AU FIL DU TEMPS: JOURNEYS IN MODERN ORGAN MUSIC INSPIRED BY GREGORIAN CHANT
Alberto Brigandì all’organo della chiesa di S. Martino a Dudelange (Lussemburgo)
CD Da Vinci Classics 7.4616091692
Prezioso CD inciso dall'organista Alberto Brigandì contenente musica novecentesca per organo ispirata al canto gregoriano, con quattro pezzi di quattro autori di cui due viventi e due defunti da non molto tempo.
Il programma si apre con Lionel Rogg (1936-vivente): Variazioni sul Pange lingua articolato in: Plain Chant en Taille, dove un ripienino accompagna il tema suonato con ancia solista, Duo con scale di flauti che accompagnano il tema suonato con Fondi dolci, Animato con flauti in motivo ostinato, Andante in PP col tema con un fondo P, Finale con PP che accompagnano il Tema con Ance soliste, poi crescendo con misture e finale in FF.
Si prosegue con Jean Langlais (1907-1991): Trois Paraphrases Grégoriennes Op. 5: Mors et Resurrectio che inizia in PPP con cantus firmus con Flauto poi con Ancia solista, di nuovo Flauto e Ancia poi crescendo fino al FFF finale; Ave Maria, Ave Maris Stella che si apre in PPP con cantus firmus con Flauto e poi con Ancia e finale in PPP; Hymne d’action de graces “Te Deum” che inizia in PP con cantus firmus con Ancia solista, poi si passa al tema espresso da Misture poi di nuovo PP che si alternano con le Misture varie volte fino al finale con veloci scale e un finale FFF.
È poi la volta di Naji Hakim (1955 – vivente): Esquisses grégoriennes; Nos Autem che mette in evidenza i bei flauti dello strumento; Ave Maris Stella con misture acute e scale, con tema saltellante e finale in FF; Pater Noster in PP che esalta le belle viole dello strumento; Ave Verum con cantus firmus tenuto dal Flauto solista; O Filii et Filiae che inizia con un FF con tema saltellante prosegue con scale poi si alternano scale e tema saltellante fino al finale in FFF con accordo maggiore.
Si conclude con Maurice Duruflé (1902-1986): Prélude, Adagio et Choral Varié sur le Thème du “Veni Creator” Op. 4; il Preludio inizia in PP con cantus firmus con Flauto poi con Ancia Dolce, poi di nuovo Flauto e Ancia Dolce per finire con di nuovo Flauto e finale con Ancia Dolce; Adagio è una fantasia che parte in PPP e cresce gradualmente fino al FFF finale; il Corale Variato è costituito da un’alternanza F / P che si ripete più volte fino al finale in FFF con accordo maggiore che chiude il pezzo.
I brani sono tutti di ispirazione novecentesca, sui temi gregoriani spesso trattati in cantus firmus si innestano accordi, scale, arpeggi cromatici e spesso dissonanti (a mo’ dei diskant del XIII sec.) e ciò vale per tutti e quattro gli autori il che rende particolarmente unitario questo CD dove gli autori -ciascuno col proprio stile- imposta il trattamento dell’antico tema gregoriano prescelto in maniera assolutamente moderna, con cromatismi e dissonanze scelte con assoluta padronanza dello strumento e del materiale tematico. Da notare che i brani dei compositori defunti riportano anche il numero d’opera piuttosto basso, il che fa notare che le prime composizioni di questi autori sono ispirate ai canti gregoriani.
Brigandì si ritrova bene in questo repertorio tanto da renderlo molto piacevole, per il resto fa quel che può: sulla tecnica non si discute ma sull’interpretazione non avrebbe guastato qualche libertà in più, qualche rubato sulle scale e sugli arpeggi per rendere più vivi i pezzi prescelti, fatta salva la difficoltà intrinseca di ognuno, ma la vera padronanza si raggiunge con qualche libertà presa qua e là senza stravolgere ma anzi arricchendo ciascun pezzo.
Del resto negli antichi cori gregoriani la voce solista e/o la voce capoguida del coro erano solite prendersi libertà ritmiche soprattutto nei tropi e nei melismi e le voci del coro le seguivano diligentemente rendendo tali libertà fissate nel tempo e nelle successive esecuzioni del brano.
Il libretto -tutto in Inglese per rendere evidente la destinazione internazionale del CD- riporta note critiche sui brani a cura di Alberto Orio (primo maestro dell’interprete), il curriculum assai ricco di Brigandì che si è formato a lungo in Gran Bretagna e la disposizione fonica dell’organo, dove però è attribuita all’Hauptwerk la sezione di Pedale, un refuso alquanto inusuale (specie nelle incisioni di un certo pregio). La copertina riporta il titolo del CD su una striscia di spartito gregoriano su fondo nero e in quarta di copertina la foto dell’interprete presa dalla consolle dell’organo.
L’organo è stato costruito da Stahlhuth nel 1912 e ampliato alle attuali dimensioni [IV/83] da Jann nel 2002. Non c’è la foto dello strumento (comunque facilmente reperibile in internet, per esempio QUI).
Consiglio il CD agli amanti della musica moderna e contemporanea, ed in particolare di quelli che non disdegnano il canto gregoriano come base delle composizioni, non resteranno delusi.
Luglio 2024