L'organo di San Sigismondo in Cremona

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L’organo di San Sigismondo in Cremona, 1 c.d. «MVCremona» 2024, Paolo Bottini (organo)

 

Come insegnava Carlo Dionisotti con il suo volume – divenuto celebre – Geografia e storia della letteratura italiana (prima edizione: Einaudi 1967), l’approccio storico all’opera d’arte non può scindersi da quello geografico (e ciò vale, in modo particolare, per l’Italia). 

 

Paolo Bottini pare abbracciare quest’ottica nel suo disco L’organo di San Sigismondo in Cremona (MVCremona, 2024): un’antologia di musica organistica di autori nati a Cremona – o legati, in qualche modo, a questa città – registrata su uno strumento cremonese e pubblicata da un’etichetta con sede, si potrebbe dire, all’ombra del Torrazzo. 

 

Benché l’idea non sia nuova – si pensi al disco di Fausto Caporali all’organo della Cattedrale di Santa Maria Assunta uscito ancora per MVCremona –, il lavoro di Bottini presenta vari spunti di originalità. Anzitutto, l’idea del viaggio cronologico à rebours. Il primo brano inciso è infatti una Fantasia sopra Salve Regina dello stesso Bottini (anch’egli musicista cremonese); l’ultimo, un «adattamento per organo solo» del medesimo Bottini del Kyrie della Messa a quattro voci da cappella di Monteverdi. Tra i due estremi, si ascoltano pagine di nomi più o meno noti. Tra gli altri: Adamo Volpi, Federico Caudana, Vincenzo A. Petrali, Amilcare Ponchielli, Girolamo Barbieri, Giuseppe Gonelli e Tarquinio Merula. Un secondo elemento di novità risiede nella proposta di musica mai prima d’ora incisa. Benché non lo si enunci, oltre ad altri pezzi che hanno l’aria di esserlo, sono sicuramente delle prime incisioni l’Andante religioso in fa maggiore di Petrali e le tre Canzoni (due molto probabilmente incomplete) di Merula.

 

Anche grazie all’ottima presa di suono di Federico Savio, l’organo Maineri-Acerbis (1567-1860/61) è ben messo in valore dal punto di vista timbrico mentre Bottini dà prova di una certa versatilità interpretativa, adattando sé e lo strumento a letteratura prodotta nell’arco di più secoli. Nell’Andante petraliano si può apprezzare la Voce Umana; i diversi tagli di flauti nello Scherzo di Giuseppe Denti; il Corno Inglese nell’adattamento bottiniano dell’Ave Maria di Ruggero Manna nella quale, in apertura, si presenta anche il registro di «Carillone». Le abilità di concertatore dell’organista emergono specialmente nella Sinfonia metà per organo e metà per pianoforte di Ponchielli. Qui – se ne veda l’edizione critica a cura di Marco Ruggeri (Turris, 1999) – i registri non vengono indicati fornendo all’esecutore solamente i differenti livelli dinamici. Del resto, tale Sinfonia ricade in quella tipologia di repertorio organistico italiano eseguibile, come indicato dall’intitolazione, tanto all’organo quanto al pianoforte.

 

Il libretto che accompagna il disco presenta, in italiano e in inglese, un sunto della storia dell’organo (testo di Antonio Disingrini) con relativa scheda tecnica a cui seguono brevi note biografiche di ciascun compositore.

 

In linea generale, quindi, per quanto riguarda Cremona, il prodotto di Bottini è uno sforzo di valorizzazione ben riuscito che si estende su due piani: da un lato, il patrimonio organario; dall’altro, le fonti musicali.

 

Federico Terzi

 

*** qui appena in calce gli utenti iscritti al sito potranno ascoltare in esclusiva la prima delle

tre Canzoni di Tarquinio Merula (pubblicate nel 2023 per i tipi di «Pian & Forte») ***

 

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