Richter suona Bach al "Silbermann" del Duomo di Freiberg (Sassonia)

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RICHTER
Bach

Composizioni

per organo

 

Karl Richter al grande organo "Silbermann" della Cattedrale di Freiberg in Sassonia

 

Ed. Deutsche Grammophon – De Agostini

 

Ascoltare un disco inciso da Kar Richter è sempre una grande emozione, soprattutto quando lo si è venerato per decenni dalla sua scomparsa avvenuta prematuramente nel 1981, giusto 50 anni fa. La grande arte organistica tedesca brilla in tutto il suo splendore nelle sue interpretazioni, spesso dei veri e propri raggiungimenti. Tutto questo è già noto agli appassionati dell’organo. Passo dunque ad analizzare il CD, venduto a suo tempo nelle edicole, che contiene solo tre brani, ma che brani!

Il primo è la Toccata e Fuga in Re minore BWV538 “Dorica” che Richter affronta con un ritmo giusto, nobile e appassionato, con virtuosismo misurato ma sbalorditivo (come nell’esecuzione integrale del famigerato trillo su La al minuto 2’ dove la mano destra esegue integralmente il trillo mentre la sinistra acrobaticamente esegue le altre due voci del contrappunto) scegliendo registri lievemente nasali che ritornano anche nella Fuga. L’esecuzione è davvero trascinante senza bisogno di affrontarla come una corsa scatenata come purtroppo molti organisti soprattutto contemporanei fanno a scapito della chiarezza delle note e della bellezza contrappuntistica del brano. Nella Toccata Richter evidenzia bene l’alternanza tra i manuali, mentre nella Fuga va oltre con un raffinato crescendo lento ma continuo fino alla fine del pezzo.

Il secondo è costituito dal corale con 11 variazioni “Partite diverse sopra Sei Gegruesset, Jesu gutig” BWV768, brano complesso e di raro ascolto in cui ogni singola variazione dà modo all’interprete di scegliere i registri e il fraseggio con gusto e libertà. E qui naturalmente Richter dà il meglio di sé dando al pezzo un’unitaria compattezza pur nella distinzione tra variazione e variazione.

Infine c’è la Passacaglia BWV 582, interpretata a livelli eccezionalmente alti. Richter esalta ogni singola variazione con pathos e grinta impostando il brano come un lento inesorabile “crescendo” dal PP del tema iniziale fino al FFF del finale della Passacaglia; affronta poi la Fuga con i ripieni e, facendo ben ascoltare i cambi di registri e di tastiera, torna ad un progressivo crescendo fino agli accordi finali. Anche in questo caso Richter predilige un ritmo giusto, nobile, trascendente e dà prova di abilità non comune nell’uso di tastiere e registri (ho ascoltato alcue interpretazioni contemporanee di questo pezzo suonato “in organo pleno” dalla prima all’ultima nota con effetto di noia se non fastidio).

L’edizione è scarna ed essenziale con un libretto dal titolo “Bach e l’organo” di tre pagine in Italiano che non dice nulla di nuovo. Purtroppo non c’è la foto dell’organo né la disposizione fonica (in copertina c’è Richter all’organo della Trinità di Ottobeuren), ma ciò è un piccolo neo che spesso contraddistingue le riedizioni di dischi precedenti (qui si tratta di un vinile Deutsche Grammophon).

Per finire, consiglio a tutti questo disco (forse ancora reperibile scrivendo alla De Agostini) per l’estrema qualità delle interpretazioni ed in particolare del secondo brano.

Maggio 2020

Graziano Fronzuto 

 

Copertina c.d. o libro: