Per un organo nell'auditorium "Parco della Musica" di Renzo Piano a Roma

Tu sei qui

 

 

 

 

 

Caro Maestro Giorgio Carnini,

 

fin da quando ero segretario della "Associazione Italiana Organisti di Chiesa" mi occupai di divulgare la grave questione della mancata costruzione di un organo nell'auditorium "Parco della Musica" di Roma (era il 2002 quando divulgai tra gli organisti la viva protesta di Luigi Fait sulle colonne del periodico «Suonare News») e nel 2016 aderii immediatamente alla petizione promossa dal collega Luca Purchiaroni.

 

Il lavoro di sensibilizzazione che stai portando avanti è di fondamentale importanza per riuscire a fare in modo che l'Auditorium di Roma possa finalmente ospitare un grande organo da concerto, così come già in tante altre sale da concerto nel mondo!

 

È tanto ovvio che sarebbe preziosissima nella Capitale la presenza di un importante organo a canne nella sala grande l'Auditorium Parco della Musica progettato da Renzo Piano, uno dei più grandi complessi dedicati alla musica esistenti al mondo: oltre al merito culturale di poter mettere - finalmente anche in Italia - in nuova e più "laica" luce il repertorio organistico agli occhi (ovvero alle orecchie!) del grande pubblico, sarebbe un bel colpo verso quella «tragica indifferenza del Vaticano alla musica in genere e l’incapacità delle "commissioni di esperti" a promuovere l’esecuzione del grande repertorio organistico nei suoi spazi naturali e cioè nelle chiese» come scrisse Luciano Berio, presidente-sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in una lettera ad Italia Nostra dopo l'inaugurazione del "Parco della Musica" nel 2002)!

 

Sono ormai passati quasi vent'anni dall'inaugurazione dell'auditorium di Renzo Piano...

 

Mi aspetto che il maestro Michele Dall'Ongaro, rieletto presidente-sovrintendente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel 2019, riesca a far ripartire l'abortito progetto dell'organo! Del resto, il disegno di un organo a canne non campeggia al centro dello stemma dell'Accademia stessa?!

 

Nell'attesa, caro Giorgio, ti auguro di tutto cuore che i tuoi sforzi organizzativi e promozionali vengano premiati potendo sedere tu stesso alla consolle del nuovo organo il fausto giorno del concerto inaugurale!

 

Cordialmente tuo

 

Paolo Bottini 

 

Cremona, il 21 agosto 2020

 

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Qui in calce il lettore potrà leggere l'appello di

Giorgio Carnini, promotore del progetto Un organo per Roma,

assieme ad un nutrito dossier che documenta vicende ed eventi.

 

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A tutti gli Amici della Musica, dell’Arte, della Cultura,

 

ho il piacere di rivolgermi a voi nella mia qualità di promotore del progetto Un organo per Roma, movimento d’opinione e festival omonimo che si svolge annualmente nella Sala Accademica del Conservatorio Santa Cecilia di Roma.

Questo messaggio, così come ogni altra eventuale comunicazione, non comporterà alcun impegno finanziario da parte vostra, né l’utilizzo dei vostri dati personali al di fuori di quanto specificato in seguito.

Un organo per Roma è nato per risolvere una questione che affligge la musica, la cultura e la città di Roma: il suo principale spazio concertistico, il magnifico Auditorium Parco della Musica concepito da Renzo Piano, a differenza di quanto accade normalmente nel resto del mondo, è carente di un organo a canne, indispensabile strumento da concerto. Una tale situazione, che perdura da troppi anni, non è sostenibile da alcuna argomentazione valida e costituisce un’anomalia nel contesto dei principali siti concertistici.

Essendo la nostra iniziativa totalmente esente da fini di lucro, tutti i partecipanti - musicisti, attori, compositori, musicologi, scrittori e artisti vari - offrono al festival la loro opera gratuitamente, diventando essi stessi parte viva del progetto.

Il nostro desiderio sarebbe che voi sosteneste moralmente questa campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per mezzo di un breve messaggio contenente anche nome, cognome ed eventuale qualifica, da recapitare a infoCHIOCCIOLAunorganoperroma.it. Le vostre adesioni saranno raccolte in un dossier.

Questa richiesta è rivolta sia a personalità del mondo musicale, artistico, intellettuale e istituzionale, sia a tutti coloro che hanno a cuore l’Arte, la bellezza e le sorti culturali della Capitale. Lo scopo è suscitare la presa di coscienza da parte delle autorità competenti su questa indifendibile e intollerabile assenza.

Cari Amici, restituiamo alla Città lo strumento presente già nei primi progetti di Renzo Piano.

Roma aspetta il suo organo da concerto!

 

Roma, 22 aprile 2020

 

Giorgio Carnini

www.unorganoperroma.it

 

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Dear Madam, dear Sir,

I have the pleasure to contact you in my quality of promoter of both the Festival and the homonymous

awareness campaign known as «Un organo per Roma», «An Organ for Rome».

If you wish, these initiatives - both of them parallel and complementary - may be described to you in detail

by Franco Perroni, a Luxemburg resident and our coordinator abroad francoperroniAThotmail.com.

Very important : None of you will be contacted again in the future, whatever the reason, including financial issues.

Nor will your personal data be used for purposes other than those specified below.

The project «An Organ for Rome» was initiated to solve a problem related to high quality music, culture in general

and the city of Rome. As a matter of fact, its main space for concerts, the magnificent Auditorium-Parco della Musica

designed by Renzo Piano, has no pipe organ as everywhere else in the world ! Such a situation, which we have

been enduring for years now, has no reason to continue, apart from the fact that it is an unquestionable

anomaly in the context of concert halls. Furthermore, our initiative is totally non-profit and all the highlevel

artists (musicians, actors, dancers) who perform in the Festival are volunteers and do not receive

any reward. All our concerts take place in the great hall of the Conservatorio S. Cecilia, as well as in the

Roman Forum.

If you agree to support our campaign, we’ll need a short message (by e-mail, post card or letter) that we’ll

include in a folder among other proofs of friendship coming from different countries. And would you

please state your first and last names, title or profession, and place of residence. I am addressing this

message first to people related to the musical, artistic, cultural and institutional milieus, as well as to those

who have an interest in high quality music and who are furthermore sensitive to the international prestige

of the city of Rome.

I hope to receive a positive response from you, so that the competent authorities become conscious of

the purpose of our initiative aiming at solving a situation no longer tolerable (i.e. the delayed lack of a

concert organ in the Roman Auditorium-Parco della Musica). Meanwhile, we are setting up a website and

we are at your disposal for any additional information you may need.

With my sincere thanks for your kindest attention. Very cordially yours,

Rome, April 22nd, 2020

Giorgio Carnini

www.unorganoperroma.it

 

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Chère Madame, cher Monsieur :

J’ai l’honneur de m’adresser à vous en ma qualité de promoteur du Festival et du mouvement

d’opinion “Un organo per Roma”, “Un orgue pour Rome”.

Ces deux initiatives, parallèles et complémentaires, pourront vous être présentées en détail par M.

Franco Perroni, notre coordinateur à l’étranger résidant au Luxembourg, si vous ainsi le

souhaitez <francoperroniAThotmail.com>.

Très important : mon message, ainsi que toute autre communication éventuelle, ne comporteront aucun

engagement financier de votre part, ni l’utilisation de vos données personnelles à des fins autres que celles

ci-après spécifiées.

Le projet "Un orgue pour Rome" est né pour essayer de résoudre une question qui afflige la musique

de qualité, la culture et la ville de Rome. En effet, son principal espace de concerts, le très beau

Auditorium-Parco della Musica conçu par Renzo Piano, n'est pas doté d'un orgue à tuyaux, comme

il est d'usage courant partout dans le monde ! Une telle situation, qui perdure depuis plusieurs

années déjà, ne peut s'appuyer sur aucun raisonnement valable et elle constitue une anomalie dans

le contexte des principaux sites musicaux. Notre initiative étant entièrement non lucrative, tous les

musiciens et bien d’autres artistes de haut niveau (des acteurs ou des danseurs, par exemple)

offrent leur prestation à titre gracieux lors des concerts du Festival, qui ont lieu au Conservatorio di

Santa Cecilia et au Forum romain.

Au cas où vous souhaiteriez soutenir notre campagne de sensibilisation, je vous serais très

reconnaissant de bien vouloir me remettre un bref message (par la poste ou par e-mail) en vue de

son inclusion dans un dossier reprenant les manifestations de sympathie en provenance de pays

autres que l’Italie. Veuillez s.v.p. éventuellement préciser, en bas de votre prénom et nom, votre titre

ou fonction, ainsi que la ville de résidence.

Je m’adresse, prioritairement, à des personnalités issues des milieux musical, artistique, culturel et

institutionnel, mais également à toute personne attirée par la musique de qualité et ayant à coeur le

rayonnement international de Rome. J’ose compter sur votre sensibilité, afin que les autorités

compétentes prennent davantage conscience de l’importance de notre démarche, visant la sortie

d’une impasse bureaucratique qui, au fil des ans, est devenue indéfendable et intolérable.

Un site web dédié à l’initiative étant en cours d’élaboration (www.unorganoperroma.it), dès

maintenant je suis à votre disposition pour tout complément d’information.

Je vous remercie de tout coeur de votre attention et je vous prie d’agréer, chère Madame, cher

Monsieur, l’expression de mes sentiments les meilleurs.

Rome, le 22 avril 2020

Giorgio Carnini

www.unorganoperroma.it

 

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Sehr geehrte Frau, sehr geehrter Herr,

Ich habe die Ehre, mich in meiner Eigenschaft als Förderer des Festivals und der Meinungsbewegung "Un

organo per Roma", "Eine Orgel für Rom", an Sie zu wenden.

Diese beiden Initiativen können Ihnen von Herrn Franco Perroni, unserem in Luxemburg ansässigen

Auslandskoordinator, ausführlich vorgestellt werden, falls Sie dies wünschen francoperroniAThotmail.com.

Very important : None of you will be contacted again in the future, whatever the reason, including financial issues.

Nor will your personal data be used for purposes other than those specified below.

Für den Fall, dass Sie unsere Sensibilisierungskampagne unterstützen möchten, wäre ich Ihnen sehr

dankbar, mir das mit einer kurzen Nachricht (per Brief oder E-Mail) mitzuteilen, die dann in eine Datei mit

Sympathiebekundungen aus anderen Ländern als Italien aufgenommen werden könnte.

Danach werden keine weiteren formalen oder verbindlichen Verpflichtungen mehr von Ihnen verlangt.

Auch bieten alle Musiker und viele andere hochrangige Künstler (z.B. Schauspieler) ihre Auftritte bei den

Konzerten des Festivals kostenlos an.

Ich wende mich in erster Linie an Persönlichkeiten aus dem musikalischen, künstlerischen, kulturellen und

institutionellen Bereich, aber auch an alle, die sich von qualitativ hochwertiger Musik angezogen fühlen

und denen der internationale Einfluss Roms am Herzen liegt.

Ich wage es, auf Ihre Sensibilität zu zählen, damit sich die zuständigen Behörden der Bedeutung unserer

Bemühungen stärker bewusstwerden, die darauf abzielen aus einer ausweglosen Situation zu kommen

die im Laufe der Jahre unhaltbar geworden ist.

Da sich eine Webseite zu dieser Initiative erst im Aufbau befindet, stehe ich Ihnen ab sofort gerne für

weitere Informationen zur Verfügung.

Vielen Dank für Ihre Aufmerksamkeit. Mit freundlichen Grüßen.

Rom, 22/4/2020.

Giorgio Carnini

www.unorganoperroma.it

 

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Estimada Señora / estimado Señor :

Tengo el honor de dirigirme a usted en mi calidad de promotor del Festival y del homónimo movimiento de opinión

“Un organo per Roma”, “Un órgano para Roma”.

Ambas iniciativas, paralelas y complementarias, podrán serles presentadas en detalle por Franco Perroni, nuestro

coordinador en el extranjero residente en Luxemburgo, si así lo desean francoperroniAThotmail.com.

Muy importante: mi mensaje, así como cualquier otra comunicación eventual, no prevé ninguna participación de carácter

económico por parte de usted, ni tampoco la utilización, por nuestra parte, de sus datos personales con fines distintos a

los especificados a continuación.

El proyecto “Un organo per Roma” nació para intentar resolver una cuestión relacionada con la música culta, la

cultura en general y la ciudad de Roma. En efecto, su principal espacio de conciertos, el espléndido Auditorium-Parco

della Musica realizado por Renzo Piano, ¡no cuenta con un órgano de tubos, como es lo normal en cualquier parte

del mundo! Semejante situación, que venimos soportando desde hace ya muchos años, no tiene la menor razón de

ser y representa una anomalía en el contexto de los principales sitios musicales. Además, la nuestra es una iniciativa

totalmente sin fines de lucro en la que todos los músicos de alto nivel que actúan en el Festival, como así también

otros artistas (actores y bailarines, por ejemplo), lo hacen de manera espontánea y sin remuneración alguna. Quisiera

agregar que nuestros conciertos se realizan en la gran sala del Conservatorio S. Cecilia y también en el Foro Romano.

En el caso de que estuviera usted dispuesta[o] a apoyar nuestra campaña de sensibilización, le rogaría se sirviera

remitirme un breve mensaje (por e-mail, tarjeta postal o carta), para incluirlo en un expediente junto con otras

manifestaciones de simpatía procedentes de diversos países. Con el ruego de indicar también, además de su nombre

y apellido, su título o profesión y su lugar de residencia.

Estoy dirigiendo este mensaje, prioritariamente, a personalidades del ámbito musical, artístico, cultural e

institucional, así como a toda persona interesada en la música de calidad y sensible al prestigio internacional de la

ciudad de Roma. Espero poder contar con su adhesión a mi pedido, para que las autoridades competentes tomen

plena conciencia de la importancia de esta iniciativa tendente a solucionar un bloqueo burocrático que, con el pasar

del tiempo, se ha tornado insostenible e intolerable.

También estamos aprontando un sitio web (www.unorganoperroma.it), sobre el que desde ahora quedo a su entera

disposición para cualquier complemento de información.

Al agradecerle, estimada Señora / estimado Señor, la atención dispensada a la presente, me es grata la oportunidad

para saludarlos con mi consideración más distinguida.

Roma, 22 de abril de 2020

Giorgio Carnini

www.unorganoperroma.it

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Un organo per Roma ® - Ideazione e direzione artistica di Giorgio Carnini

 

Un Organo per Roma: l’ingombrante assenza dell’organo che non c’è

 

di Giorgio Carnini

 

Breve storia:

- 1995. In occasione dell'imminente inaugurazione dell'Auditorium Parco della Musica

di Roma, il Presidente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, professor Bruno

Cagli, istituisce una commissione di esperti per redigere il progetto fonico dell'organo

da installare nella sala S. Cecilia dell'Auditorium. Fanno parte della commissione i

maestri Ferdinando Tagliavini, Giorgio Carnini, Francesco Colamarino, Concezio

Panone e la dottoressa Annalisa Bini.

- Il progetto viene approvato con il benestare dell'architetto Renzo Piano e del Comune

di Roma dopo alcune riunioni.

- Si passa quindi alla formulazione tecnico-burocratica della gara d'appalto e si stanziano

i fondi per la realizzazione del progetto.

- Viene eletto nuovo presidente dell'Accademia di S. Cecilia il M° Luciano Berio, il

quale decide che l’organo non è necessario per l’Auditorium e tutto resta lettera morta:

si decide di non procedere alla costruzione dell'organo; vengono informati i membri

della commissione.

- Italia Nostra avvia una campagna di pubblico sdegno.

Il progetto “Un Organo per Roma” è nato per risolvere una questione che affligge la

musica, la cultura, la città di Roma: il suo principale spazio concertistico, il bellissimo

Auditorium Parco della Musica - a differenza di ciò che è di prassi in tutto il mondo - è

sprovvisto di un organo da concerto.

Non esistono argomentazioni che possano giustificare questa situazione. È una vera

anomalia nel contesto dei più importanti siti musicali della Terra, nessun continente

escluso. Ed è anche un peccato, poiché l’Auditorium Parco della Musica sarebbe - se

completato da questo “arredo” – un vero gioiello, orgoglio di una grande capitale quale è

Roma.

Questo vuoto che si sperimenta quando si contempla la grande sala priva dell’organo,

queste canne fantasma che invece sono presenti nello stesso stemma dell’Accademia di

Santa Cecilia e che non trovano corrispondenza con una loro materializzazione nella

realtà, ci danno la dimensione di un’assenza ormai diventata insostenibile.

Eppure l’organo c’era, eccome, nel primo progetto di Renzo Piano. A richiesta del

professor Bruno Cagli, allora al primo mandato come presidente dell’Accademia,

elaborammo il prospetto fonico e, dopo alcune riunioni, con la presenza di autorevoli

esponenti del Comune di Roma e lo stesso architetto Piano, con il quale discutemmo

anche sulla necessità di avvicinare i corpi dello strumento all’orchestra (e l’architetto

acconsentì a togliere, di conseguenza, le poche file di poltrone previste dietro al coro), fu

approvato e prese le vie formali per arrivare alla gara d’appalto.

Si trattava di uno strumento a quattro tastiere e sei corpi, di poco meno di un centinaio di

registri, di impostazione sinfonica, dotato di due consoles: una a finestra e l’altra mobile,

da sistemare nell’area dell’orchestra.

Rispetto alla gestazione del progetto, rimandiamo all’articolo di Giovanni Di Giacomo

“Il figlio e nipote di organisti di Oneglia”, apparso sulla rivista “Music@”, luglio-agosto

2011, edita dal Conservatorio “A. Casella” de L’Aquila, di cui riportiamo alcuni

frammenti:

«…Finalmente, sovrintendendo l’Accademia Bruno Cagli, il Comune di Roma avvia dopo

circa sessant’anni la costruzione di un nuovo nonché triplo auditorio la cui progettazione

viene assegnata all’Arch. Renzo Piano. Delle tre sale che lo comporranno si decide di

dotare quella grande di un adeguato organo a canne. È il 12 giugno 1995 quando

un’apposita commissione, in una riunione preliminare, mette nero su bianco due

importanti decisioni (presenti: Maurizio Cagnoni - responsabile ufficio speciale

Auditorio -, Maurizio Varratta - Studio Piano -, Bruno Cagli, Giorgio Carnini, Anna

Maria Romagnoli, Quintilio Palozzi, Barthélemy Formentelli e Annalisa Bini). La prima

è quella di installare un organo di matrice “sinfonica”, adatto cioè al repertorio ottonovecentesco

cui è destinata la Sala Grande e “nuovo” (nella stessa riunione era stata

avanzata l’ipotesi di utilizzare l’organo di concezione barocca di Formentelli,

originariamente pensato per la basilica Ara Coeli e poi finito, dopo lunghe traversie,

nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma). La seconda decisione è quella di

nominare da parte dell’Accademia un’apposita commissione di consulenza tecnica per

la progettazione dello strumento. Tale commissione risulta così composta:

- M° Luigi Ferdinando Tagliavini (Accademico di Santa Cecilia), presidente

- M° Giorgio Carnini

- M° Francesco Colamarino

- M° Concezio Panone

- Dott. Annalisa Bini.

Inizia dalle troppo varie personalità dei componenti la commissione, l’insorgere di

ostacoli impliciti alla realizzazione dell’iniziativa. Innanzitutto l’ignoranza dei vertici

accademici delle differenti e contrapposte scuole di pensiero organistiche e di

conseguenza anche organarie, che li spinge a mettere insieme una squadra che perfino a

chi ne sa solo qualcosa di organistica italiana sembra tirata a sorte. […] Allora, sia detto

in tutta chiarezza, uno dei componenti di questa commissione [n.d.r. Giorgio Carnini],

altamente qualificato in fatto di organi sinfonico-eclettici, lavorò per circa un anno,

abbozzando disposizioni foniche e schede tecniche, giungendo così ad un ottimo progetto

ispirato a quello del monumentale Cavaillé-Coll che a fine ottocento dovevasi edificare

in San Pietro […] mentre un altro componente della commissione, notoriamente legato

al repertorio antico, pensò di mettere ai voti la possibilità che la disposizione fonica

venisse affidata alle ditte organarie concorrenti all’appalto (malgrado sia ben noto che,

in materia di costruzione, restauro , ecc. organista, progettista e organaro costruttore

devono essere figure nettamente distinte per la buona riuscita dell’opera); la votazione

risultò favorevole a tale inverosimile mozione! Della dettagliata e raffinata proposta di

organo sinfonico (doppia consolle con quattro tastiere e pedaliera, 97 registri ripartiti

in sei sezioni ecc. ecc.) non rimarrà che la sola, grottesca indicazione: “L’impostazione

dello strumento dovrà ispirarsi prevalentemente al repertorio sinfonico e

contemporaneo, e all’estetica dell’organaria francese”. Un nulla di fatto nella

cronistoria della commissione di consulenza tecnica, dato che questa elementare linea

guida, come si è visto, era stata formulata negli stessi minimi termini già nella storica

riunione preliminare del 12 giugno 1995. Un’altra inefficienza organizzativa viene

invece risolta con scioltezza: in prima battuta la Sala Grande, progettata

architettonicamente da Renzo Piano, prevedeva una dislocazione dell’organo in corpi

fonici separati e distanziati in maniera dispersiva, certamente inadeguata. Con chiari e

precisi colloqui tra Piano e un componente della commissione (esperto in organo

sinfonico-eclettici che da mesi stava lavorando invano al progetto tecnico e fonico) si

rivedono appositi dettagli architettonici per i quali si sarebbe visto e udito l’organo,

strutturalmente compatto, ergersi dietro il palco dell’orchestra mediante la rimozione di

poche file di posti.»

Tutto cambiò con l’avvento del nuovo presidente dell’Accademia: il progetto fu

annullato.

Ancora Di Giacomo:

«Malgrado queste vicissitudini, si giunge, nei primi anni duemila, a un passo dal bando

della gara d’appalto, quando subentra come sovrintendente dell’Accademia Luciano

Berio e con questi il puntuale ripetersi della negativa “leggenda” sull’organo

dell’auditorium romano. Il progetto viene bloccato con comunicazione scritta, di poche

righe, ai membri della commissione […] Ecco una lista di motivi addotti da Berio, così

come li riportarono giornali dell’epoca:

- mancanza di fondi,

- confluenza dei fondi espressamente destinati all’organo in un fondo unico pro

auditorio per far fronte a spese ulteriori sopraggiunte in corso d’opera […],

- spesa troppo alta per uno strumento utilizzato concretamente una manciata di volte

l’anno,

- inadeguatezza in sé di un organo a canne in un luogo che non sia sacro,

- inadeguatezza di un organo in una sala tanto grande (2700 posti) […]»

Questa decisione provocò grande scandalo, apparvero molti articoli su quotidiani e

periodici e si mobilitarono persino organizzazioni come Italia Nostra a cui rispose il

nuovo presidente con le seguenti argomentazioni:

«Cara Italia Nostra,

sì, avrei dovuto spiegare meglio le ragioni che mi hanno portato a sospendere il

“progetto organo” per la grande sala (2800 posti) del nuovo Parco della Musica. Si è

trattato, da parte mia, di una decisione assai sofferta e giustificata almeno in parte dal

fatto che mancavano i finanziamenti per la realizzazione di un progetto così vasto,

complesso ed aperto a diverse opzioni, in un momento assai delicato della parziale

riorganizzazione dell’Accademia di Santa Cecilia in vista del trasferimento nei nuovi

spazi. Ma la prima vera ragione della mia decisione è stata la tragica indifferenza del

Vaticano alla musica in genere e l’incapacità delle “commissioni di esperti” a

promuovere l’esecuzione del grande repertorio organistico nei suoi spazi naturali e cioè

nelle chiese. Che questo non possa avvenire proprio a Roma è, a dir poco, offensivo e

grottesco.

L’Accademia sarebbe felice di poter contribuire concretamente a una maggiore e più

approfondita diffusione del grande repertorio organistico in condizioni acustiche più

intime e filologicamente privilegiate di quelle offerte da una spettacolare sala di 2800

posti concepita per altri usi. Comunque sia, lo spazio originariamente destinato

all’organo è sempre là, provvisoriamente occupato da posti per il pubblico, ma chissà

che in un prossimo futuro, quando cioè si saranno create contestualmente - cioè

culturalmente – le condizioni favorevoli, non si possa riprendere in mano il progetto.

Potete esser certi che, in tal caso, il grande organo a canne non verrà più ammirato

soprattutto come la splendida decorazione “storica” di una sala da concerto moderna e

il suo ascolto non verrà limitato a sole quattro cinque volte l’anno, come mi sembra

avvenga nella maggior parte dei casi in Europa (non so in Africa).

Vorrei comunque precisare che non ho mai pensato di aggirare il problema del grande

organo a canne con l’acquisto di una “caricatura elettronica” che, anche se mobile,

intendevo comunque collocare nella sala media (1500 posti) per esigenze non legate al

grande repertorio organistico.» (da “Lettera aperta. Il progetto organo è solo sospeso”

di Luciano Berio, 5 marzo 2002).

Paolo Isotta sul Corriere della Sera del 22 aprile 2002 a proposito del problema organo,

dopo aver elogiato l’Auditorium e la sua acustica, scrive:

«Ma ecco un grave argomento. La “sala grande” sarà priva di organo! E di quell’organo

monumentale che chiunque si aspetterebbe in un luogo siffatto. Ciò discenderebbe (uso

il condizionale) da arrogante veto del presidente dell’Accademia, Luciano Berio. E

sarebbe l’equivalente d’un salotto senza divano. Avrebbe l’enorme inconveniente di

escludere dal repertorio quello organistico, il quale non solo è tra i fondamentali della

Storia, ma, a partire dalle grandi composizioni “sinfoniche” di Bach e dei suoi

predecessori, non ha più legami con la liturgia essendo pura musica “da concerto”. E

poi, proprio nella “sala grande” avranno da esser eseguite quelle gigantesche opere

sinfonico-corali, dalla Messa di Bach all’Ottava di Mahler, se proprio di questa non si

vorrà fare a meno, che l’organo prevedono.»

Dopo qualche anno di attesa, arrivammo a formulare l’idea di una campagna culturale e

civile che svegliasse le coscienze di artisti, di intellettuali e di tutte le persone sensibili ai

fatti d’arte.

Bisognava però creare un elemento che servisse da richiamo permanente. Ed è così che è

nato il festival Un Organo per Roma, con il “numero zero” del dicembre 2011.

Già da questo concerto-test si andarono delineando le caratteristiche che oggi connotano

la manifestazione. Era necessario rinnovare gli archetipi del concerto organistico

tradizionale in pro di un interessamento da parte di un pubblico più vasto di quello degli

intenditori che frequentano abitualmente gli eventi legati a questo strumento. Fu così

adottato un principio determinante: l’organo come strumento universale, dialogante con

altri strumenti - così come accade con il pianoforte, il violino, ecc. - in sintesi, uno

strumento come un altro, senza limiti di repertorio, laico e non circoscritto nei vari ghetti

in cui fu isolato da noi stessi organisti, come le cantorie oppure gli stretti recinti di un

malinteso filologismo. In poche parole: uno strumento da concerto, senza rinnegare per

questo l’altra grande vocazione dell’organo, cioè l’accompagnamento della funzione

liturgica e soprattutto il suo impiego nelle grandi opere polifoniche.

Per la programmazione dei concerti abbiamo interpellato ogni sorta di artisti - e non solo

organisti – che hanno dato la loro adesione assolutamente gratuita a questa crociata,

sentendosi protagonisti e pionieri di un’idea che alla lunga non può che essere vincente,

basandosi essa su un postulato inattaccabile: una grande istituzione concertistica non

può rinunciare ad una cospicua fetta della letteratura musicale e sinfonica oppure

avvalersi di cloni elettronici per spodestare il consacrato “re degli strumenti”.

Sono sfilati così artisti diversissimi: cantanti, attori, percussionisti (marimba, vibrafono,

timpani, tamburi, gong), clarinettisti, sassofonisti, pianisti, cori, compositori (prime

esecuzioni assolute), la Banda dei Carabinieri, l’orchestra, tutti dialoganti con un organo

desideroso di compagnia. E tutti rigorosamente gratis!

Il pubblico - eterogeneo - continua a ripagare con larghezza quest’impegno: sempre

stracolma la gloriosa Sala Accademica del Conservatorio Santa Cecilia, sede del festival,

grazie al risvegliato interesse dei Romani per il concerto organistico, interesse da anni

assopito grazie a maldestre operazioni musicali.

Siamo oggi arrivati alla settima edizione del festival Un Organo per Roma, che

attualmente vede impegnate quattro delle principali istituzioni musicali della Capitale: il

Conservatorio Santa Cecilia, l’Accademia Filarmonica Romana, la IUC (Istituzione

Universitaria dei Concerti), l’Associazione Nuova Consonanza assieme all’Associazione

Camerata Italica coordinatrice del progetto.

Parallelamente al festival abbiamo dato inizio ad una serie di azioni concorrenti a

rafforzare l’iniziativa. Una di queste è stata l’incontro con i vertici dell’Accademia di

Santa Cecilia per esporre i termini del progetto. Due furono le principali obiezioni che

l’allora presidente dell’Accademia (dopo la presidenza Berio, di nuovo il professor Cagli)

ci mosse: la prima, il problema del reperimento dei fondi necessari per la costruzione

dello strumento e dei lavori di adeguamento della struttura, ormai edificata non

prevedendo l’organo; la seconda - e più importante - l’impossibilità di fermare l’attività

della sala, appunto, per l’esecuzione dei lavori.

A queste obiezioni rispondemmo invitando (nel 2012) due dei più importanti organari

europei: Philipp Klais, titolare dell’omonima ditta tedesca, e Wendelin Eberle, titolare

della ditta austriaca Rieger, i quali vennero - a loro spese – ad effettuare studi di fattibilità

in loco. Naturalmente sapevamo già che avevano risolto in passato situazioni simili e ne

abbiamo avuto conferma da quanto espressero dai loro “referti” sempre nel 2012.

Riportiamo qui due frammenti della relazione di Philipp Klais:

«Potendo contare su questo prezioso bagaglio di esperienze, conosciamo bene le

difficoltà che si incontrano in una sala da concerto a livello di tempistica. A nostro parere

l’unico mese in cui si potrebbe installare un organo nell’Auditorium di Roma sarebbe

agosto. L’installazione tecnica deve essere preparata perfettamente nella nostra azienda

in modo tale che poi sia sufficiente un solo mese, ovvero agosto, per eseguirla. Durante

l’intero mese la sala deve essere disponibile. In questo periodo si lavorerà 24 ore su 24

in due o tre turni, sette giorni a settimana, per poter realizzare questo progetto.

Si tratta di una prestazione logistica, progettuale ma anche tecnica di altissimo livello

che permetterà di integrare un organo nella sala. Abbiamo già fatto straordinarie

esperienze simili negli ultimi anni in vari cantieri, ad esempio nella Town Hall ad

Auckland in cui abbiamo installato lo strumento nel solo mese di gennaio durante il

periodo delle ferie. […] Entro il mese di agosto potrà essere eseguita l’intera

installazione tecnica dell’organo che dopo questo periodo sarà ultimato. Tuttavia non

potrà ancora essere usato perché gli interventi relativi alla sonorità saranno eseguiti

dodici mesi dopo nuovamente nel mese di agosto. Allora si provvederà all’installazione

e all’intonazione di tutte le grandi canne. Trattandosi di un lavoro artistico, in questo

caso sarà fondamentale lavorare durante il giorno perché nelle ore diurne il nostro udito

percepisce i rumori e i suoni in modo diverso. Ulteriori operazioni tecniche saranno

eseguite invece nelle ore notturne. Dopo un mese dedicato al lavoro di intonazione,

occorreranno altri tre mesi (necessari per uno strumento grande come l’organo che si

dovrebbe installare nella Sala Santa Cecilia nell’Auditorium di Roma) per ultimare

questo processo. In questi ultimi tre mesi, tuttavia, si lavorerà nelle ore notturne, dalle

23,00 (dopo l’ultimo concerto) alle 9,00 di mattina (fino all’inizio delle prime prove e dei

primi lavori di pulizia nella sala) senza compromettere lo svolgimento dei concerti.»

Relativamente ai costi Klais scrive:

«Per un progetto di tale portata, inclusi l’installazione, gli incontri per il lavoro di

progettazione e concertazione, i ponteggi necessari, i costi extra per lavoro notturno,

l’intero processo di intonazione, si può calcolare realisticamente un preventivo

complessivo di € 3.000.000.

Questi fondi non sono disponibili. In base alle esperienze che abbiamo fatto in tante sale

da concerto e chiese di tutto il mondo, è possibile mettere insieme un importo di questo

genere coinvolgendo uno o più sponsor. Pertanto non saranno sottratti fondi ad altri

progetti. Per esperienza sappiamo che esistono sponsor disposti a promuovere,

sostenere, o finanziare completamente un tale progetto. Un organo è una costruzione,

uno strumento che non durerà solo per anni o decenni bensì per secoli. Molti sponsor

sono interessati al fatto che l’oggetto frutto del loro generoso sostegno duri a lungo nel

tempo. Un progetto d’organo che soddisfi esattamente questi criteri troverà molto

facilmente dei finanziatori. Ad esempio l’organo della Elbphilharmonie ad Amburgo è

finanziato in toto da un solo mecenate (Peter Möhrle).

Lo stesso dicasi ad esempio della Overture Hall a Madison (Pleasant Rowland) e per

tanti altri progetti della nostra azienda i cui benefattori preferiscono restare

nell’anonimato. […]

Considerando il nostro grande interesse per un progetto di questo genere, vi possiamo

garantire che siamo disposti ad eseguire i lavori preliminari fino all’assegnazione

dell’incarico senza richiedere alcuna retribuzione.»

La ditta Rieger, a sua volta, sempre nel 2012, produsse addirittura nella sua relazione

anche disegni e simulazioni.

Questi studi vanificano ogni obiezione sulla fattibilità dell’impresa: ora è solo questione

di volontà. La volontà di risolvere una situazione che da anni clama soluzione.

Soluzione che in recenti colloqui con l’attuale Presidente dell’Accademia Nazionale di

Santa Cecilia, M° Michele dall’Ongaro, abbiamo ipotizzato, riscontrando - in linee

generali - un atteggiamento favorevole e propositivo.

Per questo avremmo bisogno di un ulteriore sostegno morale da parte di tutti quanti

amino l’arte e la cultura, sostegno che potrebbe manifestarsi attraverso

dichiarazioni di solidarietà che possano contribuire alla formazione di un dossier

atto a rinforzare una già importante pressione mediatica che ormai si fa sentire negli

ambienti cittadini. Grazie alla forza di questa idea siamo riusciti a coinvolgere

istituzioni di riconosciuta vocazione culturale come la Società Italiana Dante

Alighieri con la quale abbiamo organizzato una tavola rotonda nel febbraio 2015 in

cui è stato fatto il punto sulla “storia dell’organo al Parco della Musica”, rilanciato

il problema e presentato il festival Un Organo per Roma, e l’Accademia Tedesca Villa

Massimo a Roma.

Da questa “pressione” ci aspettiamo di cogliere parecchi frutti.

Vorremmo coinvolgere più musicisti, artisti ed esponenti della cultura d’Italia,

d’Europa e di ogni parte del mondo per diffondere l’idea di un organo rinato: nuovi

spazi musicali provvisti di strumenti sempre più importanti, nuove leve di concertisti

rispettosi sì della tradizione ma aperti anche a forme musicali di ogni tipo. L’organo

è anche questo.

 

*** QUI IN CALCE GLI UTENTI ISCRITTI AL PRESENTE SITO
POTRANNO SCARICARE IN ESCLUSIVA
L'ARTICOLO DI GIOVANNI DI GIACOMO "La strana storia dell’organo che Luciano Berio non volle" ***

 

 

Sezione: 
Autore: 
Paolo Bottini
Qualifica autore: 
organista liturgico e concertista