Matthieu De Miguel
SYMPHONIC ACCLAMATIONS & GREGORIAN PARAPHRASES
Widor, Tournemire, Fleury, Langlais, Grünenwald
Priory Records LTD
Recorded in Notre Dame de la Dalbade (Toulouse, France), 19-21 April 2018
Organ "Eugène Puget" (1888)
La chiesa cattolica di Notre-Dame de la Dalbade di Tolosa (Santa Maria bianca) deve il suo nome allo strato di calce che ne ricopriva anticamente la superfice esterna, simbolo del candore immacolato, omaggio alla Vergine. La chiesa ora si presenta come una fortezza medievale in mattoni rossi con spesse mura e presenta sulla facciata un timpano di gusto rinascimentale italiano, realizzata in ceramica da Gaston Virebent nel 1878 raffigurante una copia dell'Incoronazione della Vergine del Beato Angelico. Chiesa antichissima risalente al VI secolo e fra le più amate e rappresentative di Tolosa.
Al suo interno, oltre alle numerose opere d’arte, spicca la tribuna dell’organo che il celebre organaro francese Eugène Puget (1838-1892), figlio del fondatore della ditta Théodore Puget (1799-1883) di cui ne assunse la direzione nel 1877, vi installò nel 1888 utilizzando il precedente materiale di Prosper Moitessier che vi aveva costruito il nuovo organo e allora inaugurato da Louis James Alfred Lefébure-Wély nel 1850. La successiva ricostruzione di Eugène Puget, avvenuta salvando il materiale precedente di Moitessier, fu onorata dal concerto inaugurale di Ch.-M. Widor nel 1888.
Strumento di concezione sinfonica con 50 registri, leva Barker che assiste le tre tastiere, recitativo e positivo racchiusi in una cassa espressiva molto efficace. 56 note per le tre tastiere e 30 per la pedaliera. Nel 2009 un successivo restauro avvenuto a cura dell’organaro Denis Lacorre che lo porta al funzionamento attuale. Strumento dalla sonorità potente e armonica con il suo Montre di 16 piedi al Grand Orgue e il Bourdon di 32 al pedale e una ricca tavolozza di ance ai manuali e al pedale che ben si amalgamano con i numerosi fondi presenti.
L’organista Matthieu De Miguel ne è attualmente il titolare e, sempre a Tolosa, titolare anche dell’organo Daublaine et Callinet della chiesa di Saint Nicolas e assistente di Michel Bouvard al celebre organo Cavaillé-Coll della basilica di Saint-Sernin. Primo Premio in organo nel 1999 al Conservatorio Nazionale di Bordeaux (nella Classe di François Espinasse) con successivi perfezionamenti a Tolosa con Michel Bouvard, Jan Willem Jansen, Louis Robilliard, Stéphane Bois. Ha studiato improvvisazione con Philippe Lefèbvre e numerosi masterclass con O. Latry, D. Roth, L. Mallié, N. Hakim, S. Landale, V. Warnier e W. Zerer. Nel 2005 diviene professore d’organo a Barsac-Preignac nella Gironda e nel 2008 ottiene il diploma di Stato per insegnare Organo. Nel 2010 è nominato professore alla scuola municipale di Talence nella Gironda. Èdirettore artistico dei “Mardis musicaux de l’orgue de Talence”. Varia e importante la sua attività concertistica sia come solista che in duo a quattro mani, con coro, orchestra, archi, fiati e percussioni esibendosi nei festival musicali di Francia e in Europa fra i più prestigiosi: Notre-Dame e Saint-Sulpice a Parigi, Saint-Ouen a Rouen, Saint-François-de-Sales a Lione inaugurando anche molti nuovi organi. Matthieu De Miguel si dice particolarmente affezionato al repertorio dei secoli XIX e XX e, assieme a Stéphane Bois, ha trascritto diverse opere orchestrali già eseguite e apprezzate dalla critica.
Il programma del CD “Symphonic Acclamations & Gregorian Paraphrases” uscito nel 2019 per la Priory Reconds LTD è particolarmente interessante e ben strutturato: Ch.-M. Widor, Final dalla Settima Sinfonia, op. 42 n. 3; J. Langlais, Poèmes Évangéliques nei suoi tre movimenti Annonciation, Nativité, Les Rameaux e la Méditation dalla Suite Médiévale; A. Fleury, Prélude sur l’Introït Resurrexi e il finale “Vif et impétueux” della Deuxième Symphonie; Ch. Tournemire, Communion e Fantaisie-Choral da L’Orgue Mystique op. 56 – office n. 25 Pentecôte; J.-J. Grünenwald, Les Divins Espoirs dalla Première Suite e il Diptyque liturgique con i suoi due movimenti Preces e Jubilate Deo.
Come ben appare, è un repertorio di autori francesi che appartiene alla prima metà del secolo XX. La titolazione del CD, inoltre, ci fornisce ulteriori informazioni sul percorso che si è voluto intraprendere con i riferimenti di melodie gregoriane e la rappresentazione delle grandi sonorità di alcuni brani che ben avvolgono le navate delle cattedrali. Non solo grandi sonorità e virtuosismo ma anche raffinatezza di linee melodiche, profondità mistica e sguardo alla liturgia.
Va subito evidenziato che Matthieu De Miguel è un interprete di grande solidità tecnica e di dominio dello strumento. La scelta dei registri e degli impasti sonori è sempre rispettosa delle indicazioni dei compositori. Anche la scelta dei tempi e delle agogiche è complessivamente rispettosa delle indicazioni dei compositori.
Il Final di Widor dalla sua Settima Sinfonia, qui inserito in quanto brano contemporaneo all’anno di nascita dell’organo Puget alla Dalbade, è un brano che fu rimaneggiato varie volte dopo la prima edizione del 1887 (1900-1, 1918-20) e Matthieu De Miguel non esegue la prima edizione ma opta per l’esecuzione aggiornata secondo le intenzioni del compositore offrendoci una lettura di grande effetto e virtuosismo. Bella la scelta degli amalgami sonori che ben evidenziano la grande potenza del Puget della Dalbade.
Il secondo autore in programma è Jean Langlais con i Poèmes Évangéliques del 1932, trittico composto per il concorso Amis de l’orgue di Parigi del 1931, e la Méditation dalla Suite Médiévale del 1947, due composizioni che appartengono ai suoi due primi periodi compositivi, quello fino ai primi anni ’40 nei quali usava un mix di materiali che vanno dalla modalità (libera o gregoriana) alla tonalità e al cromatismo utilizzando il metodo di assemblaggio e giustapposizione (allo stesso modo in cui i pittori del XX secolo hanno creato i collage) e quello del secondo dopoguerra dove interverrà con un periodo neoclassico con le sue grandi "Suites" per organo: Suite brève (1947), Suite Française (1948) la Suite Médiévale (1947) l’Hommage a Frescobaldi (1952). Il terzo periodo, dagli anni ’60 alla morte avvenuta nel 1991, esplorerà diverse tecniche del XX secolo come il serialismo (Sonate en trio, 1968), ritmi irregolari (Cinq Méditations sur l'Apocalypse,1974), semi-clusters, atonalismo o politonalità. Matthieu De Miguel ce ne offre una buona esecuzione rispettandone le scelte dei colori e delle dinamiche ma anche con alcune scelte di tempo personali pur non squilibrandone i contenuti. De La Nativité, brano spesso eseguito anche da André Marchal nelle sue tournée americane (1938), abbiamo una registrazione effettuata da Langlais a Sante Clotilde nel 1976 dove ne ha ben fissato l’interpretazione e i tempi esecutivi ma ovviamente l’interprete è sempre il dominus del suo sentire e della sua proposta interpretativa. Molto bella l’esecuzione della Méditation dalla Suite Médiévale perfetta sia nelle dinamiche, nelle agogiche e nel rispetto dei registri fissati da Langlais dove le due citazioni dell’Ubi caritas e del Jesu dulcis memoria sono state pennellate con grande fascino e giustezza di colore.
Il terzo autore, André Fleury, si presenta con due composizioni molto significative: il Prélude sur l’Introït Resurrexi del 1949 e il finale “Vif et impétueux” della Deuxième Symphonie composta negli anni 1946/47 e poi pubblicata da H. Lemoine & C. nel 1949. Fleury, chiamato anche “Il poeta architetto” perché ogni sua pagina suona come un inno all'architettura, alla poesia, alla libertà di scrittura unita al rigore formale. Ebbe un gruppo di maestri fra i più autorevoli: prime lezioni ancora giovanissimo con un allievo di C. Franck (Henri Letocart) per poi proseguirli con Marchal, Vierne, Gigout e Dupré. Assistente di Tournemire a Sainte-Clotilde e, su invito di Jean Guillou, co-titolare a Saint-Eustache. Un compositore dalla fantasia fertile e personale, "Lavoro solo per il mio piacere", confidò André Fleury a Pierre Denis nel 1948, "e non mi ritengo obbligato, appena ho finito una composizione, a intraprenderne subito un'altra".
Ecco cosa scrisse Louis Vierne nelle sue memorie nel 1937:
“Fleury è considerato uno dei più grandi virtuosi del suo tempo. La sua tecnica strumentale è formidabile; riesce ad eseguire le più ostiche difficoltà senza il minimo sforzo apparente, e interpreta il grande repertorio da artista consumato. La sua reputazione è già notevole qui e altrove. È anche un improvvisatore e un compositore dalla fantasia fertile e personale; ha già dato un bel contributo alla letteratura organistica contemporanea sotto forma di brani meticolosamente realizzati, scrittura elegante e agile, disseminata di invenzioni di alto gusto”.
Non a caso Pierre Cochereau è stato suo allievo. Purtroppo, molte delle sue composizioni sono ancora manoscritte e inedite. L’organista Matthieu De Miguel ce lo presenta con due brani molto rappresentativi della sua arte e virtuosismo, qui eseguiti magnificamente e con i giusti colori e virtuosismo. È musica di grande fascino e impatto sonoro augurandoci che qualcuno si prenda la briga di farcela conoscere integralmente.
Viene poi il turno del grande Charles Tournemire alla cui fonte molti organisti si sono abbeverati sia per l’inesauribile fonte improvvisativa sia per il valore e contenuto della sua musica. L’Orgue Mystique, composta da Tournemire negli anni 1927-32, comprende ben 51 composizioni denominate “Office” e ripartite in tre cicli: Natale, Pasqua e Pentecoste. Il gregoriano ne è la fonte principale e tutto l’immenso lavoro compositivo è ad usum della liturgia cattolica. Un lavoro immenso, ciclopico, aperto ai linguaggi del ventesimo secolo. Ogni “Office” dura circa quindici minuti ed è composto da cinque brani basati sui propri riferimenti gregoriani del giorno: Prélude a l'Introït, Offertoire, Élévation, Communion e Pièce final, utilizzando quasi trecento riferimenti melodici. Matthieu De Miguel ce ne propone due dal Office XXV In Festo. Pentecostes (Op. 25) il n. IV. Communion (sul tema gregoriano del Factus est repente) e il V. Fantaisie-Choral finale, di non facile esecuzione, i cui riferimenti melodici sono il Veni Creator Spiritus e il Te Deum. Esecuzioni pregevoli quelle offerteci da Matthieu De Miguel che li domina pienamente in tutti i loro aspetti. Il CD conclude il suo excursus con tre composizioni di Jean-Jacques Grunenwald, Les Divins Espoirs dalla Première Suite del 1937 e il Diptyque liturgique del 1956 con i suoi due brani Preces e Jubilate Deo.
Nel gennaio 1973, Grünenwald succedette al suo ex insegnante, Marcel Dupré, come organista titolare a St. Sulpice a Parigi (e dopo lui Daniel Roth). Mantenne questo incarico fino alla sua morte avvenuta nel 1982 all'età di 71 anni. Compositore molto prolifico e versatile con molte composizione per l’organo, per il pianoforte, l’orchestra ma anche ben 23 musiche per film. La bravura dell’organista Matthieu De Miguel è anche qui confermata per la capacità di saper ben comprenderne i contenuti e le capacità descrittive.
Pubblicazione di grande pregio questa della Priory con un ulteriore plauso a Neil Collier, recorded e produced, e a Paul Crichton digital editing. Il suono è magnifico e ben equilibrato. Booklet ampio e dettagliato.
