ALCUNE RIFLESSIONI IN SEGUITO ALLA CHIUSURA DELLA DITTA "LAUKHUFF"
Dopo 198 anni di attività ha chiuso la celebre ditta Laukhuff [*].
Le difficoltà prodotte dal virus hanno rappresentato il colpo di grazia di una situazione di crisi che si stava prolungando da ormai alcuni anni.
Chi volesse approfondire la storia della Laukhuff può trovare facilmente diversi siti internet a cui fare riferimento.
Desidero però proporre due spunti di riflessione.
Uno dei frutto avvelenati del Cecilianesimo è stato il diffuso discredito di cui è stata oggetto la fattura artigianale degli organi legata ad una plurisecolare tradizione a fronte di una speculare fiducia incondizionata nelle allora nuove metodologie seriali di derivazione industriale.
Si è trattato certo di un atteggiamento figlio del tempo, ma resta il fatto che i ceciliani non hanno inteso valutare l’organo come opera d’arte frutto del sapere, della sensibilità e delle capacità del singolo artefice, ma come uno strumento tecnologico espressione di un freddo e potremmo dire asettico funzionamento di un insieme di tanti diversi meccanismi fra loro assemblati.
Meccanismi ritenuti tanto più “perfezionati” (se non addirittura liturgici) quanto più di concezione e realizzazione di tipo industriale.
Ecco, quindi, il motivo per cui nelle famigerate “riforme” degli strumenti del passato, veniva perseguita l’eliminazione (talvolta sistematica) delle parti maggiormente denotanti una fattura manuale (pensiamo alle tastiere in bosso, ebano e avorio ricche di preziosi intarsi e ricercate modanature) che venivano sostituite da elementi anonimi, del tutto standard, privi di qualsivoglia rifinitura e, appunto, di produzione industriale.
E’ in questa ottica che si è distinta sin da subito l’attività della Laukhuff capace di offrire una vasta gamma di prodotti perfettamente rispondenti alle nuove istanze.
Per più di un secolo gli organari di tutto il mondo, spesso sempre meno costruttori e sempre più assemblatori, hanno attinto, almeno una volta, dal ricco catalogo della Laukhuff tanto che possiamo affermare senza tema di smentita che la stragrande maggioranza degli strumenti realizzati in questo periodo storico contengono almeno un “qualcosa” della ditta tedesca, sia anche solo qualche vite.
Non è un caso che una delle bandiere sventolate con maggior orgoglio dagli organari aderenti alla Orgelbewegung è stata proprio quella di affermare di realizzare organi interamente costruiti nei propri laboratori con materiali e secondo tecnologie tradizionali senza fare alcun ricorso a parti di produzione esterna.
Si deve però riconoscere alla Laukhuff la grande professionalità e l’alto livello qualitativo sempre garantito con puntualità e precisione tipicamente teutoniche.
Per anni, chiunque ne avesse avuto bisogno, ha potuto ricorrere ad un prezioso servizio offerto con disponibilità ed estrema attenzione volta a risolvere anche le richieste più particolari.
I prodotti venduti in vasta gamma si sono costantemente rivelati funzionali e realizzati in modo ineccepibile
Perché una ditta così affermata ha dovuto arrendersi?
Al di là di motivazioni specifiche, non del tutto a noi conosciute, è indubbio che quanto accaduto rappresenta il triste simbolo di una più grave crisi che colpisce il mondo dell’organo a livello internazionale.
Ed è proprio sulle motivazioni di questa crisi, a mio parere variegate, che sarebbe auspicabile si aprisse un ampio e diffuso dibattito in modo da poter individuare un qualche correttivo.
Purtroppo i segnali che si colgono in Italia sono tutt’altro che incoraggianti in tal senso.
L’impressione è quella di un piccolo mondo lontano dalla realtà, ripiegato su sé stesso e rinchiuso in un recinto autoreferenziale caratterizzato da mille divisioni in cui gli organisti sono impegnati in minuscole, ma feroci, guerricciole reciproche, prive di qualsiasi costrutto e del tutto incomprensibili all’esterno.
Come acutamente osservato da un celebre organista italiano, viene naturale pensare ai capponi di Renzo che si preoccupavano di beccarsi l’un l’altro invece che del triste destino che incombeva su di loro.
Ritengo, pertanto, che la fine della Laukhuff dovrebbe costituire un potente monito per farci comprendere che dobbiamo remare tutti assieme e tutti nella stessa direzione, superando invidie e personalismi, perché se la barca dovesse affondare, tutti affonderemmo con lei.
[*] Il più grande produttore mondiale di parti di organi chiude dopo 198 anni.
WEIKERSHEIM L'azienda Aug. Laukhuff GmbH & Co. KG è stata fondata nel 1823 e dal 1878 fa parte del paesaggio urbano con la sede dell'azienda in August-Laukhuff-Strasse a Weikersheim.
Nel 2021 qui si farà la storia non solo per la città di Weikersheim, ma anche per la costruzione di organi in tutto il mondo.
L'azienda tradizionale chiude il suo cancello aziendale.
Per molto tempo è stato chiaro che la costruzione di organi, come molte altre arti e mestieri, non sarebbe stata facile. Già nel 2014 Laukhuff ha dovuto affrontare una procedura di insolvenza pianificata in autoamministrazione. Da allora, l'azienda è in un costante processo di ristrutturazione e ottimizzazione. - Sono stati elaborati i piani per un nuovo edificio, sono state cercate discussioni con la città e pianificato il futuro. La famiglia ha sostenuto i costi aggiuntivi sostenuti per garantire posti di lavoro e il futuro dell'azienda.
Tuttavia, nessuno poteva prevedere il 2020 con la pandemia di COVID-19. Chiese e sale da concerto sono rimaste chiuse, interi paesi erano in lockdown e con esso gli organari di tutto il mondo.
A causa della combinazione della ristrutturazione negli ultimi anni e del crollo delle vendite nel 2020 e nel 2021, tutte le riserve finanziarie sono state esaurite.
Il 23 marzo 2021 la società è entrata nella procedura dello scudo protettivo e, oltre ai piani di ristrutturazione, è stata avviata anche la ricerca di investitori.
Un futuro della media impresa artigiana sarebbe stato possibile solo con un piano di ristrutturazione e un investitore adeguato.
Il procedimento dello scudo protettivo si concluderà il 30 giugno 2021 e con esso l'era di Aug. Laukhuff GmbH & Co. KG, poiché nonostante tutti gli sforzi non è stato possibile trovare alcun investitore.
Nell'industria della costruzione di organi, Laukhuff è stato spesso visto come un'istituzione. Laukhuff era sempre lì, sempre pronto a risolvere i problemi: questo divario rimarrà e difficilmente potrà essere compensato.
Un amico e partner di vecchia data è perso nella costruzione di organi come patrimonio mondiale dell'UNESCO e la regina degli strumenti. Il fischio aziendale, che da decenni annunciava l'inizio dei lavori, le pause e la fine della giornata nella Taubertal, segnerà per l'ultima volta la fine dei lavori il 30 giugno 2021. [traduzione automatica dal tedesco su https://laukhuff.de]