il grande Fernando Germani inaugurava l'organo "Walcker/Tamburini" della Sala Accademica del Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Sull'atto di collaudo del 1894 (a firma di Marco Enrico Bossi, Filippo Capocci e Remigio Renzi), stampato dalla ditta Walcker, lo strumento era espressamente presentato come "Konzertorgel", organo da concerto.
Per un tedesco all'epoca (ma anche oggi) era naturale specificare la destinazione di un organo, anche se dal punto di vista fonico non vi era alcuna differenza tra l'organo da chiesa e l'organo da sala, e anche per noi italiani oggi la specificazione "da concerto" riferita ad un organo è comunque strettamente necessaria, dato che nell'immaginario collettivo alla parola "organo" uno non pensa allo strumento a canne collocato sul palcoscenico di un auditorium, di un teatro o di una sala da concerto, bensì spontaneamente a quella manciata di canne che svettano dall'alto di una balconata accanto all'altare o sul portale d'ingresso di una chiesa!
Infatti, a parte nei Conservatorii di Musica e in pochi altri luoghi che non siano chiese, nel nostro «bel paese là dove 'l sì suona», (Dante, Inf. XXXIII, 80) è ben raro trovare un organo in uno spazio "laico" per concerti.
Per questo, negli ultimi decenni, una notevole proliferazione di concerti d'organo nelle chiese d'Italia è stata favorita non solo dalla mancanza di intelligenti direttive, nonché di una seria e ben motivata "censura", da parte degli Ordinari Diocesani (nonché degli stessi Parroci), ma anche da quella (in molti ambienti ritenuta necessaria e salutare) secolarizzazione (vuoi desacralizzazione) del culto divino che porta spontaneamente a trattare le chiese come un pulpito per discorsi e gesti profani in sede liturgica (vedi le colorate processioni offertoriali in cui si porta all'altare di tutto, vedi lo show degli avvisi parrocchiali dopo la Comunione, vedi le variopinte commemorazioni dei defunti alla fine delle messe esequiali, per non parlare, durante le messe domenicali, di certi commenti "leggeri" dei preti stessi), tacendo degli ormai assodati applausi a profusione (che "scattano" spontaneamente in occasione di anniversari, nomine, compleanni, arrivi, partenze, addii o addirittura per qualche battutina da siparietto del prete etc. etc.), ultimamente anche balli "statici", addirittura le chiese a volte sono trasformate in aula per conferenze o mensa per pranzi natalizi solidali...
Di conseguenza tanti organisti professionisti si sono sentiti completamente liberi di promuovere più o meno articolate rassegne concertistiche i cui programmi musicali a volte non sono in grado di catturare l'attenzione di nuovo pubblico (sulla questione del "concerto dell'organista italiano medio", suggerisco questa breve ma acuta disamina del collega Samuele Ave che si trova in rete nel forum di "Organi & Organisti") .
E dunque, quanto bene farebbe al mondo organistico italiano - ancora "annebbiato" da quel poco incenso che viene ancora consumato dalle nostre sacrestie - avere qualche organo "laico" in più (oltre a quelli, come detto, che ci sono in genere nei Conservatori, pare ancora troppo poco proiettati verso il pubblico esterno), a partire dall'auditorium "Parco della Musica" di Roma, ove la mancanza di un vero organo a canne è ormai vexata quæstio!
Riguardo il fatto che l'organo da chiesa rimanga "annebbiato", volevo dire che è ingolfato nel suo ruolo minimale di accompagnatore di un canto che è sempre meno "liturgico", nel senso che spesso non si canta quello che il rito sta compiendo in quell'hic et nunc (ad esempio, invece di impegnarsi a cantare il testo ufficiale dell'antifona d'offertorio del giorno che sta sul Messale - cosa certo non facile ma nemmeno impossibile - ci si accontenta di schiaffare come canto d'offertorio un generico Salga da questo altare oppure addirittura Una notte di sudore sulla barca in mezzo al mare!), inoltre il repertorio suonato dagli organisti d'ogni ordine e grado è per la maggiore troppo ancorato ad un passato ormai remoto (un corale di Bach è certo grande musica, ma per le orecchie dei fedeli sarebbe più stimolante un'improvvisazione, o un pezzo appositamente scritto, sui canti liturgici del giorno, quand'anche questi ultimi fossero invereconde porcherie!).
Allora, chissà se arriverà un giorno a partire dal quale sembrerà a tutti tautologico dire "organo da concerto" piuttosto che, come ora invece tautologico lo è effettivamente, "organo liturgico"...
Grazie per la cortese attenzione.
Paolo Bottini
Cremona, 29 ottobre 2016