19th Century Organ Works
Organo "Mascioni" della chiesa abbaziale di San Tommaso in Pontevico (BS)
c.d. DaVinci 7-16160915029
Il CD in oggetto è dedicato a due grandi autori ottocenteschi, Franz Liszt e Julius Reubke, rispettivamente maestro e allievo. Del primo è incisa la monumentale Fantasia e Fuga su “Ad nos ad salutarem undam”, del secondo è inciso un breve Trio e l’altrettanto monumentale Sonata in do minore sul 94° Salmo. Il CD si apre con il tema di Meyerbeer tratto dall’oratorio “Il Profeta” su cui è basata la Fantasia e Fuga di Liszt; dopo questo breve inciso si entra nel vivo dell’opera.
L’interprete mostra subito una rara padronanza dell’organo e del materiale tematico che si dipana nel corso del brano, con i tempi sempre giusti, i giusti rubati e soprattutto i giusti impasti sonori che l’organo Mascioni di Pontevico su cui è inciso il disco consente. L’esecuzione è trascinante e sonoramente accattivante senza cadute di gusto e senza forzature della partitura che talvolta si sentono in altre incisioni.
Ricordo a tutti che l’opera fu commissionata a Liszt per l’inaugurazione dell’organo di Friedrich Ladegast per la Cattedrale di Schwerin (IV/84, 1871) ma che non fu portata a termine in tempo, a dimostrazione di un processo compositivo lungo e meditato a dispetto di chi vuole che Liszt sia stato un compositore dalla penna facile. Per l’inaugurazione venne eseguito il Preludio e Fuga sul nome di B.A.C.H. sempre di Liszt.
La monumentalità dell’opera fa tremare le vene ai polsi agli interpreti ed agli ascoltatori, ma qui Enzo Pedretti riesce nel miracolo, perché di miracolo si tratta, di non annoiare gli ascoltatori (specie nel lungo adagio che precede la Fuga finale) grazie alle sue notevoli capacità interpretative, che gli consentono di affrontare le impervie difficoltà del pezzo, e al dosaggio pressoché impeccabile dei registri. La Fantasia viene affrontata con piglio deciso ed attento, con assoluto controllo dei tempi -sempre “giusti” mai né troppo veloci né troppo lenti- e con i giusti rubati nelle parti che li consentono, inoltre l’interprete è sempre attento alle timbriche dai PPP appena udibili ai FFF che lasciano sentire la piena potenza dell’organo. Anche la Fuga finale viene affrontata con un tempo “giusto” né troppo veloce né troppo lento e si distingue per la chiarezza con cui Pedretti affronta i contrappunti cromatici di Liszt, i cambi di registri e di tastiere, le eleganti finezze delle esposizioni del tema fino alla lunga coda in FFF che conclude il brano.
Dopo questa monumentale opera, si ascolta il Trio in Mi bemolle maggiore di Reubke, una pagina di breve respiro ma di profonda introspezione, che viene resa impeccabilmente da Pedretti.
Segue la monumentale Sonata in Do minore sul 94° Salmo di Julius Reubke, allievo di Liszt molto promettente ma che morirà precocemente (1834-1858). Il brano si apre con dissonanze in PPP appena udibili e procede con una caratteristica che lo rende unico: l’inesorabilità, la quale permea tutto il succedersi delle note. Dai PPP iniziali si cresce gradualmente fino al FF dei movimenti centrali, più mossi, con lunghe sequenze di terzine di crome al pedale e ai manuali, e poi anche quartine di semicrome che portano inesorabilmente -appunto- all’acme sonora del brano. I passaggi, veloci ma mai confusi, vengono eseguiti impeccabilmente da Pedretti che li rende ricchi di pathos romantico e con i giusti rubati che esaltano la partitura di Reubke.
Le impervie difficoltà di questo brano e la sua atmosfera sinistra (derivante dal voler descrivere in musica i versi del Salmo 94° “O Signore, Dio delle vendette, mostrati nel Tuo fulgore”) vengono rese molto bene, fino al catartico finale in FFF che mostra tutta la potenza dell’organo utilizzato. Peccato solo per l’ancia di 32’ prescritta in un passaggio del pedale da Reubke, ancia di 32’ che l’organo non ha e che viene sopperita con un ancia 16’ e il 32’ acustico. Per il resto, i cambi di registri e i cambi di tastiera vengono resi molto bene da Pedretti che “entra” nel pezzo come meglio non si potrebbe, in relazione all’organo utilizzato.
Il libretto -tutto in Inglese- riporta note critiche e foto sugli autori e sui pezzi, la storia dell’organo di Pontevico e il curriculum dell’interprete e si conclude con una foto panoramica in cui si vedono entrambi i corpi d’organo in cui è suddiviso lo strumento e la disposizione fonica di esso. Solo la copertina non è del tutto appropriata (vi sono delle specie di candele affiancate che ricordano solo vagamente la cuspide centrale di canne dell’organo).
Consiglio il CD a tutti gli amanti di Liszt e del suo allievo prediletto Reubke perché è raro ascoltare la Fantasia e Fuga sul corale “Ad nos ad salutarem undam” di Meyerbeer e la Sonata sul 94° Salmo specie eseguite così bene, entrando nelle partiture e leggendole con padronanza e senso espressivo pressocché “romantico”, cosa che non avviene sempre nelle altre [non moltissime in verità] incisioni disponibili.
Febbraio 2023
