Una guida per l'organista liturgico

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Don Franco Gomiero

UNA GUIDA PER L'ORGANISTA LITURGICO

Gli organisti liturgici alla ricerca di un’identità e di un nuovo impiego

 

 

Molti musicisti, soprattutto organisti, pensano che la Liturgia nuova abbia emarginato il loro ruolo. Costretti a suonare solo per accompagnare i canti dell'assemblea, spesso sempre gli stessi a tutte le Messe, giustamente potrebbero sentirsi un po' mortificati. Del resto non si può negare che la riforma liturgica abbia ridimensionato anche la funzione dell'organista. Non tanto perché sia diventata insignificante o superflua. Quanto piuttosto per eliminare certi usi o abusi, introdottisi quando la Messa era detta soltanto dal prete e si era arrivati a coprire tutti gli spazi possibili con apposite musiche.

Gli organisti si lamentano perché certi brani non sanno più dove piazzarli o non possono più suonarli. Spesso solo in qualche matrimonio o funerale possono fare il loro rècital d'organo alla vecchia maniera. Ma anche in questo caso ci sono molte limitazioni.

Tuttavia non si può rimproverare alla nuova Liturgia la soppressione di un abuso. Né si può definire il proprio ruolo partendo da esso.

Non è certamente colpa degli organisti se le Messe ad un certo punto si sono trasformate in rècitals d'organo. Compiacenti i responsabili delle cerimonie, gli organisti hanno agito in buona fede. Nessuno rimprovera loro di aver suonato Offertori, Elevazioni e Comunioni, ecc., spesso anche di buona fattura musicale. La letteratura organistica è ricchissima. Non per questo si può continuare a farsene un diritto e misurare su di esso l'importanza o meno del proprio ruolo.

 

La nuova Liturgia non ha né emarginato, né declassato il ruolo dell'organista. Gli ha aperto, invece, nuovi spazi e nuove mansioni, che non solo non mortificano la sua professionalità, ma la elevano e la impegnano come non mai.

E' necessario che l'organista scopra questi spazi e li occupi. Non da padrone, ma da umile servo; non da artista semplicemente o da professionista, ma da cristiano che celebra con gli altri cristiani. E' necessario che anche l'organista entri nella "novità liturgica". Non tanto per adattarsi a suonare qualsiasi canto, quanto piuttosto per fare un servizio musicale che interpreti la Liturgia così come oggi va interpretata: con la fantasia che viene dallo Spirito; con la creatività e la spontaneità di chi è immerso nell'evento che celebra; con la passione e la libertà del profeta; con la disponibilità del servo fedele che ha in custodia un elemento prezioso e impareggiabile per creare l'immagine sonora di un'assemblea liturgica e favorirne il canto.

Ci vogliono organisti "nuovi", cresciuti e formati non solo nelle aule dei Conservatori, ma anche nelle Comunità Cristiane, nel vivo dell'esperienza ecclesiale e liturgica. La Liturgia oggi chiede agli organisti un servizio non solo strumentale. L'organista non è un robot, ossia un semplice esecutore di brani comandati. Deve entrare nella celebrazione con tutto se stesso e assumerne lo spirito.

Ogni celebrazione è qualcosa di unico e sempre nuovo da interpretare e servire in maniera personale, mettendoci la propria anima, suonando nel cuore, prima che sui tasti, accordando i registri dello Spirito con i registri dello strumento, sia che si tratti di accompagnare il canto dell'assemblea, sia che si tratti di inserirsi con qualche improvvisazione.

Un organista dotato di immaginazione non può che gioire di questi bisogni nuovi e di queste nuove esigenze, che fanno appello alla sua abilità professionale, ma che danno spazio anche alla sua creatività e alla sua sensibilità spirituale.

 

La presente guida vuole aiutare ogni organista a ridefinire la propria identità e la propria funzione all’interno di una comunità cristiana, in generale, e in particolare durante le celebrazioni liturgiche.

Si parlerà delle doti umane, spirituali e professionali che ne fanno in qualche modo il maestro e il ministro della musica nella sua comunità. Si indicheranno le diverse attività che può svolgere e che possono fare di lui l’organista titolare, naturalmente nel rispetto dell’impianto pastorale e della tradizione musicale della chiesa in cui svolge il suo servizio e sfruttando le risorse che ha a disposizione.

Nell’ultima parte si daranno indicazioni pratiche riguardanti la selezione degli organisti liturgici per la costituzione di un Albo Diocesano e di una Carta di professionalità, che garantisca, specialmente in certe circostanze, un servizio musicale rispondente allo spirito e alle regole della nuova liturgia.

In appendice si proporrà un esempio di contratto di servizio. Per quanto sia auspicabile un rapporto con la comunità o con i responsabili della chiesa improntato sulla buona volontà, sulla gratuità e la collaborazione, forse non è da escludere, per un rapporto più armonioso, l’opportunità di fissare per iscritto le responsabilità di ciascuno, compresa quella di una eventuale dignitosa remunerazione, in conformità alla legislazione fiscale vigente in Italia.

 

I IDENTITA’ E COMPETENZE DELL’ORGANISTA LITURGICO

 

Il musicista che desidera diventare organista titolare in una comunità cristiana o in una chiesa dovrebbe rispondere alle seguenti esigenze:

 

COMPETENZA MUSICALE

 

Diploma in organo, o almeno:

a) Saper leggere la musica e saper decifrare una partitura musicale per organo (per sola tastiera o per tastiera e pedaliera);

b) Saper accompagnare:

- il canto dell’assemblea dei fedeli,

- i solisti o gli animatori del canto,

- la corale,

- qualche altro strumento (chitarra, flauto, violino, ecc.).

c) Saper armonizzare e trasportare i canti liturgici;

d) Saper improvvisare dei preludi, degli interludi o dei postludi ai canti;

e) Saper interpretare dei brani del repertorio organistico.

 

COMPETENZA LITURGICA

 

Conoscere i grandi principi e il progetto liturgico contenuti nella Costituzione sulla Liturgia del Concilio Vaticano II;

Conoscere la finalità e la dinamica rituale delle più importanti celebrazioni liturgiche (Eucaristia, Matrimonio, Esequie, Lodi e Vespri);

Conoscere lo sviluppo dell’anno liturgico, le caratteristiche e le principali feste dei vari tempi liturgici;

Conoscere il senso e la funzione del canto e della musica nella liturgia;

Conoscere il repertorio nazionale o almeno quello della propria diocesi o della chiesa in cui si fa servizio;

Conoscere qualche repertorio di musica d’organo per la liturgia;

Saper scegliere canti e musiche appropriati ai diversi tempi liturgici e ai diversi momenti rituali della celebrazione eucaristica.

 

QUALITA’ UMANE E SPIRITUALI

 

Affidabilità e puntualità

Attitudine a lavorare in équipe

Spirito d’iniziativa e buon gusto

Un vivo rapporto con Cristo

La volontà di servire la comunità

La partecipazione al cammino di fede della comunità

La partecipazione a iniziative diocesane, regionali e nazionali di aggiornamento liturgico-musicale

 

II FUNZIONI DELL’ORGANISTA TITOLARE

 

L’organista titolare esercita normalmente la sua funzione sotto la diretta responsabilità del parroco o del responsabile della chiesa in cui suona. Secondo le diverse situazioni, l’organista può essere chiamato ad assumere delle responsabilità particolari, ma in generale si può affermare che la sua principale funzione è la seguente:

 

Suonare l’organo nelle celebrazioni liturgiche, ossia nelle messe domenicali, nei funerali, nei matrimoni e in quelle altre celebrazioni della vita cristiana nelle quali è richiesta la musica. In questi contesti, l’organista dovrà svolgere questi compiti:

accompagnare il canto dell’assemblea, eventuali cantori solisti, l’animatore del canto, la corale ed eventuali altri strumentisti presenti;

improvvisare dei preludi, interludi e postludi ai canti, oppure interpretare qualche brano appropriato ai diversi momenti della liturgia;

armonizzare, arrangiare o trasportare i canti a seconda delle esigenze o della situazione dell’assemblea.

 

Poichè il servizio musicale richiede preparazione personale e tecnica, l’organista dovrà prepararsi bene e sempre per ogni esecuzione. In particolare:

 

Sarà suo dovere partecipare con gli altri ministri alla preparazione della liturgia e stabilire di comune accordo il programma musicale delle celebrazioni con particolare attenzione al canto dell’assemblea;

Dove ci fosse, farà parte del Gruppo liturgico;

Si occuperà, se necessario, della preparazione dei solisti o degli animatori del canto dell’assemblea;

Parteciperà alle prove della corale tutte le volte che sarà necessario;

Quando dovrà assentarsi, sarà suo compito trovare un sostituto;

Dove ci fosse l’uso di inserire altri strumentisti in occasioni di matrimoni, funerali, feste patronali o altre circostanze, sarà suo compito, in accordo con la parrocchia, prendere i necessari contatti e stabilire le condizioni, nel pieno rispetto delle regole liturgiche e della tradizione musicale del luogo;

 

L’organista titolare è anche responsabile dello strumento che gli è affidato. Perciò dovrà anche:

 

Occuparsi del buon funzionamento dell’organo e della sua manutenzione ordinaria;

Autorizzare l’accesso e l’uso al di fuori delle celebrazioni;

Coordinare eventualmente l’orario di prova o di studio.

 

Infine, l’organista titolare potrebbe contribuire alla crescita culturale e musicale della sua parrocchia:

 

Costituendo una piccola scuola di allievi ai quali dare lezione allo strumento della chiesa;

Organizzando e coordinando varie attività musicali (récital d’organo, concerti, manifestazioni culturali nelle quali sia presente anche la musica).

 

III PROCEDURA PER LA SELEZIONE DELL’ORGANISTA TITOLARE

 

A. Segnalazione dei posti vacanti

 

Allo scopo di assicurarsi il miglior servizio possibile, sarà opportuno far conoscere il posto vacante attraverso un comunicato stampa nel quotidiano locale o regionale, nel settimanale diocesano, nel notiziario o bollettino parrocchiale, nelle scuole di musica e in Conservatorio.

Sarà opportuno prevedere un certo periodo (almeno un mese), affinché l’informazione si diffonda e gli organisti interessati possano far pervenire il proprio curriculum ed eventuali referenze al parroco o ad altra persona incaricata.

 

Esempio di segnalazione o bando di concorso

 

LA PARROCCHIA DI S. RITA in MESTRE

CERCA UN/UNA ORGANISTA A PARTIRE DAL 1° FEBBRAIO 2003

 

Descrizione e esigenze del posto: presenza alle messe domenicali del sabato sera (18.30) e della domenica (10.00), ai matrimoni, ai funerali, alle celebrazioni comunitarie della Riconciliazione e altre importanti celebrazioni previste dal calendario liturgico della parrocchia; presenza alle riunioni del Gruppo liturgico in qualità di membro; presenza alle prove del Coro; sorveglianza dello strumento; promozione della cultura musicale in parrocchia.

L’organo: un Tamburini a trasmissione elettrica, 3 tastiere e pedaliera, 61 registri, già della Basilica di S. Marco.

Compenso: negoziabile tenendo conto della qualifica e dell’esperienza della persona scelta.

 

Gli interessati/e al posto dovranno far pervenire il loro curriculum vitae ed eventuali referenze non oltre il 31 dicembre 2002 al

Consiglio Pastorale

(opp. Comitato di selezione dell’organista)

Parrocchia S. Rita da Cascia

Via S. Trentin, 34

30171 Mestre-Venezia

Mestre, 31 ottobre 2002

 

 

 

B. Incontro con i candidati e audizione

 

Per una parrocchia normale

 

Formazione di un comitato di selezione

Nel caso ci fossero più candidati, il parroco può costituire e presiedere un comitato di selezione, formato da tre o cinque persone:

il parroco stesso o un suo rappresentante

il direttore della Corale

un membro del Gruppo liturgico

un membro del Consiglio Pastorale o del Consiglio Economico

un organista conosciuto.

Colloquio con il candidato

Il parroco o il suo rappresentante può descrivere i bisogni della parrocchia e le condizioni associate al posto (celebrazioni ordinarie e straordinarie, prove, incontri di formazione e di preparazione, responsabilità, onorari).

I membri del comitato possono poi fare uno scambio con il candidato su questi argomenti, per esempio:

perché è interessato al posto;

come vede il suo ruolo nella comunità cristiana;

come concepisce il servizio liturgico dell’organista nella nuova liturgia;

se ha già fatto qualche esperienza, dargli l’opportunità di raccontarla…

Il candidato, a sua volta, può informarsi meglio

- sulle attese della comunità;

sull’organizzazione e il funzionamento della formazione liturgica e musicale;

sullo stile del repertorio usato ordinariamente dall’assemblea;

sui punti forti e deboli della pratica musicale;

sullo stato e sulla manutenzione dell’organo…

 

Audizione all’organo

Ad ogni candidato si domanderà di suonare l’accompagnamento di un canto a prima vista e due brani del repertorio organistico, uno di carattere meditativo e uno di carattere festoso.

 

Nota: Nelle sue decisioni il comitato dovrà tener conto del curriculum vitae e, ovviamente, del colloquio e dell’audizione all’organo.

 

 

Per la cattedrale o altra chiesa importante

 

Formazione di un comitato si selezione

Nel caso in cui il posto riveste un carattere particolare o per esemplarità, come nel caso della cattedrale, o per frequenza di fedeli, come nel caso delle basiliche e dei santuari, o anche per la qualità dell’organo e della tradizione musicale della chiesa, il responsabile può costituire un comitato di selezione formato da almeno cinque persone, comprendenti:

il responsabile

il direttore del Coro

un membro del Gruppo liturgico

un membro del Consiglio di Amministrazione

due organisti conosciuti

 

Intervista o colloquio

Il responsabile illustra al candidato le esigenze della cattedrale, della basilica o del santuario e le condizioni associate al posto (numero di celebrazioni, pianificazione dei programmi musicali, questioni relative alla manutenzione dell’organo, prove della corale, onorario, ecc.).

I membri del comitato possono poi fare uno scambio di idee su alcune questioni, come:

perché interessa il posto

come intende svolgere il proprio ruolo

come concepisce il servizio liturgico dell’organista in tale chiesa

un programma musicale per una celebrazione solenne prestabilita .

 

Anche il candidato, ovviamente, potrà informarsi meglio sulle attese e sulla situazione liturgico-musicale della cattedrale, della basilica o altro, e chiedere notizie sul

funzionamento attuale della preparazione del canto e della musica per le celebrazioni

stile di musica e di canti ordinariamente proposti all’assemblea

presenza o meno di tradizioni liturgiche e musicali

stato di manutenzione dell’organo o degli organi…

 

Audizione all’organo

A ciascuno dei candidati si potrà chiedere di:

interpretare alcuni brani del repertorio organistico, di cui:

un preludio e fuga di J.S. Bach;

un preludio di corale per organo a due tastiere e pedale

un opera per organo del XIX o del XX secolo

leggere a prima vista un canto armonizzato e trasportarlo di un semitono o di un tono d’intervallo;

armonizzare un canto liturgico dato

armonizzare un canto gregoriano dato

improvvisare un preludio o un interludio di un corale dato

 

Nota: Nelle sue scelte il comitato di selezione dovrà tener conto del curriculum vitae dei candidati e dell’esito del colloquio e dell’audizione.

 

 

C. Albo Diocesano degli organisti e Carta di professionalità

 

Gli organisti che adotteranno questa guida saranno inseriti in un Albo Diocesano di categoria, compilato dall’Ufficio Liturgico – Sezione Musica e Canto, il quale provvederà pure a rilasciare una Carta di professionalità o Carta dell’organista liturgico, valida per un quinquennio, come garanzia e come tutela del loro servizio professionale, oltrechè come indicazione di preferenza in caso di necessità o di supplenza.

 

Conclusione

Con questa guida, che definisce in maniera essenziale le qualità, le competenze. le responsabilità e i criteri di selezione, i musicisti e le comunità cristiane possono rendersi conto del ruolo significativo che un organista liturgico è chiamato a esercitare. L’esempio di contratto di servizio che segue può così dare ai responsabili delle parrocchie l’occasione di concretizzare questo riconoscimento. Come si potrà vedere, non si stabilisce l’effettiva remunerazione per ogni messa domenicale, per un matrimonio, un funerale e altro. E’ una questione delicata, che dovrebbe essere risolta a livello diocesano e nazionale, tenendo conto della legislazione vigente in materia di prestazione volontaria e continuata di servizio.

 

 

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Esempio di contratto di servizio

 

CONTRATTO DI SERVIZIO

tra

La comunità cristiana di S. Rita, via Silvio Trentin 34, 30171 Mestre, rappresentata dal parroco Marco Pallino e da Luigi Dei Rossi, membro del Consiglio economico, e qui di seguito denominata “parrocchia”

e

Mario Bianchi, via Veneto 20, 30171 Mestre, e qui di seguito denominato “organista titolare”.

 

I Partecipazione dell’organista titolare alla vita parrocchiale

L’organista titolare lavora in stretta collaborazione con il parroco, il direttore della corale e gli animatori del canto;

L’organista titolare è membro del Gruppo liturgico.

II Responsabilità e prerogative dell’organista titolare

L’organista titolare è consultato su tutti i programmi musicali delle celebrazioni.

L’organista titolare è responsabile dell’organo della parrocchia. Egli deve servirsene con cura, segnalare eventuali difetti alla parrocchia e attendere alla sua manutenzione.

L’organista titolare dispone dell’organo per le prove, per dare lezione ai suoi allievi e offrire ad essi un tempo ragionevole per gli esercizi necessari in orari convenuti con la parrocchia.

L’organista titolare può farsi sostituire, quando deve assentarsi, da un altro organista scelto da lui e con competenze equivalenti, dopo aver ottenuto il consenso della parrocchia. In tal caso la parrocchia assegna a chi lo rimpiazza un tempo conveniente per provare l’organo e studiare il programma delle celebrazioni.

Tocca all’organista titolare suonare alle celebrazioni liturgiche della parrocchia. Nel caso venisse invitato un altro organista, la remunerazione spetta anche all’organista titolare.

III Funzioni dell’organista titolare

L’organista titolare suona l’organo alle due messe domenicali: sabato alle ore 18.30 e domenica alle ore 10.00, ai funerali, ai matrimoni e ad altre celebrazioni nelle quali è richiesta la musica. Secondo i casi, accompagna l’assemblea, l’animatore e il coro.

L’organista titolare è presente alle prove settimanali del coro da ottobre a maggio. In caso di assenza, dovrà provvedere a farsi sostituire.

L’organista titolare armonizza, trasporta e arrangia i canti secondo le necessità. Esegue brani d’organo appropriati ai vari momenti della celebrazione secondo i tempi e le circostanze liturgiche.

L’organista titolare è responsabile dell’assunzione di cantori e strumentisti richiesti in occasione di matrimoni e funerali. Egli ha l’incarico di sentire le persone invitate che desiderano farsi accompagnare da lui.

IV Onorari dell’organista titolare

Gli onorari annuali dell’organista titolare sono fissati a €………, ossia € ………. alla settimana, inclusa la preparazione e la presenza alle messe domenicali, alle celebrazioni della Settimana Santa, alle celebrazione di Natale e Capodanno.

Gli onorari per le celebrazioni speciali (battesimi, cresime, riconciliazioni, ordinazioni, anniversari…) saranno calcolati a € …….. l’ora, contando la preparazione e la celebrazione.

Gli onorari per i funerali e i matrimoni sono fissati a €………. L’organista titolare è autorizzato a richiedere alle famiglie interessate onorari supplementari in caso di domande speciali (prove con cantori e strumentisti invitati da esse, richiesta di brani particolari o nuovi, ecc.).

 

Ognuna di queste disposizioni è indipendente dalle altre. L’illegalità o l’invalidità di una di esse, di in paragrafo, di una linea o di una clausola non intacca le altre disposizioni dell’intesa, che restano valide e in vigore.

La presente intesa è valida dal 1 febbraio 2003 al 31 gennaio 2004.

La presente intesa viene rinnovata di anno in anno, a meno che una delle parti non avvisi l’altra di volerla modificare o di porvi fine almeno 90 giorni prima della scadenza.

In fede di ciò le parti hanno sottoscritto a Mestre, il 1 febbraio 2003.

 

LA PARROCCHIA

D. Marco Pallino, Parroco

Luigi dei Rossi, Membro del Consiglio Economico

L’ORGANISTA TITOLARE

Mario Bianchi

 

 

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Osservazioni, correzioni e integrazioni

 

 

DUE BUONE NORME PER L’ORGANISTA: PREPARARE E PREPARARSI!

L’Organista dilettante appassionato, l’Organista che ci tiene allo svolgimento lodevole del suo compito, deve anzitutto preparare un Repertorio confacente e rispondente alle sue tecniche possibilità, che sono, il più delle volte, assai limitate; ma non basta! L’Organista che vuole rispettare la sua mansione liturgica e vuol farsi rispettare per quel che vale, sia pure nell’ambito più modesto, deve anche prepararsi (bene e sempre) per ogni esecuzione: deve cioè ripassare le composizioni studiate, per poterle rendere ogni volta nel modo più efficace, e nella interpretazione voluta dall’Autore. Solo così potrà valorizzare in forma pratica e speculativa il suo bel repertorio.

Vito da Bondo

 

ANIMA D’ORGANISTA E NON ESECUZIONE MECCANICA!

Se la pietà e il fervore liturgico devono ispirare la composizione sacra (quindi anche quella organistica), gli stessi nobili sensi non possono essere eliminati durante l’esecuzione che accompagna le funzioni liturgiche e tanto meno possono essere surrogati con mezzi materiali o meccanici. La COSTITUZIONE APOSTOLICA “Divini cultus sanctitatem” di PIO XI invoca che nei templi risuonino solo quei concenti dell’organo, che risentano della maestà del luogo e olezzino il sacro profumo dei Riti. Ma quale profumo può olezzare se dietro ad una scia, anche perfetta, di atmosfera sonora non vibra un’anima, che unica può essere capace di nutrire i sentimenti richiesti e che può rivestire un ufficio liturgico?

Renato Lunelli

 

NON BASTA… SUONARE: BISOGNA PRIMA INTERPRETARE!

L’interprete deve presentare l’opera d’arte quale fu creata dal suo Autore e si serve, a questo scopo, dei tre elementi che la musica offre naturalmente: il ritmo, la melodia, l’armonia; ognuno di questi elementi ha un fattore d’espressione: l’agogica, la dinamica, la modulazione. Ma a questi vanno aggiunte le facoltà che ogni interprete deve procurarsi: l’intelligenza, lo studio, l’amore e il gusto che servono per agire in pro del sentimento e dello stile.

Dal “Musica sacra” di Milano

 

L’ESECUTORE DEVE SAPER COMPRENDERE, DEVE SAPER PENETRARE!

L’esecutore deve saper comprendere (lui per primo) generi e stili diversi; deve saper penetrare lo spirito della composizione da eseguirsi, perché persuaso lui, sappia poi persuadere l’uditorio. Inoltre deve saper sfruttare in pieno tutte le risorse del suo strumento, per rendere integralmente il senso della composizione com’è stato concepito dall’Autore, e cioè renderlo non solo nella linea e nel pensiero (essenza melodica), ma anche nel coefficiente armonico ed espressivo, senza del quale anche qualsiasi splendida melodia rimarrebbe inefficace.

Vito da Bondo

 

L’ARTE SOLA NELL’ORGANISTA NON BASTA!

L’arte sola invece di essere nel culto una leva che rialza le anime, diviene talvolta la più importuna disturbatrice. Può l’organista avere la fecondità di MOZART, la tenerezza di WEBER, la potenza di BACH, il genio di BEETHOVEN, ma se CRISTO non palpita e vive in lui, egli, sul suo organo e presso i fedeli, non sarà altro che un bronzo sonante.

N. Lemmens

 

CONSIGLI DI ROBERT SCHUMANN AI GIOVANI ESECUTORI!

Procurate di suonare alla perfezione pezzi facili, ciò gioverà infinitamente più che eseguire mediocremente composizioni difficili. ♪ Suonate sempre come se vi udisse il Maestro. La musica, il cui scopo sia la bravura, passa presto di moda: l’agilità ha valore soltanto quando tenda a scopi più elevati.  È un errore il credere che la bravura consista solo nell’agilità. Cercare piuttosto di produrre, nella esecuzione di un pezzo, quell’impressione che aveva in mente il compositore e non altro. Il di più sarebbe caricatura. Lo spirito di una composizione non vi riuscirà chiaro se non quando ne comprenderete bene la forma. ♪ Lo studio non ha fine!

 

UNA COMODA VERSIONE SCARICABILE IN FORMATO "PDF"
È DISPONIBILE QUI IN CALCE
ESCLUSIVAMENTE PER GLI ISCRITTI AL PRESENTE SITO INTERNET

 

 

 

 

Autore: 
don Franco Gomiero
Qualifica autore: 
sacerdote nel Patriarcato di Venezia