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Milano
PRIMA RASSEGNA ORGANISTICA DI SAN MICHELE ARCANGELO E SANTA RITA
Domenica 18 settembre 2016 alle ore 16, presso la Chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Rita (P.le G. Rosa, Milano), avrà luogo il primo dei quattro concerti previsti durante la rassegna la cui direzione artistica è a cura di Andrea Tritto.
Fabio MANCINI
si esibirà all'organo "F.lli Costamagna" del 1962
PROGRAMMA:
J. Zwart (1877-1937)
Toccata Psalm 146
J.S. Bach (1685-1750)
Schmücke dich, o liebe Seele BWV 654
Wachet auf, ruft uns die Stimme BWV 645
M. Reger (1873-1916)
Benedictus Op. 59 n. 9
Toccata Op. 59 n. 5
Fuga Op. 59 n. 6
C. Franck (1822-1890)
III Choral
A. Piazzolla (1921-1992)
Otono porteno
F. Mancini (1967)
Berceuse
Toccata-Bolero
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Prossimi concerti:
Domenica 18 dicembre 2016 ore 16 - Isaia Ravelli (organo)
Domenica 9 aprile 2017 ore 16 - Laura Maria Ansante (flauto) e Grasiela Setra Dantas (organo)
Sabato 20 maggio 2017 ore 21 - Andrea Tritto (organo)
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L’ORGANO F.LLI COSTAMAGNA DEL SANTUARIO DIOCESANO ED EUROPEO DI SAN MICHELE ARCANGELO E SANTA RITA
a cura di Paolo La Rosa
Costruito nel 1962 su progetto del Maestro Eugenio Consonni, che curò personalmente il concerto di inaugurazione, l’Organo Fratelli Costamagna del Santuario Diocesano ed Europeo di San Michele Arcangelo e Santa Rita si presenta oggi come uno strumento dalle caratteristiche alquanto interessanti.
Nel progetto iniziale si è sfruttato strategicamente la posizione delle canne rispetto all’acustica molto particolare dell’altare. L’Organo, infatti, è ancora oggi collocato nelle nicchie-stanze poste sopra le due sacrestie e sull’altare dietro al tabernacolo. In questo modo il suono si trasmette con un’immediata riflessione e si amalgama nella cupola dell’altare per poi venire proiettato in assemblea dove a sua volta, superato il cupolone maggiore, arriva fino al portale d’ingresso. I costruttori dell’Organo, i fratelli Giuseppe e Piero Costamagna di Milano, erano inizialmente operai della Ditta Balbiani Vegezzi Bossi, dalla quale si resero indipendenti per intraprendere autonomamente la professione di organari. L’Organo del Santuario può essere a pieno titolo considerato uno dei migliori strumenti usciti dalla loro Ditta. Lo dimostra la bellezza dei registri solistici (oboe, cromorno, bordone…), la spiccata tendenza ad essere uno strumento per la liturgia, la concezione fonica a tre tastiere. A questo proposito, si può affermare che in Italia gli organi a tre tastiere non sono in generale così diffusi come quelli a due o ancor più a una tastiera. Nella storia dell’organo italiano, infatti, sino alla fine del 1800 erano poche le chiese sul territorio nazionale che disponevano di uno strumento a due tastiere e gli organi a tre tastiere erano l’eccezione.
L’organo in questione si presenta, così com’è stato concepito, come uno strumento di grandi dimensioni, soprattutto se consideriamo che la Chiesa di San Michele fu edificata nel 1933 in un quartiere nuovo e all’epoca in grande espansione demografica.
L’Organo Costamagna ha dunque ininterrottamente suonato per animare le liturgie di una Parrocchia molto viva e in fermento, prima che diventasse Santuario nel 1954. Basti ricordare che il curato Don Emilio Massoni, che nel 1953 costituisce i “Piccoli Cantori”, lavora senza sosta insieme al Maestro organista, il giovane Sandro Pedretti, per organizzare il canto liturgico. Grazie a queste instancabili figure, durante gli anni ‘60 i Piccoli Cantori di San Michele Arcangelo e Santa Rita divengono un’istituzione riconosciuta anche al di fuori della Diocesi milanese e partecipano inoltre a rassegne e concorsi corali, arrivando a punte di 60 – 70 allievi: una vera e propria scuola di canto. L’organo ha sempre continuato il suo magistero nei decenni successivi sempre in maniera lodevole, non subendo sino al 2004 interventi di manutenzione rilevanti, ma soltanto qualche intervento d’ordinaria manutenzione e una sommaria sistemazione generale avvenuta nel 2001.
Nel 2003 si è reso necessario intervenire più seriamente sullo strumento poiché il centralino elettrico, risalente al 1962, cominciava a far sentire i segni del tempo. Dopo aver attentamente analizzato differenti preventivi, è stata interpellata la CASA ORGANARIA di BALBIANI VEGEZZI BOSSI di Milano, specializzata nella cura e manutenzione di organi a trasmissione elettrica, che ha costruito, in Milano e non solo, ottimi e pregevolissimi strumenti.
Entriamo un po’ più nel dettaglio per spiegare come funziona il nostro organo a canne, considerando i tre principali corpi d’organo di cui è composto e le rispettive tastiere ad essi collegate.
Il Grande Organo, che è il corpo principale dello strumento, è costituito dalle canne che hanno sonorità più ampie e solenni ed è azionato dalla prima tastiera. Esso è collocato nella stanza sopra alla sacrestia, insieme alle canne del Pedale, il quarto corpo d’organo azionato dalla pedaliera, che ha i suoni più gravi di tutto lo strumento.
Il Positivo Corale, azionato dalla seconda tastiera, è il corpo d’organo di risposta al Grand’Organo ed è collocato dietro all’altare. Secondo le concezioni foniche dell’epoca in cui è stato costruito lo strumento, il Positivo serviva come sostegno al Coro, il quale cantava dietro all’altare.
Il Positivo Corale è racchiuso in una cassa di legno dietro al tabernacolo e rivestito da una serie di canne ornamentali chiamate “canne di facciata”. La cassa di legno chiamata “cassa espressiva” può essere aperta o chiusa dall’organista con un apposito comando chiamato “staffa espressiva” per creare effetti di crescendo e diminuendo.
Infine il Recitativo, terzo corpo d’organo presente, è collocato anch’esso all’interno di una “cassa espressiva” nella stanza che si trova sopra la seconda sacrestia. È azionato dalla terza tastiera e produce i suoni più dolci e delicati. Durante le funzioni in Santuario è utilizzato principalmente per accompagnare le voci soliste dei cantori e i preti che celebrano la messa.
L’Organo Costamagna utilizza un sistema di trazione del suono di tipo elettropneumatico, questo significa che i comandi dalle tastiere arrivano alle canne attraverso impulsi elettrici, i quali a loro volta azionano delle valvole pneumatiche poste sotto alle canne.
Data questa breve introduzione sul funzionamento dell’Organo, vediamo ora più nel dettaglio gli interventi che sono stati eseguiti sullo strumento, terminati nel 2004. La Casa Organaria Balbiani Vegezzi Bossi di Milano ha eseguito: lo spostamento della Consolle dalla posizione originaria nel coro a sotto l’altare vicino alla nicchia di San Michele Arcangelo; l’ammodernamento del Centralino elettronico di trasmissione del suono; ritocchi all’intonazione di alcune canne. Di questi tre punti, il più visibile è, senza dubbio, lo spostamento della Consolle, ma anche l’intervento di intonazione delle canne ha portato lo strumento ad avere un suono più “robusto” di quanto fosse prima. Infine l’intervento al centralino, che ora è completamente elettronico e non più elettromeccanico, ha modernizzato lo strumento, comportando meno ingombro, più affidabilità e migliori prestazioni.
Dopo l’effettuazione di questi interventi, l’auspicio è quindi quello che lo strumento possa essere valorizzato, non soltanto nella liturgia ma anche attraverso iniziative concertistiche, concerti corali, vespri d’organo e iniziative musicali di vario tipo. E’ auspicabile che la cultura musicale sull’organo, che genera cultura di coesione, non venga mai meno in un mondo dove tutto va veloce e tutto viene consumato in fretta. C’è bisogno ancora di meditazione interiore, di approfondimento personale, di crescita musicale, tutte cose che un organo a canne può trasmettere. Ed ecco che, in questo spirito di continua ricerca del bello, i lavori sull’Organo non sono comunque terminati. Si è fatto soltanto il primo passo per ripristinare uno strumento che negli ultimi anni dava i segni del tempo. Ci si augura che, in un secondo momento, possano proseguire i lavori per migliorare ulteriormente lo strumento come ipotizzato dal progetto di ampliamento dello strumento che prevede l’aggiunta di nuovi registri, che andranno a completare ed a perfezionare la tavolozza timbrica, in modo che l’organo potrà migliorare ulteriormente la sua udibilità e la sua bellezza. Avere in Chiesa un Organo a canne non dovrebbe essere solamente un onere per la Parrocchia, in quanto le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria non sono irrilevanti, ma ci si augura che l’Organo sia veramente uno dei ministri della liturgia e come tale essere considerato un bene fondamentale, da valorizzare anche in futuro.