GIUSEPPE CREMA
* 12 aprile 1921 † 21 maggio 2007
Nel ricordo di Luigi Ferdinando Tagliavini
A Giuseppe Crema mi legano molti ricordi, dal suo diploma di magistero d’organo a Venezia, a cui assistetti quale “commissario esterno”, al suo matrimonio con Luisita, da tempo carissima amica, ai frequenti incontri a Bologna, dove s’era stabilito e dove, quand’io avevo il compito di suonare ad una delle messe domenicali in S. Maria dei Servi, mi era costantemente, fedelmente a fianco, pronto ad offrirmi la sua assistenza.
Il suo esame di diploma, di cui ho tuttora nella memoria l’ottima fughetta a tre voci, è legato ad un divertente episodio, il cui retroscena mi è stato da lui stesso rivelato. Alla vigilia della prova fui invitato a cena dal suo maestro, Sandro Dalla Libera, e durante la cena scambiai vivacemente con lui idee sull’interpretazione dell’opera organistica bachiana. Ci rendemmo subito conto entrambi che la sua concezione, maturatasi alla rispettabilissima scuola di Fernando Germani, non collimava affatto con la mia. Ciò lo preoccupò alquanto e dovette rovinargli il sonno se, come mi rivelò più tardi Giuseppe Crema, egli corse a svegliare l’allievo alle prime luci dell’alba per riferirgli le mie idee, nella speranza che ciò potesse in qualche modo influenzare la sua esecuzione e modificare in senso favorevole il corso dell’esame. Era evidentemente ben lungi da me il pensiero di potere o dovere penalizzare l’allievo a causa di divergenze, peraltro cordiali, col maestro. Alla felice conclusione dell’esame candidato e insegnante non celarono la loro gioia e Sandro dalla Libera non esitò a manifestare la sua sorpresa per il fatto che io non avessi fatto “pesare” il mio modo di pensare e di sentire. E fu forse proprio grazie all’esame di Giuseppe Crema che da allora s’instaurò tra il maestro vicentino e me un rapporto di reciproca stima ed amicizia che si rispecchia nell’importante collaborazione offerta da Dalla Libera alla rivista “L’Organo”.
Come si legge nell’affettuoso ricordo che gli ha dedicato Alessandro Manni, Giuseppe Crema “se n’è andato in punta di piedi”, affrontando sino all’ultimo con grande dignità, serenità e riserbo, il male che doveva condurlo ad una fine che ha trovato tutti noi impreparati.
Con commozione ho appreso che una settimana appena prima della sua morte l’Associazione Italiana Organisti di Chiesa gli aveva assegnato il “Premio alla carriera”, che viene ora tributato alla sua memoria.
LUIGI FERDINANDO TAGLIAVINI
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Ho letto quanto ha scritto Luigi Ferdinando Tagliavini, sempre garbato e preciso.
Conoscevo anch'io Giuseppe Crema, fin dai tempi in cui egli era a Vittorio Veneto, delegato per la musica. Era il 1962: ci siamo scambiati le impressioni sull'organaro Alfredo Piccinelli che stava restaurando il Callido di Miane (ero presente al concerto inaugurale del restauro da parte di Sandro Dalla Libera) e lo Zavarise del Santuario.
Ci siamo ritrovati poi a Bologna sul Tamburini meccanico dei Serviti e in altre occasioni. Ero presente per il collaudo di un restauro, mentre Giuseppe Crema doveva tenere il concerto.
Era un galantuomo, gentile, disponibile. Era, da quanto so, un buon insegnante, mentre non mi ha mai totalmente convinto come concertista (ero un po' imbarazzato quando doveva scrivere la critica musicale per il Gazzettino, e lui mi diceva "non infierire su di me": forse era un po' consapevole?), ma si faceva apprezzare per la sua nobiltà d'animo, l'onestà, la bontà.
Cordiali saluti
Giuseppe Piazza
Schio, 24 maggio 2017