Lo strano mistero dell’Adagio Albinoni-Giazotto
di Roberto Cocchis [*]
In mezzo ai non molti pezzi di musica classica che anche le persone incompetenti in materia riescono subito a riconoscere, un posto preminente è occupato dall’Adagio di Albinoni, una composizione che, prima o poi, nella vita, abbiamo ascoltato tutti. [...]
L’Adagio di Albinoni, contrariamente a ciò che si può credere, non è una melodia la cui fortuna sia iniziata presto. [...]
A dire il vero, però, sembra che l’Adagio, nei secoli passati, non sia stato mai nemmeno eseguito.
Il suo autore, il veneziano (di origini bergamasche) Tomaso ALBINONI, nato l’8 giugno 1671 e morto il 17 gennaio 1751, è una figura importante ma molto atipica del panorama musicale del suo tempo. [...]
Lo status di benestante e la buona salute anche in età avanzata gli permisero di compiere molti viaggi nel corso della sua vita, viaggi che gli fecero conoscere tutta Europa ma soprattutto la Germania, e in particolare la Sassonia, dove sembra che fosse molto apprezzato sia come uomo sia come artista. Ed era talmente legato alla Sassonia che lasciò proprio qui, a Dresda, custodite negli archivi della Biblioteca Nazionale Sassone, le partiture di diverse opere inedite. [...]
Verso la fine del 1945, a guerra finita, giunse a Dresda un musicologo italiano, nato a Roma nel 1910, Remo Giazotto. Il viaggio di Giazotto si doveva proprio al suo lavoro di quel periodo, ossia la ricostruzione dell’intero catalogo delle opere di Albinoni [...].
Comunque, durante lo sgombero delle macerie, erano stati rinvenuti dei frammenti di opere che la Biblioteca aveva conservato, nella speranza che potessero tornare comunque utili a qualcuno. Alcuni frammenti erano relativi proprio alle opere di Albinoni. Giazotto ne copiò il contenuto e, appena tornato in Italia, si mise al lavoro per vedere se poteva ricavarne qualcosa. [...]
Giazotto ritenne che i frammenti a sua disposizione fossero sufficienti a determinare il tipo di melodia che Albinoni aveva composto e si dedicò, negli anni successivi, a ricostruirla punto per punto. Infine, pubblicò il risultato del suo lavoro, nelle edizioni Ricordi.
Era il 1958 e il pezzo, l’Adagio in Sol minore per archi e organo, ebbe subito un successo enorme [...].
A questo punto, comincia il mistero. Se si va a fare una ricerca al riguardo sul web, ci si imbatte in una miriade di pagine per le quali l’Adagio di Albinoni è sicuramente un falso. Ma ci sono alcune cose che non tornano. [...]
Comunque, secondo questa versione, di Albinoni sarebbero state rinvenute al massimo le prime note della melodia, mentre il resto sarebbe tutta opera di Giazotto. Il quale ha voluto o beffarsi del mondo accademico con uno scherzo magistrale, forse per vendicarsi di qualcuno (non si sa chi), o si sarebbe inventato una singolare scorciatoia per avere successo come compositore. [...]
Una parte del mondo musicale sembra disposta a riconoscere che Giazotto abbia fatto quasi tutto da solo ma rifiuta di servirsi della parola “falso” perché, al tempo di Albinoni, una delle prassi più diffuse era appunto quella di elaborare brani musicali partendo da spunti altrui (lo faceva anche Albinoni stesso): quindi, Giazotto, seguendo questa prassi, avrebbe perfettamente rispettato lo spirito del compositore e del suo tempo. [...]
Resta, in ogni caso, il successo dell’Adagio, che non è stato mai minimamente scalfito da questa faccenda. Vero o falso, non si può negare che Giazotto abbia fatto un ottimo lavoro...
[*] BARESE DI NASCITA, NAPOLETANO DI ADOZIONE, VIVE IN PROVINCIA DI CASERTA E INSEGNA SCIENZE NEI LICEI. NEL FRATTEMPO HA RACCOLTO UNA BIBLIOTECA DI OLTRE 10.000 VOLUMI E COLTIVATO LE PASSIONI PER LA MUSICA E PER LA FOTOGRAFIA. HA PUBBLICATO UN'ANTOLOGIA DI RACCONTI (“IL GIARDINO SOMMERSO”) E UN ROMANZO (“A QUALUNQUE COSTO”).